Gli investimenti della UE e dell’Italia nelle reti dei metanodotti e nei rigassificatori sono nell’ordine di una quantità incalcolabile di miliardi di euro, cui dobbiamo aggiungere i gasdotti marini del Mediterraneo dalla Libia e dall’Algeria e più recentemente nel mar Adriatico.
La UE e il governo italiano hanno stanziato somme nettamente inferiori ma ugualmente considerevoli nell’energia verde (eolico, fotovoltaico, solare, geotermico…), ponendo fine (si dice nel 2025) all’estrazione del carbone.
Personalmente credo che le somme messe a disposizione dell’energia verde siano del tutto insufficienti per un ribaltamento a favore di un’energia pulita. E, naturalmente, la pecunia non si può trovare per le scellerate scelte di politica economica (austerity, spese abnormi nel settore militare, missioni di guerra, distruzione del patrimonio economico pubblico, della sanità, dell’istruzione…) e di politica fiscale a favore di banche e di imprese private, dei ceti sociali benestanti (IRPEF inadeguato per realizzare un minimo di solidarietà), l’impedimento per legge all’uso dei paradisi fiscali e all’uso consueto di trasferire la sede fiscale all’estero qualora si voglia usufruire degli aiuti e dei prestiti di stato (il caso Lapo Elkann è spudoratamente oltraggioso)…
Le risorse per l’energia verde? Sarebbe sufficiente una tassa dell’1% sul patrimonio immobiliare dei 400.000 super-benestanti italici. Ma è una scelta che nessun governo borghese, tanto più se neoliberista, oserà mai, anche se la nazione scendesse ancora più in basso. Perché della nazione e del popolo italiano poco interessa ai voraci paperoni e alle loro guide europee, alle tre zarine, ai maggiordomi locali. Che il popolo (in via di “plebeizzazione”) si accontenti delle succose carni di scarto che possono arrivare per terra dagli opulenti banchetti dei Signori.
La politica neoliberista si fonda sulla super-ricchezza da difendere a tutti i costi, anche con le stragi (Milano, Bologna, Brescia, Italicus…), con i colpi di stato (Cile, Honduras, Grenada, Bolivia…). con il furto legalizzato di oro e di denaro (Libia, Venezuela…), con l’aggressione diretta (Siria, Mali, Afghanistan…)
Dichiarazione populista quella del governo di operare una svolta verde? Per il maggiordomo Conte e per la casta di governo che gli sta addosso, è il metano la strategia verde prioritaria, dato che si dice che il gas miracoloso ha, rispetto al petrolio e all’olio combustibile, un 10% in meno di capacità di inquinamento. Quella che per gli ambientalisti è considerata realmente “verde” non sarà dimenticata. Un qualche spicciolo arriverà. E toccherà proprio agli ambientalisti lottare strenuamente perché i cordoni della borsa euro-italica si aprano il più possibile.
La violenza subita dagli abitanti e dal territorio pugliese a causa del Tap (trans-adriatico-pipeline) è significativa delle scelte autoritarie, indiscutibili, antipopolari dei governi di destra perbenista (va da sé che la destra arcaica e rozza di Salvini, qualora andasse al governo, sarebbe ugualmente serva dei milionari, delle aree più ricche del Paese, della UE e della NATO, e sul piano sostanziale cambierebbe ben poco).
Il bel Paese ha scarse capacità di approvvigionarsi di energia nel proprio territorio. Solo il 15/20% di consumo è garantito in loco. In via di esaurimento le risorse metanifere della Val Padana, si procede ora a grandi passi nel Meridione: Basilicata soprattutto (dove, tra l’altro, si estrae il 70% della produzione nazionale di petrolio), Puglie, Sicilia. Oltre che nell’Adriatico, le trivelle vanno verso lo Ionio.
Evidente la necessità di importare. Ed oggi, più che mai, importare significa stabilire relazioni diplomatiche e concedere compromessi politici. Vediamo brevemente, secondo i dati del 2017: 1)
la Russia innanzitutto con il 39,5%, Il gas algerino rappresenta il 28% dell’intiero importo nazionale ed arriva in Sicilia con il gasdotto Transmed. Mentre dalla Libia riceviamo il 6,7% mediante il gasdotto Greenstream, dal Qatar l’oro blu arriva in Italia come GNL (gas naturale liquido) con le navi metaniere e naturalmente hanno bisogno di rigassificatori.2) Privilegiato dall’emirato il terminale di Rovigo. Da Norvegia e dall’Olanda riceviamo rispettivamente il 4% e il 2%.
L’eccessiva dipendenza di gas dall’ Orso russo preoccupa gli Stati Uniti che stanno compiendo una durissima contesa in tutto il Continente europeo perché gli spazi di manovra della dirigenza russa siano limitati al massimo. Quando si era progettato il rigassificatore di Cagliari (progetto per ora riposto in soffitta) si pensava proprio al GNL statunitense che avrebbe reso felici i sardi con una superba rete di metanodotti che presumibilmente sarebbe discesa in mare per soddisfare la sete di metano del Continente italico ed europeo.
La TAP che trasporterà il gas dell’Azerbaigian cambierà di poco il gioco delle dipendenze dal nemico russo, ma costituisce un attacco simbolico cui gli States tengono in particolar modo e che pare non abbia disturbato il signor Putin più di tanto. Comunque sia, il progetto, più americano che italiano, deve essere difeso strenuamente. Da qui la violenza della polizia. Terribile quando sono in giuoco gli interessi degli States, Ne sia esempio l’aggressione compiuta contro pacifici manifestanti No Muos a Niscemi da parte della polizia con gas lacrimogeni “armi da guerra di terza categoria”. Qualche centinaio di persone, bandiere colorate, striscioni, bambini con i palloncini. Nessuna tensione. Tensione creata dai celerini in tenuta antisommossa. Nessuna reazione. Forse la si voleva ma i manifestanti non ci sono cascati.3)
Non si scherza dove ci sono interessi Usa o Nato. Lo sanno bene in Sardegna con le basi militari.
Il metano sarà l’energia “verde” del governo italico e della Commissione europea. Valorizzato sempre più come arma di guerra e difeso per tutelare gli interessi della patria. Contrabbandato come “verde”, i movimenti in difesa della salute dovranno trovare larghe unità di popolo contro un autoritarismo sempre più invadente, contro un Leviatano antidemocratico e antipopolare, se vogliono strappare spazi di libertà e di civiltà
NOTE
1)Alberto Bellotto, Lorenzo Vita “ Da chi importa il gas…” Insideover 24/12/18
2) i rigassificatori attivi sono due: il primo, offshore, presso Rovigo, il secondo nei pressi di Panigaglia (La Spezia). Via libera all’attivazione di Gioia Tauro che sarà il più grande in Italia. Tre i rigassificatori in via di costruzione: il primo al largo tra Livorno e Pisa, parzialmente già attivo, il secondo a Porto Empedocle (Sicilia), progetto sospeso attualmente in discussione, il terzo a Brindisi. Da tenere presente molti altri progetti già approvati. Altri ancora sono stati abbandonati
3) Antonio Mazzeo “ Contro i No Muos di Niscemi armi chimiche…” La bottega del Barbieri 14/8/20