La censura di regime agli ordini della NATO


La chiusura, da parte della Banca Intesa, del conto corrente di “Visione TV”, pone un problema politico: la NATO comanda ed il PD esegue, accelerando la transizione verso una nuova Architettura di potere. La “sinistra invertebrata” sta cancellando la democrazia.

Nel regime capitalista, soprattutto l’odierno “capitalismo della sorveglianza”, l’informazione è un ramo dell’industria neoliberale, in continuità con la proiezione unilaterale della principale potenza imperialista: gli Stati Uniti d’America. La CIA, coadiuvata dal Mossad, detta le danze come nel caso dei giornalisti spiati attraverso lo spywar e di una industria israeliana: il “caso Paragon”, il quale ha confermato, per la milionesima volta, l’intimo legame che intercorre fra gli apparati d’intelligence occidentali e l’economia finanziaria. Il complesso militare industriale, statunitense e sionista, con le Scuole di giornalismo è una autentica macchina del mercimonio intellettuale; i giornalisti “politicamente corretti”, in quanto a vendersi, hanno preso il posto della professione più antica del mondo.

In Italia, l’informazione multipolare è, da diversi anni, martoriata dalla censura euroatlantica: nel peggiore dei casi, reporter coraggiosissimi hanno perso la vita, in altre circostanze testate “non allineate” sono state messe nelle condizioni di non poter più svolgere l’attività giornalistica. Su mandato politico, ovviamente proveniente dal PD, una sorta di “braccio politico” (uno dei tanti) della CIA, la Banca Intesa ha chiuso il conto corrente della testata registrata “Visione TV”. Leggiamo, dalla pagina Facebook di Francesco Toscano, direttore del giornalevigliaccamente colpito dal silenziamento di regime che:

“L’AD di Banca Intesa Carlo Messina nega che la chiusura del conto di Visione Tv sia dovuta a motivazioni politiche. La banca parla di violazione di “normative”. L’ex direttore della filiale di Reggio mi disse che il problema derivava da alcuni pagamenti effettuati in favore di reporter che avevano lavorato con noi. Questi reporter dovevano lavorare gratis? Oppure dovevano mentire come i giornalisti del mainstream raccontando la fantomatica vittoria di Zelensky sul campo di battaglia? Dire la verità viola quale normativa signor Messina? Mi auguro di leggere presto una interrogazione parlamentare urgente al governo. Su questa vicenda andremo fino in fondo” 1

In prima pagina su “Il Fatto Quotidiano”, unico giornale appartenente ai media mainstream ad essere favorevole ad una informazione multilaterale. Quindi, secondo la Banca Intesa, i reporter che non s’allineano all’unipolarismo atlantico ed eurocentrico (una variante “coi tacchi a spillo” del razzismo neocoloniale), dovrebbero lavorare gratis? Una logica padronale assecondata, tramite silenzio-assenso, anche dall’Ordine dei giornalisti (ODG), corporazione anacronistica e censoria da decenni megafono dei diversi governi neoliberali, soprattutto nella parentesi del Draghistan. Eminenti e stimati analisti, come Alessandro Orsini e Marinella Mondaini, hanno solidarizzato con la testata censurata: seppur politicamente distanti dal movimento politico “Democrazia Sovrana e Popolare” su alcune questioni (l’analisi del fenomeno trumpiano, pur apprezzando l’informazione plurale sull’Operazione Z), rivendichiamo la libertà d’espressione, diritto cristallizzato nella nostra Costituzione.“Visione TV” ha il sacrosanto diritto a dare, attivamente, il proprio contributo nella “democratizzazione della vita quotidiana” (per dirla con Lukacs), il passaggio dall’unipolarismo ad un mondo multipolare di pace.

Che cosa sono i “giornalisti comprati”? Nell’intervista “Come si fabbricano i giornalisti comprati” (L’Interferenza, 15 luglio 2020), il Prof. Diego Siragusa ci ha spiegato alcuni meccanismi concernenti l’informazione manipolata:

“Tutto questo è raccontato nel capitolo “Nella morsa dei servizi segreti” dove Udo spiega come fu reclutato negli anni ’80 dalla BND (Il Bundesnachrichtendienst – BND – Servizio Informazioni Federale),quando era studente, in un’università attraverso un professore. Ascoltiamo le sue parole: “Dal 1999 sono stato docente anch’io in un’università. E precisamente a Lüneburg. Lì ho insegnato per molti anni Gestione della Sicurezza nel Dipartimento di Amministrazione Aziendale.  E io ero presente all’università insieme ad altri relatori (come Rolf-Wilhelm Dau, l’ex responsabile della sicurezza della Philips) tutti studenti segretamente selezionati che, per la struttura della loro personalità, le loro attitudini politiche e la loro capacità, interessavano il BND. Questo era facile da capire nei seminari che organizzavo. Abbiamo parlato molto di politica. Abbiamo fatto giochi di ruolo. E nei seminari avevo anche interrogato scherzosamente gli studenti sui loro hobby e attitudini personali. Molti dei miei studenti ricorderanno ancora bene che ogni tanto vedevamo un film di James Bond e poi chiedevo loro chi avrebbe immaginato di lavorare per i servizi segreti in seguito. Tutti ridevano. Gli studenti lo trovavano infinitamente divertente. Nessuno sospettava la verità. La BND voleva che fosse così. E l’università era d’accordo”.” 2

