Kamala per i diritti


Nei pressi della convention dem – campagna per Kamala Harris in Illinois i diritti per le donne sono stati al centro della discussione. Le cronache riportano di abortI e vasectomie a bordo di un camper. In Illinois l’aborto è legale, mentre nel vicino Stato del Missouri è illegale, si tratta di un messaggio rivolto agli Stati che proibiscono l’aborto, una guerra mediatica, una sorta di assedio simbolico agli Stati che non lo praticano. Nel camper si è praticato l’aborto farmacologico, si intravede, dunque, in modo netto il profilo per la campagna libera della candidata che sarà orientato sui diritti civili per attrarre i voti delle donne e delle comunità LGBT. L’aborto farmacologico rende il gesto di abortire banale, veloce e solitario. L’ideologia liberal, fortino del capitalismo liberista, inneggia all’aborto, ma tace sulle cause sociali ed economiche che inducono molte donne ad abortire in solitudine. I diritti sociali in estinzione, la precarietà lavorativa e la povertà culturale sono abilmente aggirati in nome del diritto all’aborto. Nessuna riflessione collettiva sulle cause dell’aborto, semplicemente si offre alle donne nel programma della candidata la possibilità di abortire. Si tace sui servizi sociali e sanitari che non ci sono e specialmente sull’immenso dispendio di energie economiche che gli Stati Uniti utilizzano per la loro decadente politica imperiale. Le risorse tratte dalla tassazione sono utilizzate per la guerra, ma nessun investimento reale e razionale è previsto per cambiare la condizione precaria dei lavoratori, per la ridistribuzione dei redditi e per la cultura-istruzione. I micro interventi previsti non cambiano nulla in modo reale. Il fine è conservare l’assetto sociale e preservare i privilegi di classe. La cultura dei diritti diviene una farsa, in quanto il diritto individuale presuppone la libertà. La scelta è libera, se le persone sono poste nelle condizioni materiali e morali di poter scegliere senza le costrizioni economiche. La precarietà lavorativa e la solitudine conseguente alla società dei soli diritti individuali non possono che indurre forzatamente molte donne ad abortire. Nella società dei diritti individuali nessuna parola è spesa per il padre, se c’è, e per il feto, questi ultimi non compaiono mai. Una società organizzata secondo modelli darwiniani è improntata alla solitudine e alla legge del più forte, pertanto molte donne non sono nelle condizioni di sostenere la lotta per la vita per sé e per i loro figli e dunque non hanno altra scelta che l’aborto. Nella campagna della candidata si urla per il diritto di aborto, ma si tace sulle condizioni che rendono reale la pratica del diritto. La candidata al “soglio presidenziale” ha promesso la difesa dei ceti medi, costruzione di case popolari e una stretta sui costi dei farmaci e degli alimenti. Non ci saranno aumenti delle tasse per i redditi al di sotto dei 400000 dollari annui. Non è chiaro da dove reperirà le risorse per le sue promesse sociali minime finalizzate ad attrarre i voti popolari.

Kamal Harris è sostanzialmente sulla linea di Biden in politica estera: impero e guerre, per cui le promesse cadono già in campagna elettorale. L’unico diritto che sicuramente sarà attuato nel caso di vittoria è l’aborto divenuto nel mondo occidentale insieme all’eutanasia mezzi con cui la sinistra liberal, e non solo, interviene per risolvere i drammi di coloro che sono sospinti verso l’inferno dell’indigenza e del bisogno. È il “denaro-censo” a stabilire il discrimine tra la buona vita e la morte. I diritti individuali sempre più spinti verso la cultura dell’eliminazione dei più deboli smascherano ciò che cela la cultura dei soli diritti individuali: la forza economica determina la vita e le possibilità che ne conseguono. Non vi sono purtroppo forze politiche e sociali robuste che smascherano in Occidente con la scuola del “sospetto” cosa cela l’imposizione dei soli diritti individuali scissi da una autentica cultura comunitaria nella quale diritti individuali e sociali sono in feconda tensione. La sinistra liberal italiana, non chiamala più semplicemente “sinistra”, ha anch’essa iniziato in Italia la sua campagna pro Kamal Harris dimostrando ancora una volta la sua sudditanza assoluta al padrone (USA), insomma il cuore del PD batte per gli USA, mai per la costruzione di una prospettiva alternativa all’Oriente (Russia) come all’Occidente (USA). I Presidenti USA si susseguono, ma noi restiamo sudditi di un sistema culturale e sociale che “sembra inamovibile”.

Foto da Google

1 commento per “Kamala per i diritti

  1. Giulio larosa
    3 Settembre 2024 at 17:26

    Articolo perfetto, grazie

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