Una serie di commenti ipocriti e capziosi (alcuni anche imbecilli…) al mio post su facebook di ieri sull’immigrato filmato mentre si sta cucinando un gatto per la strada, mi obbligano a tornare sull’argomento.
In questo paese, ogni anno, circa un milione e mezzo di cazzoni avariati annoiati e incapaci di trovarsi degli hobby più sani, se ne vanno in giro per i boschi armati di fucile a sparare a tutto quello che si muove. Sono talmente tanti che ogni tanto si sparano pure fra loro e qualcuno ci rimette le penne. Del resto, chi è causa del suo mal e della sua stupidità…Sinceramente non me ne frega nulla…
Ogni anno assistiamo a questa mattanza di animali del tutto inutile, motivata da interessi economici (industria delle armi). Passi per quelle specie animali che abbondano e che in effetti potrebbero anche provocare uno squilibrio ambientale. Ma certo non è questa la motivazione che spinge quel milione e mezzo di cazzoni ad andargli a sparare.
Lo fanno per puro divertimento. Non hanno certo bisogno di andare a caccia per nutrirsi e se, come dicono, fossero veramente amanti della natura, potrebbero andarsene per i boschi e per le montagne a passeggiare tranquillamente e a fare escursionismo come fa tanta gente (sana di mente). E invece vogliono provare il brivido di sparare a qualcosa che si muove, ad un essere vivente. Questa è la loro adrenalina. Capirei se lo facessero con archi e frecce; sarebbe una cosa tutto sommato accettabile e in armonia con la natura.
Questa pratica barbara non solo è consentita ma anche incentivata e naturalmente non provoca nessun particolare sdegno. Viene vissuta come un fatto assolutamente normale.
Ma andiamo avanti.
In questo paese molta gente maltratta più o meno sistematicamente gli animali, li tiene alla catena, li bastona, li abbandona, spesso li uccide per le ragioni più svariate. Perché non li sopporta per chissà quale oscura ragione sepolta nella sua psiche più profonda, oppure semplicemente perché sono di proprietà del vicino e per fargli un dispetto gli ammazzano il cane o il gatto, con la famosa prassi della “polpetta avvelenata”. Non dispongo dei numeri ma è a tutti noto che in questo modo migliaia di animali vengono ammazzati.
Alcuni sono anche sadici e gli animali sono spesso sottoposti a tortura, per il puro gusto di fargli del male. Questi comportamenti sadici sono agiti molto spesso anche da ragazzini. Non entro nel merito di ciò che ho visto fare a dei ragazzi nei confronti di gatti e cani per ragioni di decenza.
Ora, di fronte ad un gesto grave, osceno ed esecrabile, quale quello di un immigrato che si cucina un gatto per la strada presumibilmente dopo averlo ammazzato, si è scatenato l’ipocrita e scontato pandemonio.
Ma ciò che scuote le coscienze di questi signori e signore non è il fatto in sé (comunque ripugnante) ma che sia stato commesso da un immigrato. Il quale, questo il filo conduttore dei vari commenti, oltre a commettere una cosa barbara ha anche mancato di rispetto alle leggi e agli usi e costumi locali. Tutto vero, e chi lo nega? Sarebbe interessante ora aprire una discussione su come e quanto il nostro mondo occidentale evoluto e civile sia rispettoso nei confronti di quel mondo “barbaro” da cui proviene quell’immigrato (e tanti altri immigrati), ma non è questo il senso di questo post (e di quello che ho scritto ieri).
Il senso del post è accendere i riflettori sulla spregevole ipocrisia di questa gente malata di strabismo, per ignoranza o colpevole connivenza. L’episodio è servito per riaccendere l’ennesima vis anti immigrazionista. E’ bastata una sciocchezza come questa (perché in termini assoluti, rispetto a tutto ciò che accade, questo è…) per scatenare l’ennesima scontata deiezione. Questa gente non pensa e non è educata a pensare, non ragiona e gli dà giù di pancia, senza riflettere. Non a caso ho parlato di deiezione. Alcuni spostano, in malafede, l’oggetto della discussione, hanno ben compreso il senso del ragionamento che gli viene proposto ma se ne fregano e dirottano o cercano di dirottare la discussione su altro, su quello che gli interessa, su quello che per loro è importante, in modo del tutto arbitrario rispetto a quello che l’interlocutore ha voluto dire. Questi sono i peggiori. Ambigui e infidi.
Voglio essere chiaro. NON li voglio più tra le palle. Io non vado quasi MAI sulle bacheche altrui e quelle rare volte che ci vado, anche quando sono in disaccordo con quanto è stato scritto, esprimo la mia critica entrando nel merito, non depistando in modo capzioso (né tanto meno insultando o facendo del pessimo sarcasmo…) e sempre seguendo un filo logico, che è quello che mi contraddistingue. Ora, chi vuole criticare, anche radicalmente, ciò che scrivo, è il benvenuto, a patto però che lo faccia in buona fede, entrando nel merito e seguendo il filo logico che gli viene proposto. In caso contrario è meglio che si astenga altrimenti andà solo ad aumentare la lista (già molto numerosa) di quelli che ho già bannato.
I social potrebbero rappresentare una importante risorsa, specie per chi, come noi e come per la stragrande maggioranza delle persone, non ha mezzi di comunicazione alternativi. E invece li abbiamo trasformati in una fogna a cielo aperto, dove tanta gente si sente in diritto di defecare come se stesse nel cesso di casa sua. E questa è una nostra responsabilità, non di altri, non del potere che ci opprime. Non ci raccontiamo balle e non ci deresponsabilizziamo.
Per cui, io da ora innanzi bannerò immediatamente chi, a mio insindacabile giudizio, si comporterà in un modo che io riterrò ipocrita, offensivo e falso. Non sono qui per aumentare il numero dei like, non ho bisogno di consenso né di gente che mi blandisce. Sto qui solo per dire ciò che penso e, ogni tanto, anche per cazzeggiare, come è giusto che sia, altrimenti la vita che è già amara diventa ancora più amara.
Fonte foto: Il Giornale (da Google)