Fonte foto: Open (da Google)
Due fatti di cronaca assai significativi della barbarie in cui viviamo.
Il primo é la recente uccisione del suo compagno (maschio) da parte di una donna (femmina) in provincia di Monza-Brianza con un grosso coltello da cucina. Bene. Anzi, male: la donna che ha assassinato l’ uomo evidentemente non presentava alcun graffio o livido, alla cui descrizione e ingigantimento sarebbe stata altrimenti dedicata gran parte della durata degli articoli di stampa e TV sull’ omicidio in questione; e nemmeno aveva mai sporto alcuna denuncia contro la vittima per violenze fisiche e financo “psicologiche “, dato che non se ne parla, mentre puntualmente, immancabilmente, ogni volta che la vittima di un qualche femminicidio aveva precedentemente denunciato l’ assassino a questa circostanza viene dato amplissimo spazio, spesso e volentieri implicitamente colpevolizzando i giudici che “malgrado ciò” non avevano “debitamente” prevenuto la tragedia.
Ovviamente l’ assassina, per discolparsi, lamenta di avere ucciso “dopo l’ ennesima violenza da parte della vittima”, per legittima difesa (come naturalmente anche il suo avvocato immancabilmente, puntualissimamente intervistato). Sul caso ho attentamente ascoltato un servizio di una giornalista (donna) nel TG3 Regionale Lombardia; ma, come quasi sempre accade, anche gli altri articoli, di giornaliste donne e di giornalisti uomini indifferentemente, che ho seguito con minore attenzione, recitavano sostanzialmente lo stesso copione, così riassumibile: SENZA ALCUN OMBRA DI DUBBIO l’ assassina (in questo modo fatta passare per povera vittima) aveva subito ripetute, inaudite violenze da parte del compagno, che aveva “finalmente” ucciso per sacrosanta legittima difesa, (facendo così passare l’ assassinato per colpevole dell’ unico autentico crimine che sarebbe stato effettivamente perpetrato nella circostanza; che sarebbe ovviamente quello di “violenza maschlistico-patriarcale su una donna”). E chissenefrega se la pretesa “povera vittima del patriarcato” in questione non presentava il ben che minimo graffio o livido, e se non aveva mai denunciato per “violenze”, nemmeno “psicologiche”, il presunto efferato “carnefice patriarcal-maschlista”, che malgrado ciò l’ avrebbe indubbiamente sottoposta per molto tempo a pretesi terribili maltrattamenti ed abusi!
Piccola postilla: non mi risulta che nessun giornalista, parlando del crimine in questione abbia usato la parola “maschicidio”, che secondo logica sarebbe stato perfettamente calzante, dal momento che l’ uccisione di una donna da parte del compagno o ex compagno (maschio) vien detta “femminicidio” … Senonché prima della logica viene il pensiero unico politicamente corretto con i suoi pregiudizi, le sue idiosincrasie, i suoi divieti, le sue censure di fatto. Rilevo in proposito che non di rado i giornalisti di stampa e TV amano ripetere che “a volte le parole pesano come pietre”; anzi, “come macigni”.
Il secondo fatto di cronaca che mi ha colpito é la poco meno recente morte di un ladruncolo extracomunitario che non si era fermato all’ alt dei carabinieri e fuggiva con lo scooter che aveva rubato; morte occorsagli in seguito ad un inseguimento nel corso del quale era stato criminalmente speronato dalle forze dell’ ordine stesse. La scena é stata filmata al telefonino da un passante, ma il cellulare di quest’ ultimo é stato prontamente sequestrato dai carabinieri (forse per fare sparire le prove della loro innocenza? Beh, questo farebbe il paio con i militari russi che di tanto in tanto si autobombarderebbero nella centrale nucleare di Zaporozie da loro stessi occupata!). Ma “per fortuna” in questi ultimi giorni stampa e TV hanno insistentemente mandano in onda un filmato, con tutta evidenza ripreso dagli inseguitori-speronatori, che mostra il fattaccio, MA SOLO FINO ALLA CADUTA DAL MOTOCICLO E ALLA MORTE DEL MALCAPITATO LADRUNCOLO ESCLUSE. SIC! E lo hanno commentato in modo tale da insinuare o comunque suggerire che questo filmato dimostrerebbe essersi trattato di uno sfortunato incidente (le parole che usavano sono state, oltre che “incidente”, “disgrazia”, morte”, “tragedia” e così via naturalizzando e innocentizzando). Bene. Anzi, male: quando (cioé spesso e volentieri!) un poliziotto uccide un ladruncolo negro* negli USA qui da noi, in Italia, non si perde occasione per manifestare “sacrosanto sdegno e fermissima condanna (come é giusto fare); per esempio negli stadi di calcio, nei circuiti per le corse motoristiche e altrove gli sportivi professionisti si inginocchiano e chinano la testa indignati; e cantanti e guitti vari dello spettacolo non mancano di premettere predicozzi moralistici alle loro esibizioni; e i giornalisti menano grande scandalo (quegli stessi giornalisti che in questi giorni diligentemente propalano il filmato tagliato della morte violenta, in Italia, del ladruncolo extaracomunitario, opportunamente confezionato così da essere “assolutorio” per le forze dell’ ordine italiane). Invece quando, come in questo caso, un ladruncolo “marocchino” viene speronato in Italia su un motociclo da un’ auto delle forze dell’ ordine e conseguentemente va al creatore nessuno sportivo e nessun cantante o guitto dello spettacolo si indigna e si inginocchia, nessun diligente sindaco (preferibilmente del PD) coglie al volo l’ occasione per farsi pubblicità promuovendo iniziative e manifestazioni di ferma condanna. Sbaglierò, ma mi sembrerebbe doversene trarre le seguenti conclusioni: che da noi, o meglio per l’ ideologia da noi dominante, le donne appartengono a un sesso** superiore e gli uomini a un sesso inferiore; e che i ladruncoli negri* (ma, nota bene!) AMERIKANI appartengono a una razza superiore, mentre i ladruncoli extracomunitari (ma, nota bene!) RESIDENTI IN ITALIA a una razza inferiore, alla faccia dell’ antirazzismo e dell’ “inclusivismo” da parata politicamente corretta. ___________________
* Nota per i pessimi -senza virgolette- “””buonisti””” politicamente corretti: uso questa parola e non penosi – e spesso rivelatori! – pseudoeufemismi perché non sono razzista, ma per davvero, senza alcuna coda di paglia o scheletro nell’ armadio; e dunque non l’ ho mai considerata una parolaccia.
** Per me quello di “genere” é un concetto meramente grammaticale.
Fonte foto: Il Giorno (da Google)