La violenza? Comunque maschile, prima e dopo il patriarcato.
Una nuova narrazione sta cominciando
a circolare in alcuni ambienti politico-mediatici femministi e di “sinistra”,
in base alla quale il presunto aumento (tutto da dimostrare, ovviamente) della violenza
maschile contro le donne – audite, audite! – sarebbe dovuto proprio alla
scomparsa del patriarcato.
Tradotto, gli uomini, sentendosi frustrati
per non essere più nelle condizioni di esercitare potere sulle donne,
reagirebbero con ancora più violenza. Quindi prima agivano in modo violento perché
avevano il potere, mentre ora continuano ad agire in modo violento perché non
lo hanno più. Come la metti la metti, la violenza maschile sulle donne non
conoscerà mai fine. E ti credo, se così non fosse il femminismo si squaglierebbe
come neve al sole e troppe femministe (e femministi) rimarrebbero senza lavoro,
stipendi, incarichi, quote, consulenze, “discriminazioni positive” e corsie
preferenziali, cioè privilegi.
Battute a parte (ma neanche tanto…),
è evidente che stanno studiando una nuova strategia. Hanno capito che
continuare a battere sul solito tasto del patriarcato rischia di non essere più
credibile. Del resto la realtà concreta è quella che è e non può essere deformata
più di tanto e allora si trovano nella condizione di dover aggiornare la
narrazione. La finalità, ovviamente, è quella di tenere sempre altissimo l’allarme
e l’attenzione mediatica sui temi della violenza maschile e del femminicidio
che devono comunque restare una emergenza costante, anche laddove numeri,
percentuali e statistiche la smentissero (e in effetti già lo fanno..).
Insomma, patriarcato o non
patriarcato, fine pena mai. Si mettano pure l’anima in pace tutti quelli che in
cuor loro (anche se non lo dichiarano pubblicamente) sperano in una fine del
tormentone.
Continueranno così, ottusamente, fino
a quando anche tutta l’Europa sarà inevitabilmente governata da una serie di
cloni di Trump che vinceranno le elezioni con percentuali bulgare perché la
gente sarà talmente esausta dei deliri woke e politicamente corretti che,
magari turandosi il naso, sarà disposta a votare pure per Satana in persona. Ma
anche in questo caso non si fermeranno, perché nella loro proverbiale e
razzistica supponenza, incapaci ed impossibilitati ad una sia pur pallida
autocritica, tronfi ed autoreferenziali, continueranno a dire che i ceti popolari
votano a destra perché sono rozzi, ignoranti e analfabeti. Quegli stessi ceti popolari che più o meno, è
bene ricordarlo, una volta votavano in larga maggioranza per i partiti
comunisti e socialisti.
Se non ci diamo una mossa a costruire una nuova forza autenticamente Socialista e popolare alternativa ai due attuali poli di destra e di “sinistra”, rischiamo di fare tutti e tutte una brutta fine.
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