Il DDL 1660, firmato da Sergio Mattarella,
ratifica la complicità della “sinistra zombie” con la destra aziendale nella
transizione ad una nuova Architettura di potere. Ha ragione Julian Assange: “la
nostra generazione potrebbe essere l’ultima generazione nata libera”.
La firma da parte del Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, del DDL 1660 ratifica la continuità
programmatica della “sinistra zombie” (per dirla con la giornalista
d’inchiesta Diana Johnstone) con la destra aziendale nella transizione verso
ciò che Edward Snowden ha chiamato una “nuova Architettura di potere”. Il
decreto sicurezza, introducendo quattordici nuove fattispecie di reato, coniuga
la tradizione del populismo penalista, tipicamente reaganiano, con
l’edificazione di un nuovo “modello” capitalista basato sulla “sorveglianza
globale”. Le direttive europee e l’europeista Mattarella, figlio di “Don
Bernardo” (informatore della CIA colluso con Cosa Nostra), si
collocano all’interno di una tendenza del capitalismo occidentale che accomuna
entrambi gli schieramenti politici: la nuova normalità della guerra, una
condizione necessaria per rilanciare la dottrina USA della “guerra eterna”.
Il sociologo Vincenzo Scalia, esponente
italiano della Criminologia critica (corrente di pensiero che coniuga la
scienza criminologica con la teoria marxista), ha esaminato, in termini
giuridici, la natura incostituzionale dei provvedimenti governativi:
“In primo luogo perché individua delle specifiche
categorie sociali giudicate pericolose. Si parla esplicitamente di persone che
hanno precedenti penali, in particolare per furto, reati connessi al possesso e
all’uso di sostanze, alla violazione delle leggi sul porto d’armi e ai reati
contro la persona. Una definizione a maglie strette, ma assolutamente gravida
di pregiudizi. Innanzitutto perché presuppone la recidività, stabilendo
l’esistenza di una vera e propria propensione a delinquere da parte di chi
commette certe tipologie di reato. Inoltre perché, su una questione controversa
relativamente all’uso e al consumo di sostanze, sorvola sul fatto che il
processo di criminalizzazione è stato portato avanti sull’onda di due leggi
molto discutibili, come la Jervolino-Vassalli e la Bossi-Fini. Laddove altri
paesi, cominciando per esempio a legalizzare la cannabis, si muovono su binari
diversi.
In secondo luogo, la direttiva delega al controllo
capillare da parte delle forze dell’ordine l’individuazione dei presunti
profili criminali. Se da un lato non potrebbe essere diversamente, dal momento
che i microchip che Philip Dick immaginava nei suoi romanzi sono ancora (per
fortuna) di là da venire, dall’altro lato è fin troppo evidente chi saranno i
destinatari dell’azione selettiva dei corpi preposti alla repressione.” 1
Una vergogna incostituzionale. L’aspetto che emerge è la
presenza minima dello Stato in economia, mentre gli apparati statali vengono
iper-potenziati per quanto concerne il controllo capillare della società. Il
reaganismo economico, nella variante dello “Stato minimo”, è la
condizione necessaria per brutalizzare le dinamiche d’accumulazione capitalista
e la “guerra di classe d’alto” (citando il sociologo Luciano Gallino);
destra aziendale e “sinistra sintetica” hanno cooperato, in un autentico
Teatro degli Orrori, nella costruzione del capitalismo orwelliano che emerge
nella lungimirante analisi di Scalia.
Le classi disagiate vengono relegate nelle periferie
urbane, mentre la borghesia metropolitana è l’attore principale delle smart
city, una distopia capitalista egemonizzata dalle multinazionali operanti
nel campo delle nuove tecnologie informatiche edi sorveglianza. In criminologia,
tutto ciò configura una vera e propria teoria ecologica del reato, dove lo
Stato diventa il protettore di bancarottieri, grandi capitalisti, pirati del dark
web e global fascisti. Il DDL 1660 nega diritti basilari (scioperi,
occupazioni, solidarietà sociale verso i migranti) ma, cosa poco dibattuta,
garantisce immunità agli apparati d’intelligence, autoctoni e stranieri.
