PEPP, SURE, MES, RECOVERY FUND, Bilancio pluriennale 2021-2027. In tutto 3.140 miliardi per sostenere la ripresa dell’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.
Sembrano tanti e in parte lo sarebbero se orientati verso l’aumento dell’occupazione, dei salari e delle pensioni, condicio sine qua non per creare capacità di consumo indispensabile per le strategie “imprenditoriali” e per la crescita sociale e dell’economia, se programmati nel rafforzamento della ricerca e della tecnologia e pianificati nello sviluppo di infrastrutture indispensabili e necessarie…nel rispetto dell’ambiente paesaggistico e culturale.
Non so per gli altri Paesi d’Europa (!) ma per il Bel Paese devo ipotizzare che si farà ben altro. Andare al di là della normalità – si dice – Termini suggestivi, ricchi di enfasi, quali ripresa, rilancio, slogan futuristi tipo “Italia veloce” che hanno avuto il merito di affascinare i soliti parvenu dell’Intellighenzia nostrana, “gli intellettuali per Conte” e con essi quei molto ingenui “sinistri” che hanno gioito dello smart working, dell’educazione a distanza, dell’energia verde che per il governo è il metano innanzitutto.
Mentre per le modeste sinistre che calpestano il Paese, andare al di là della normalità significa apertura di spazi per lo stato sociale, per il lavoro, per l’ambiente, ignari che sono i padroni del vapore a legiferare, ad imporre, a reprimere…per codesti significa – come avviene in tutte le crisi del capitalismo – una magnifica opportunità per sbarazzarsi di quei lacci e lacciuoli, costituiti dai diritti dei cittadini (salari, pensioni, istruzione, sanità pubblica…) come definiti da una Costituzione che risulta sempre più ingombrante, nonostante sia stata dilacerata, stravolta, ignorata in questi decenni da tutto l’indecente parterre parlamentare che ha gravato e grava sulla popolazione italica.
Mentre i rappresentanti del popolo ci indicano “magnifiche sorti e progressive”, naturalmente nei talk -show e nei quotidiani padronali, dato che il Parlamento è stato svuotato di fatto da un esecutivo che si muove per decreti e che preferisce interloquire con i più vicini maggiordomi dell’oligarchia politico-finanziaria: Von der Loyen, Lagarde, Georgeva, tenendo sempre a mente i diktat della sovrana d’Europa Angela Merkel… mi sembra opportuno ricordare che la caduta del PIL ha superato l’11%, la più alta del Continente, che la Banca d’Italia ha rilevato che il 38% delle famiglie ad aprile era in condizioni critiche (liquidità per cibo beni per le prime necessità, rate per tre mesi), che per i lavoratori del commercio e della ristorazione il dato è agghiacciante (64%), che il 40% dei mutuatari avrà difficoltà a pagare il mutuo.
Povertà in aumento costante (34%)
Disoccupazione ufficiale (7,8%). Il dato Istat sarebbe ben più drammatico se si calcolassero gli inattivi (coloro che non ci credono più e non sono registrati nelle liste di collocamento). Più di 700.000 in questo ultimo periodo.
Ricordo che la crisi planetaria del 2008-2009 è stata innescata dai mutui non pagati (perdita della casa e banche che non hanno riscosso i crediti). Ed ora ci troviamo in una situazione internazionale non meno preoccupante, con un crollo generalizzato del Pil al quale le oligarchie rispondono con emissione ingente di liquidità mentre sono rimaste pressoché identiche le condizioni di precarietà e povertà delle masse e conseguente modestissima capacità di consumo dal quale il grande Capitale può rifuggire investendo nella Borsa, nella produzione di armi e nelle guerre, da disseminare ovunque. Naturalmente il panico creato artificialmente per una patologia sì sconosciuta e particolarmente contagiosa ma di bassa letalità (decessi dovuti ad una politica colpevole per l’insufficienza di dispositivi di protezione, a restrizioni che dovevano essere effettuate nel luogo giusto e al momento giusto, a terapie sbagliate dato il criminale divieto governativo di autopsie che avrebbero permesso al personale sanitario di agire con maggiore accuratezza) è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché l’economia del Paese con l’austerity imposta dal blocco germanico precipitava già verso la recessione,
Di fronte ad un quadro così allarmante a livello internazionale e locale (disoccupazione, povertà, attacco all’istruzione e alla sanità pubblica, crisi dei mutui…), lo spettacolo faraonico di Villa Pamphili e relativa ammucchiata di Potenti incapaci e irresponsabili è stato, a dir poco, grottesco.
E pannicelli caldi i provvedimenti programmati di spesa per quanto riguarda la dignità, le condizioni di vita e di lavoro, la casa, la sanità, l’istruzione, la ricerca, l’ambiente, la pace, la solidarietà internazionale.
Niente revoca per il ponte di Genova. Sono morte 43 persone. Un insulto contro di loro. Un crollo causato da imperizia, mancanza di manutenzioni e di controlli severi. Omicidio colposo. Nonostante ciò, concessione rinnovata per i Benetton. Sarebbe sufficiente l’analisi di questa vergogna per farci capire la direzione di marcia dei “governanti” nostrani che spingono impavidi verso la “semplificazione”, cioè l’assenza di controlli e di sorveglianza che facilitano i soliti noti a cordate spericolate per la cementificazione del territorio, dei centri storici, per la deturpazione delle coste, “semplificazione” per le 130 opere infrastrutturali, in modo che possano procedere spedite senza l’imbarazzo delle pastoie burocratiche che potrebbero appigliarsi su documentazioni fallaci, su ingressi proprietari di possibile origine mafiosa, sulle qualifiche dei materiali usati, sui criteri di salvaguardia dei lavoratori, sull’adempimento dei tempi prescritti…
Duecento miliardi. Grandi Opere. TAV per salvare il grande traffico tra Lione e Torino, MOSE per salvare Venezia e le navi da crociera. Niente ho letto di costruzione di scuole, di presidi ospedalieri, di assunzioni massicce di personale sanitario e niente ho letto sulla difesa ambientale relativa al letto dei fiumi, alle montagne, all’inquinamento di Taranto, alle polveri sottili…
In compenso, assisto, con piacere, che nell’opinione pubblica che conta, quella che partecipa, per esempio, alle feste di Vespa, autorità culturale indiscussa, vi è una propensione sempre più accentuata sull’accoglimento salvifico del MES che con i suoi 35 miliardi risolverà molti dei problemi che angustiano il Paese. Costoro ci raccontano che non vi saranno condizionalità. Pare che il blocco germanico l’abbia promesso, ma curiosamente senza scriverlo da nessuna parte. E’ idiozia o dabbenaggine? No! Si mente sapendo di mentire. La classe cosiddetta dirigente italica, consapevole di aver ingannato la popolazione con il mito dell’Euro e dell’Unione Europea, deve continuare nel servilismo nei confronti della trimurti al potere (Ursula, Christine, Angela), assegnare loro le responsabilità della gestione politica e finanziaria, essere infine commissariati perché in tal modo possono deresponsabilizzarsi su tutte le loro malefatte, da Maastricht in poi… “Lo vuole l’Europa”, “Ce lo chiede l’Europa” “Ce lo impongono i mercati”… e continuare a gonfiarsi le tasche, facendo finta di governare…