Inferno o redenzione?


Si respira una strana aria nel mondo, si oscilla tra un mortifero clima di violenza e di odio alimentato quotidianamente dalle istituzioni politiche e mediatiche che ci rimandano alla inevitabilità di una guerra in nome della civiltà occidentale, e la sensazione invece che questo stesso mondo stia recitando la sua fine, il suo doloroso tramonto e che si stia rifiutando di accettarlo. In questa decadenza si tenta di coinvolgere lo spirito dei popoli alimentando le catene dell’odio ideologico contro i “cattivi”, gli autocrati, i nuovi barbari, l’eterno fascismo, contro gli abitatori della giungla che infestano il giardino dei Giusti. Da ciò l’estenuannte campagna di hitlerizzazione dei “cattivi”. Si chiamino Trump o Putin, Fico o Le Pen, Orban o Maduro, Assad o Erdogan, oppure attraverso la demonizzazione di interi paesi come l’Iran e la Cina, oppure degli Hezbollah, degli Huti o di Hamas. Tutti accomunati dall’essere nemici dell’Occidente, della sua presunta civiltà superiore, della sua Ineguagliabile “democrazia” liberale. Contro questi paesi, questi personaggi, viene quotidianamente prodotto e distribuito un accumulo di odio e di disprezzo che si riversa nelle menti e nei cuori dei cittadini, stimolandone l’emotività negativa e annebbiandone la ragione e la capacità critica di discernimento e di comprensione degli eventi storici che stiamo vivendo. Siamo ad un crinale della storia della modernità. Quella storia egemonizzata negli ultimi cinquecento anni dal feroce colonialismo europeo e dall’imperialismo anglosassone con la loro ideologia suprematista, che hanno sottomesso, schiavizzato e governato il mondo a loro piacimento e secondo i loro interessi. Le élite globaliste finanziarie, militari, economiche e politiche che dettano le regole e comandano sugli Stati non accettano questo cambiamento rivoluzionario e non esitano a scatenare guerre, violenza, distruzione e caos per impedirlo. Compreso l’omicidio di quelli che definiscono come loro nemici, giustificabile dall’alto di una superiore esigenza morale. Il cuore di questo scontro è nella guerra della NATO contro la Russia in Ucraina, nello scontro con la potenza emergente della Cina e contro il nascente movimento multipolare. Certamente. Ma è nella potenza egemone, negli USA che si sta combattendo una guerra sorda tra queste élite e lo schieramento sovranista che lo ostacola. L’attentato a Trump, fortunatamente fallito, era già scritto. Era stato preannunciato da mille segnali diversi, da campagne hollywoodiane che lo additavano come il mostro da abbattere, come il pericolo mortale per la meravigliosa democrazia americana. Sotto questo aspetto era un attentato atteso, previsto. Imprevisto è stato solo il suo fallimento. La domanda drammatica da porsi a questo punto è: fin dove si spingerà questo delirio? Fino a scatenare una guerra civile negli USA? Ci sarebbe da augurarselo se servisse ad evitare una catastrofe globale e a sconfiggere il partito della guerra permanente, il partito apolide delle élite globaliste che tiene in ostaggio il mondo, compresi gli USA, quelli che Giulietto Chiesa additava come i Padroni Universali e che non esitano a portare il mondo fin sulla soglia dell’olocausto nucleare. Ma i popoli e le classi dirigenti dell’Europa e dell’Occidente si lasceranno portate docilmente come vittime sacrificali sull’altare del dio Molok per esservi immolati? Siamo sulla soglia della Redenzione o dell’Inferno, della Morte o della Rinascita a nuova Vita della civiltà umana. Oso pensare che qualcosa di liberatorio possa risvegliare la nostra coscienza collettiva oscurata e impedire questo esito nefasto.

Fonte foto: da Google

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