Domanda (adesso legittima): il Mossad, forte di questa mostruosità
legislativa, sta preparando nuove operazioni “falsa bandiera”, coadiuvando
il legame del governo della neofascista Giorgia Meloni con l’entità sionista? Il
governo israeliano-fascista ha monopolizzato un settore ambito dell’economia
capitalista, quello della sorveglianza; il Mossad, manovratore nei
gangli vitali del capitalismo parassitario dell’UE, non si lascerà
scappare la possibilità di silenziare il dissenso arruolando agenti
provocatori.
Per la destra aziendale il “modello” da perseguire è
quello israeliano, mentre la “sinistra zombie” vorrebbe trasformare
l’Italia in una Ucraina “dem”, il neonazismo coi tacchi a spillo.
Non c’è un meno peggio, “entrambe le scelte sono peggiori”.
Elon Musk, ex finanziatore della “sinistra zombie”,
adesso promuove la destra Global-fascista, legando l’estrema destra coi
gangli vitali dell’economia finanziaria: il capitalismo parassitario. Leggiamo una
analisi del giornalista marxista Joseph Kishore, sul World Socialist Web
Site (WSWS), testata online solitamente ben documentata su questi
temi:
“La
promozione della destra fascista da parte di Musk riflette le sue inclinazioni
politiche, che risalgono alle radici della sua famiglia nel Sudafrica
dell’apartheid. Nel processo in cui emerge come principale sostenitore
finanziario e politico di Trump, Musk ha abbracciato quello che ha definito
“Dark MAGA”, utilizzando al contempo la sua proprietà di X per promuovere
sistematicamente individui e gruppi di estrema destra e neonazisti.
Il ruolo centrale di Musk nell’alimentare
l’ascesa dell’estrema destra in tutto il mondo sottolinea un punto politico più
fondamentale: i miliardari sono una tossicità per la democrazia. L’oligarchia
capitalista ha accumulato ricchezze inimmaginabili a spese della classe
operaia. I dieci individui più ricchi del mondo, nove dei quali americani,
possiedono complessivamente 2,1 trilioni di dollari, una somma superiore al PIL
della maggior parte delle nazioni.” 2
La guerra civile finanziaria di Wall Street
ci dirà chi, nei prossimi anni, dominerà il dark web, quel sistema di
potere che permette alla borghesia mafiosa di trasformare l’odierna società in
una “società cocainista”, cosa rilevata da diverse correnti
criminologiche. Una cosa è certa: gli apparati di polizia concentreranno la
repressione verso i settori più svantaggiati della società, genuflettendosi al
Padronato anti-patriottico. Continua Scalia:
“Dubitiamo che un poliziotto fermerà mai un
manager in grisaglia per controllare il contenuto della sua 24 ore, o una
signora in tailleur Armani per accertarsi che il secchiello dernier cri di Luis
Vuitton non contenga sostanze illecite. Né accerterà le loro generalità in
questura per conoscerne la fedina penale.” (Ibidem)
La teoria della “tolleranza zero”,
studiata nei programmi universitari di “Sociologia della devianza”,
nasce negli Stati Uniti negli anni ’80 implementata dal sindaco di New York, il
neocon Rudolf Giuliani; il neoliberalismo poteva funzionare soltanto se
combinato col populismo penalista, un regime discriminatorio teorizzato
un decennio prima dal Cato Institute ed applicato, nella fase sperimentale o
“da laboratorio”, nelle dittature oligarchiche dell’America Latina. In ciò
Meloni e Macron o Trump ed Harris sono due facce della medesima medaglia: la
transizione verso una “nuova Architettura di potere”in cui i “poveri”
diventano cavie da laboratorio. In tutto ciò la gestione militarizzata della
pandemia, soprattutto nella parentesi del “Draghistan”, ha aperto le
porte al DDL 1660, accelerando la militarizzazione della società civile.
Non si tratta “d’una svolta autoritaria”, ma di una evoluzione strutturale del
capitalismo “di quinta fase”.
La società neoliberale è la “società della
paura”.Per dirla con lo storico marxista David North “i miliardari sono
tossici per la democrazia”.
https://www.wsws.org/es/articles/2024/12/23/pers-d23.html
Fonte foto: da Google