Il neoliberismo (di cui Trump è uno strumento alla pari di Biden ed Obama) ha bisogno di ciò: giovani ambiziosi disposti a vendersi, pur d’avere notorietà ed un conto corrente costantemente pieno. L’odierno giornalismo professionista è uno zimbello del Padronato, nero (Trump) e “coi tacchi a spillo” (Harris), una professione senz’anima. Sarà per questo che la Banca Intesa ha chiuso il conto di chi, credendo in un approccio deontologico realmente democratico, non si è adeguato ad un regime autocratico monopolizzato dai neoconservatori, un Super clan necrotizzato che persegue la distruzione di una porzione del pianeta.

L’unico fascismo reale è quello della NATO, un fascismo che nel migliore dei casi silenzia, nel peggiore commissiona assassinii politici. La codardia dei governi italiani, dal Draghistan ai nazi-punk, ha facilitato queste dinamiche kafkiane; un autentico Teatro degli Orrori.

https://www.facebook.com/francesco.toscano.58/posts/pfbid0jXhJBLUEjoPsDgCeArNDuXTwxC7gQt4VmU7eGDeRXKfcDdxCvNc7R6oLy5ND3ibbl

Fonte foto: Youtube (da Google)

6 commenti per “La censura di regime agli ordini della NATO

  1. Antonio Castronovi
    16 Febbraio 2025 at 19:34

    Apprezzo e condivido la solidarietà a Visione TV contro la censura di regime dell ‘oligarchia euro-atlantica e del suo tentacolo italiota , ma la Rivista, di cui sono membro della Redazione, non “si sente lontana politicamente da Democrazia Sovrana e Popolare” e dalle sue analisi sul cosiddetto trumpismo, come potrebbe fraintendersi con l’uso del “noi’, per la semplice ragione che la Redazione della Rivista non è un soggetto politico. In tal caso è il compagno Zecchinelli che legittimamente è di questa opinione e non coinvolge in questo giudizio l’insieme della Redazione. Sono, queste di DSP, analisi e posizioni politiche che meritano considerazione e con le quali confrontarsi sia individualmente che collettivamente. Io non mi sento in contrapposizione e lontano da DSP come membro della Redazione. Questo per la precisione e a scanso di equivoci che potrebbero ingenerarsi.

    • Fabrizio Marchi
      16 Febbraio 2025 at 19:55

      Come ben sai, al nostro interno c’è una legittima e positiva dialettica. Mi pare di poter dire che la maggior parte dei nostri compagni, sia redattori che collaboratori, è sulle posizioni espresse da Stefano Zecchinelli in questo articolo che comunque è a sua firma e non della redazione, proprio perchè sappiamo che non tutti siamo sulle stesse identiche posizioni (e tu hai fatto benissimo ad esprimere la tua). Dopo di che personalmente non ho certo ostilità preconcetta nei confronti di DSP nè tanto meno di Marco Rizzo con il quale ho un rapporto di cordialità e di rispetto reciproco, tuttavia non condivido la sua (e quella di DSP) analisi sul “fenomeno Trump” e in generale del “trumpismo”, cioè della nuova destra americana oggi al governo negli USA che io considero un’altro pezzo del sistema capitalista (e imperialista) solo sotto altre spoglie ideologiche e con una differente strategia rispetto a quella dei dem.

      • Antonio Castronovi
        16 Febbraio 2025 at 20:53

        Il mio commento era esclusivamente diretto ad una modalità espressiva equivoca utilizzata da Stefano e cioè l’utilizzo del ‘noi’ nell’esprimere la sua opinione su Dsp, dove sarebbe stato coerente parlare al singolare per non ingenerare equivoci. Il fatto che sull’argomento la maggioranza della Redazione condividerebbe la posizione di Stefano non è un argomento pertinente. Non siamo un Partito.
        Dopodiché ritengo che la Redazione in quanto tale non debba esprimere giudizi politici su altri soprattutto se non condivisi da tutti. In tal caso la Redazione si configurerebbe come un soggetto politico o un organo di un soggetto politico non ben precisato e in cui non potrei riconoscermi. Se ci fosse questo problema sarebbe opportuno un tuo chiarimento con tutta la Redazione.

