Mi è stata segnalata questa ignobile sceneggiata della esponente di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè, che si scaglia contro un uomo e padre di famiglia di 47 anni, percettore del reddito di cittadinanza, colpevole, secondo il suo misero setaccio, di non avere voglia di lavorare.
Questa insulsa e squallida donnetta incarna, forse meglio di qualsiasi altra/o esponente del suo partito, lo “spirito” di questa destra reazionaria, securitaria, liberista e atlantista.
Fratelli d’Italia – così come altre forze della destra europea – rappresenta la versione più sordidamente reazionaria e classista delle classi dirigenti di questo paese. Se il PD è il volto più subdolo, “sofisticato” e quindi anche più pericoloso di queste ultime, FdI è quello più manifestamente reazionario.
Un uomo di 47 anni che ha perso il lavoro o che non riesce a trovarlo e che legittimamente fa richiesta del reddito di cittadinanza, per la Santanchè e per questa destra non solo è uno sfaticato, un buono a nulla, un perdigiorno e un parassita ma anche un cattivo padre, un pessimo esempio diseducativo per i suoi figli.
La scomunica della Santanchè è, dunque, doppia. L’uomo viene condannato come cittadino/soggetto sociale e come padre.
Questa ricca borghese viziata che vive nel lusso non ha neanche la percezione della vita reale e delle condizioni in cui possono trovarsi degli uomini e dei padri di famiglia che molto spesso e in età avanzata – ma questo lei non lo sa o molto probabilmente lo sa ma se ne infischia – arrivano a togliersi la vita proprio perché hanno perso il lavoro e non riescono a ricollocarsi sul “mercato”.
L’attacco è quindi politico, nel caso specifico al reddito di cittadinanza e al M5S che di quella legge è stato promotore. Il reddito di cittadinanza, pur fra tante contraddizioni, ha comunque aiutato concretamente molte persone in grave difficoltà e ha contribuito a sottrarre allo sfruttamento selvaggio a cui sono sottoposti molti lavoratori e lavoratrici da parte di molti (relativamente) piccoli e medi (ma anche medio alti) imprenditori che costituiscono una parte consistente del bacino elettorale del partito della Santanchè, di cui lei è degna rappresentante.
La libertà di sfruttamento per questo personaggio è sacra e inviolabile, si può, si deve ed è giusto lavorare con contratti a tempo determinato per 400 euro o 800 euro mensili rispettivamente per quattro o per otto ore al giorno, e spesso molto di più perché tutti sanno che soprattutto nelle piccole e medie imprese l’orario di lavoro così come le mansioni sono estremamente flessibili e non esiste nessuna tutela nè copertura sindacale.
Questo è il modello sociale della Santanchè e della destra. Una sorta di “liberismo securitario”, di sfruttamento selvaggio camuffato dalla solita retorica vetero borghese sull’etica del lavoro. Il disoccupato è, in buona sostanza, uno sfaticato, “perché chi ha veramente voglia di lavorare – questa la filastrocca che abbiamo ascoltato tante volte – un lavoro lo trova sempre e comunque”. Siamo di fronte alla più vergognosa e spudorata giustificazione ideologica dello sfruttamento.
Svelare la menzogna di questa destra grettamente liberista, classista e reazionaria, che oggi (come sempre…) sostiene spudoratamente le guerre imperialiste degli USA e della NATO è fondamentale quanto svelare la menzogna della “sinistra”, meno rozza e più subdola e dunque ancor più pericolosa, ma altrettanto reazionaria.
https://www.la7.it/nonelarena/video/santanche-contro-un-percettore-del-reddito-di-cittadinanza-un-pessimo-esempio-per-i-suoi-figli-23-05-2022-439371
Fonte foto: Il Fatto Quotidiano (da Google)