Ho conosciuto Giulietto Chiesa molti anni fa, quando collaboravo con il settimanale Avvenimenti e contestualmente con Teleambiente, una emittente privata romana dove conducevo una trasmissione di politica internazionale alla quale è più volte intervenuto lo stesso Giulietto. Lo ricordo come una persona sempre gentile, rispettoso degli altri, affabile e, naturalmente, molto preparata.
E’ stato un dirigente politico del PCI molti anni fa ma soprattutto un grande giornalista, reporter, inviato, acuto ed esperto analista di politica internazionale e saggista.
Da tempo non condividevo alcune sue scelte, in primis quella di promuovere o partecipare ad iniziative – per noi inaccettabili – con la Lega e addirittura con Casapound pur di sostenere le sue posizioni filorusse (a mio modo di vedere, esagerate) e anti USA. Ho criticato altresì la sua decisione di dare vita negli ultimi anni a formazioni politiche, a mio parere decisamente autoreferenziali, finalizzate ad obiettivi elettorali.
Nondimeno è stato un uomo sicuramente controcorrente e fuori dal coro oltre che un giornalista di razza, come si suol dire. Le due cose, in lui, erano del tutto sovrapposte e inscindibili. Un uomo con la schiena dritta che ha vissuto pienamente la sua vita. Non sarà dimenticato.