        • Fabrizio Marchi
          16 Febbraio 2025 at 21:19

          Scusa, perchè non dovremmo esprimere giudizi politici su delle forze politiche? Lo facciamo sistematicamente quando parliamo del PD, di Fratelli d’Italia, della Lega, della sinistra nelle sue varie declinazioni e di tanto altro ancora. Non per questo siamo un partito…Non vedo dove sia il problema. Stefano si è espresso con un plurale maiestatis, cosa che io faccio spessissimo. Dopo di che anche lui credo che del tutto spontaneamente si sia fatto interprete del “sentire” di molti compagni e amici non solo dei redattori e dei collaboratori più stretti ma in generale di coloro che orbitano intorno al nostro giornale. Ma non vedo dove sia il problema. Ha firmato l’articolo di suo pugno, non è un comunicato stampa della redazione de L’Interferenza. Spesso, come tu sai, ho pubblicato articoli che non condividevo e che non erano condivisi da altri redattori ma li abbiamo pubblicati senza nessun problema anche se potevano ingenerare delle perplessità in alcuni lettori. Ma, ripeto, questo proprio perchè L’Interferenza non è un bollettino di partito. L’ultimo tuo articolo, ad esempio, non l’ho condiviso o solo in parte, ma non ho avuto nessuna difficoltà a pubblicarlo e non ho certo sollevato questioni di nessun genere.
          Dopo di che il passaggio dell’articolo che tu non condividi è questo:” seppur politicamente distanti dal movimento politico “Democrazia Sovrana e Popolare” su alcune questioni (l’analisi del fenomeno trumpiano, pur apprezzando l’informazione plurale sull’Operazione Z)” rivendichiamo la libertà d’espressione, diritto cristallizzato nella nostra Costituzione.“Visione TV” ha il sacrosanto diritto a dare, attivamente, il proprio contributo nella “democratizzazione della vita quotidiana”.
          Francamente non vedo dove sia il problema. Un redattore del giornale non è libero di esprimere la sua posizione su una forza politica, peraltro in modo assolutamente pacato e dialettico e senza nessuna polemica forzosa? Proprio perché non siamo un partito non facciamo neanche parte di DSP e L’Interferenza non è una dependance di DSP… Dobbiamo censurarci perché uno (o anche più d’uno, non lo so) dei redattori non è in linea con le tue posizioni su DSP o su Trump?… Avresti avuto ragione se avessimo fatto un comunicato stampa come giornale, ma anche in quel caso a quel punto avremmo votato democraticamente o lo avremmo discusso per arrivare ad una sintesi unitaria. Ma il problema in questo caso non si pone. Mi pare invece che il problema riguardi te che lo stai sollevando.

          • Antonio Castronovi
            16 Febbraio 2025 at 21:39

            Sarei interessato a sentire il parere di Stefano che ha scritto l’articolo e c8sa intendess e per quel ” noi” .
            Nessuno nega il diritto di esprimere posizioni e giudizi politici su altri. Non diciamo fesserie. Ma se tu lo fai come Redazione e decidi a maggioranza ti comporti come un Partito o come un organo di Partito. . Basta saperlo. Comunque questa discussione andrebbe fatta con tutta la Redazione.

          • Fabrizio Marchi
            16 Febbraio 2025 at 21:54

            Antonio, sei tu che la stai proseguendo qui quando la stiamo fcendo nella chat della redazione…A me sta benissimo perchè non abbimo nessun segreto però cerchiamo di essere coerenti. Stefano ha firmato il suo articolo, quindi l’articolo è suo e per come la vedo io nessuno ha il diritto di stare a chiedergli spiegazioni. La questione che stai sollevano non è sollevabile. Vogliamo sottoporre Stefano ad una sorta di “interrogatorio” sul perchè ha utilizzato il pluramaiestatis e non la prima persona singolare? Ma stiamo scherzando? Per me ha fatto benissimo perchè, come ripeto, ha interpretato la sensibilità della maggioranza dei redattori e collaboratori e anche dei nostri lettori. La domanda da porsi sono invece altre. 1) Perchè questa cosa ti infastidisce così tanto? Se trovi insopportabile anche una pallida critica a DSP il problema è tuo, non nostro. 2) Ti rendi conto che vorresti imporre il tuo punto di vista agli altri? Il problema si riproporrà perchè è evidente che le nostre posizioni su Trump e sul trumpismo divergono e quindi necessariamente divergono anche da quelle di DSP che di fatto appoggiano più o meno apertamente Trump. Sia chiaro, io non ho nessun problema a mantenere aperta una dialettica e così tutti gli altri però deve valere anche per te.

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