Il centro-sinistra crolla miseramente. Il PD è in via di estinzione.
Punito il tentativo di LEU di apparire “alternativo” al PD: Trionfano le forze che hanno saputo interpretare le emozioni di un popolo scioccato dai talk show, dalle fake news, di un popolo che sembra abbia perso un qualsiasi baricentro culturale e morale e che abbia voluto riporre le sue ultime speranze nel nuovo, nelle promesse mirabolanti dei pentastellati (vedi reddito di cittadinanza e moltiplicatore economico) e in quelle rassicuranti (contro i migranti, contro il parassitismo dei “terroni” e delle burocrazie statali) del centro-destra rivitalizzato da Salvini.
Sul piano di un’analisi antropologica e sociologica, è avvenuto, senza ombra di dubbio, un terremoto. Il perbenismo PD che coniugava obbedienza cieca alla finanza internazionale (impersonata dalla UE e dal FMI), repressione poliziesca, creazione di centri di detenzione nei paesi africani con un’accoglienza untuosa e ambigua, con un femminismo convenzionale di marca Clinton/Boldrini, con un sostegno alle cause LGBT, con un bieco umanitarismo ispiratore di guerre terroristiche… è stato spazzato via.
Un passo avanti o uno indietro ? L’uno e l’altro. Essersi sbarazzati di una classe dirigente che dal 1992 si è impegnata nella dissoluzione dell’intervento statale in economia (che ha condotto l”Italia in quegli anni ad essere la quarta potenza industriale con un PIL superiore a quello della Gran Bretagna), nella svendita del patrimonio pubblico, nella liberalizzazione selvaggia, nella svalorizzazione del cambio lira/marco in vista della nascita dell’euro, nell’aggressione contro il lavoro e lo stato sociale, contro l’istruzione, la ricerca e la sanità… è una cosa buona.
Non buono invece rimanere incantati davanti al discorso antimeridionalista e anti-immigrati del centro-destra, con punte oltraggiose di razzismo in particolare nella Lega, davanti alla finta democrazia del movimento-azienda di 5Stelle (neanche i dittatori hanno avuto il potere di avere la proprietà del simbolo, associazione o movimento che sia…), davanti alle dilettantesche proposte di economia politica presentate da Salvini e da Di Maio…
Un popolo, abbiamo detto, senza baricentro… e certamente non lo recupererà con gli attuali vincitori privi di spessore culturale, non solo sul piano amministrativo, giuridico, economico, politico ma anche sul piano antropologico e sociologico.
Improvvisazione e dilettantismo al governo. Ma sempre meglio di una elite corrotta e spocchiosa che doveva essere abbattuta come giustamente lo è stata.
E le guerre umanitarie? Continueranno. Così anche le “missioni” sempre umanitarie. Saremo ancora “amici della Siria” come a dire amici dei terroristi ? Forniremo armi all’Arabia saudita per combattere gli Houti e per fare strage di civili ? Certamente. Non dobbiamo dimenticare che la tenue crescita del PIL è dovuta al traffico d’armi diffuso in decine di paesi arabi e africani. Continuerà la politica di boicottaggio del Venezuela assieme al sostegno incondizionato del sionismo? Certamente. Nessun impedimento verrà ad una politica estera imperiale e allo stesso tempo subalterna.
Dalle forze “anti-sistema” avverrà una forte opposizione alle imposizioni feroci dei trattati europei, al Fiscal Compact, alle richieste della Nato di portare le spese militari al 2% ? Assisteremo alla cancellazione della “Fornero”, del jobs act, della “buona scuola”? Tranquilli. Niente sarà toccato.
Al limite qualche lieve tocco di maquillage che sarà esaltato e magnificato dai media mainstream che dovranno omaggiare e servire i nuovi padroni.
C’è dunque da stupirsi che i “mercati” non siano in fibrillazione per il terremoto elettorale e siano invece in calma piatta ? La grande finanza, la Banche, gli speculatori alla Soros sono tranquilli e consapevoli che potranno agire come prima e meglio di prima perché gli attuali leader superano come pupazzetti di cartapesta i precedenti che già erano delle nullità. E la popolazione italica ne subirà le conseguenze a partire dalla prossima finanziaria che sarà, come ha osservato Giorgio Cremaschi, una finanziaria “di guerra”.
Qualche notazione, per concludere, sul modestissimo esito elettorale di Potere al Popolo. Non è più tempo (se mai lo è stato) di “arcobaleni”, di agglomerati di forze contradditorie, di ammucchiate per guadagnare qualche voto. Siano d’esempio (almeno in questo) i 5Stelle che sono stati radicali nel linguaggio, saldi sulle loro posizioni, inflessibili (almeno a parole) sul piano morale. Sono stati premiati perché sono stati interpretati antitetici al sistema e capaci di governare.
Potere al Popolo, se vuole vivacchiare, come circolo giovanile alternativo, può accontentarsi di partecipare a lotte episodiche sulla casa, sull’ambiente, sulla scuola, contro la violenza fascista…ma se vuole essere un punto di riferimento per i lavoratori, per i precari, per gli immigrati, per il mondo della scuola e della sanità, allora deve cambiare registro, dismettere i suoi panni giovanilisti da centro sociale, organizzarsi come partito ed elaborare un programma politico che non sia raccogliticcio di varie tendenze, ma capace di esprimere obiettivi rivoluzionari (l’orizzonte del superamento del capitalismo) attraverso, ovviamente, tappe intermedie come il recupero della sovranità nazionale in un contesto comunitario euro-mediterraneo, la fuoruscita dalla Nato…la ripresa della lotta contro la jobs act, contro la “buona scuola”…Un partito che sia veramente responsabile e antisistema, che sappia formulare un’idea di società alternativa e che sia allo stesso tempo credibile e possibile…
Foto: Il Messaggero (da Google)