Le dichiarazioni con cui Dmitry Medvedev, uno degli uomini di punta dell’establishment russo, si è scagliato contro il mondo occidentale, sono a mio parere del tutto gratuite, improvvide, controproducenti e speculari alla più becera e sciovinista propaganda occidentale antirussa. Sostenere che si tratta di opinioni personali e non ufficiali è debole, dal momento che stiamo parlando di uno degli uomini politici più influenti e rappresentativi della Russia. Ancor più lo è sostenere che si sia trattato di uno scivolone, di una reazione maldestra ai tanti attacchi che la Russia e il suo gruppo dirigente stanno ricevendo con cadenza quotidiana. Anche perché un uomo nella sua posizione non può permettersi una reazione emotiva di quel genere, e infatti non credo lo sia stata.
Al contrario, penso che con quelle parole Medvedev abbia voluto rivolgersi al popolo russo, dargli la carica, rinfocolare il sentimento suo nazionale e patriottico, non curandosi di tutto il resto. Parole, insomma, ad esclusivo uso interno.
E proprio questo è l’errore, anche grave. Innanzitutto il popolo russo non ha bisogno di essere arringato in quel modo perché è già provvisto di un più che abbondante sentimento nazionale e patriottico, direi inossidabile, confermato e ampiamente consolidato nella storia. In seconda battuta, non bisogna mai mettersi sullo stesso piano dell’avversario. Il nemico ci insulta? Lasciamolo insultare, si farà male da solo; chi ha argomenti solidi e frecce al suo arco non teme gli insulti che invece sono sempre prova di debolezza.
Ma, soprattutto, così facendo, c’è il rischio di alienarsi le simpatie di quella parte (diffusa…) di opinione pubblica occidentale che non vede affatto di buon occhio la guerra, l’appoggio acritico alle politiche guerrafondaie della NATO e degli USA, le sanzioni economiche e la campagna di denigrazione sistematica nei confronti della Russia. Perché, dunque, fornirgli pretesti? E’ sciocco e impolitico.
E’ l’Occidente in primis che vuole ipocritamente trasformare l’ennesima guerra imperialista, con finalità imperialiste, in uno scontro fra civiltà, fra il Diritto e la Libertà da una parte e l’Oscurantismo dall’altra, fra il Bene e il Male. La Russia non dovrebbe cadere in questa trappola, sarebbe un errore fatale che offuscherebbe quelle che sono le sue ragioni concrete e soprattutto quelle delle popolazioni del Donbass. E queste sono entrambe ragioni validissime e sufficienti per mobilitare il popolo russo. Che Kiril e Dugin si occupino di questioni di fede e metafisiche e lascino la politica a chi di dovere.
Fonte foto: Il Fatto Quotidiano (da Google)