La Chiesa a un bivio della storia

Più volte ho sostenuto che siamo, con il passaggio a un ordine mondiale unipolare al multipolarismo, a un vero e proprio tornante della storia, uno di quelli che se ne vedono una volta ogni tantissimi anni, come la rivoluzione francese o la rivoluzione di Ottobre.
È evidente che nel corso di un cambio epocale tutto è rimesso in discussione, anche le religioni che sono una invenzione dell’umanità. Attenzione, non si tratta di credere o non credere in un essere sovranaturale ma delle religioni, così come storicamente si sono determinate.
Dunque, anche le religioni che non sono mai fissate per sempre (si pensi a quanti mutamenti hanno subito nel corso dei secoli e il cristianesimo non è stato esente) sono investite da tali mutamenti. In particolare di questa situazione ne soffre la Chiesa cattolica che si definisce universale ed è l’unica religione al mondo fortemente gerarchizzata, organizzata in modo piramidale, in quanto così era funzionale al potere costituito.
Nella battaglia in corso per un ordine mondiale multipolare il mondo cattolico è profondamente diviso. Una parte si schiera, come in Sud America e in Africa, con il Sud del mondo, e vuole continuare il dialogo con la Chiesa ortodossa e l’Islam, due confessioni però espressione di precise condizioni popolari e territoriali, non centralizzate, un’altra parte è schierata a sostegno dell’ Occidente collettivo dominato dal capitale finanziario.
In precedenza altri papi avevano fatto scelte innovative, Giovanni XXIII e poi Paolo VI che, nel solco del primo, aveva svolto una politica di mediazione rispetto alle diverse spinte. Poi il papa polacco, Wojtyla, ha spinto la Chiesa nella direzione conservatrice, persino in diversi casi reazionaria.
Ora papa Francesco, vigorosamente innovativo, è costretto a scegliere con quale dei due mondi cattolici stare: con chi sostiene il multipolarismo, il Sud globale, o con l’Occidente collettivo, il cui perno sono gli Usa e la Nato. Mediazioni politiche alla Paolo VI oggi non sono più possibili.
Mi pare che papa Francesco la scelta l’abbia fatta ed è una scelta che mette in crisi il rapporto con l’Occidente. E non è un caso che le spinte per un nuovo e devastante scisma vengano, in primo luogo, dalla Chiesa cattolica statunitense.
Non entro in questioni religiose, non mi interessano più di tanto. Ma mi pare evidente che più va avanti la creazione di un mondo multipolare più le religioni – tutte – dovranno misurarsi con questa nuova realtà mondiale. La Chiesa cattolica, così come storicamente è stata costruita e poi si è sviluppata, non è attrezzata a questa sfida. Lo può fare solo se abbandona la sua concezione di religione universale e rompe quel carattere unitario che esprime una forte gerarchizzazione.
Mi pare questo il vero problema, non solo di papa Francesco ma della Chiesa nel suo insieme.
Il Papa: la polarizzazione non è cattolica, cerchiamo sempre l'armonia  delle differenze - Vatican News
Fonte foto: Vatican News (da Google)

2 commenti per “La Chiesa a un bivio della storia

  1. Giulio larosa
    13 Marzo 2024 at 7:43

    La chiesa da quando non è più veicolo di prebende e utili carriere sostituita dall adesione all ideologia religione WEF si è liberata dai vincoli di servaggio di massa che prima la rendevano il serbatoio di voti per i poteri forti. Dal basso con la diminuzione dei fedeli opportunisti sono diventati sempre più forti e influenti i fedeli onesti e ostili al WEF e alle ideologie del potere. Oggi c è più antagonismo tra i credenti praticanti che non tra i vari sinistri progressisti perfino in buona fede. Al vertice sono invece ancora legati mani piedi e portafoglio al potere dominante ma per sopravvivere devono mediare con questa base sempre più spostata verso un antagonismo esplicito con il potere costituito e i suoi obiettivi immorali. Prima o poi potrebbe esplodere questa contraddizione e chissà cosa verrà fuori.

  2. Giulio Bonali
    14 Marzo 2024 at 7:59

    Diagnosi lucida e realistica.

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