Commemorando le Foibe, Giorgia Meloni – riporto testualmente – “ha chiesto perdono a nome delle istituzioni della Repubblica per il colpevole silenzio che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale”.
Il colpevole silenzio è il suo che dimentica (si fa per dire…) la feroce occupazione della ex Jugoslavia perpetrata dai suoi padri e padrini ideologici e politici, cioè i fascisti alleati dei nazisti e dei loro alleati in loco, i famigerati e altrettanto nazifascisti ustascia di Ante Pavelic. E’ bene ricordare – lei finge di dimenticarlo ma noi no – che le popolazioni slave erano considerate dai nazifascisti come “razze inferiori”, e questo rese ancora più brutale quella aggressione e quell’occupazione militare che provocò circa un milione di morti, di cui la gran parte civili, fra pulizie etniche, deportazioni in campi di concentramento (nella stessa Jugoslavia), rappresaglie, bombardamenti, centinaia di paesi e villaggi rasi al suolo. Mi chiedo. Avevano qualche ragione gli ex jugoslavi ad essere un po’ incaxxati anche con gli italiani?
Dove voglio andare a parare? Le Foibe sono state una tragedia, conseguenza di una tragedia ancora, anzi, decisamente più grande. Commemorare la prima senza ricordare la seconda serve solo a manipolare la storia per finalità politiche attuali.
P.S. i “vuoti di memoria” della premier, sia chiaro, sono pressoché gli stessi di tutti gli altri esponenti politici (di destra o di “sinistra”) e istituzionali, a cominciare, ovviamente, dal Presidente Sergio Mattarella.
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