Ieri si è svolto a Roma un raduno nazionale di ultrà neofascisti organizzato insieme a Forza Nuova.
La cosa (solo apparentemente) incredibile non è solo o tanto che un simile raduno di teppaglia sia stato autorizzato ma che gli sia stato concesso di tenerlo al Circo Massimo. Non una piazzetta qualunque in una zona periferica ma in pieno centro di Roma, a due passi dal Campidoglio e da Piazza Venezia. La manifestazione è culminata con dei tafferugli, inizialmente scoppiati fra i manifestanti (uno di loro ha concesso una intervista a dei giornalisti, è stato allontanato in malo modo dai suoi amici che non volevano fossero rilasciate interviste e ne è nato un parapiglia) i quali, a quel punto, hanno colto l’occasione per inveire contro i giornalisti e lanciare qualche sasso e qualche fumogeno contro la polizia che li ha respinti.
A mio parere la (finta) gazzarra era già stata decisa. Non è infatti successo nulla di particolarmente grave (nulla che non succeda quasi ogni domenica negli stadi o zone limitrofe dove questi gruppi di “ultrà” bivaccano da decenni) ma quel poco che è successo è stato sufficiente per finire sui giornali e sulle televisioni. Esattamente quello che un po’ tutti volevano. Gli ultrà neofascisti per ovvie ragioni di visibilità. Ma non solo.
Subito dopo gli incidenti i partiti (PD in testa, ovviamente), i media e le istituzioni varie (in primis la sindaca Raggi) se ne sono usciti con i rituali e scontati comunicati stampa di condanna dell’ennesimo atto di violenza fascista in una città medaglia d’oro della Resistenza e bla bla bla…
La solita ipocrita demagogia fondata su un antifascismo di maniera, una foglia di fico, un simulacro retorico che per quarant’anni è servito da falsa coscienza ai partiti della cosiddetta prima Repubblica e ora serve a quelli post-democristiani della seconda a guida PD, con Forza Italia (l’ex “Belzebù”, Berlusconi, l’ex “male assoluto” ormai da tempo è addirittura corteggiato dal governo e dalla “sinistra”…) che gli strizza l’occhiolino.
Ma come? Prima si concede agli ultrà di incontrarsi in pieno centro di Roma (ben sapendo chi sono questi tizi, e anche ben al di là del loro credo ideologico…) e poi si fa mostra di sdegno in seguito agli incidenti avvenuti. Invece di fingere di scandalizzarsi, la domanda – se fossero in buona fede – sarebbe dovuta essere:” Perché la questura (e quindi il governo) ha autorizzato la manifestazione e concesso la piazza (e che piazza…) a questa gente?”. E’ bene, a questo punto, aprire una parentesi (onde evitare che i soliti furbetti ci accusino di essere dei liberticidi che vogliono limitare la libertà di espressione e di manifestazione) per ricordare che la maggioranza dei gruppi ultrà da almeno trent’anni a questa parte non ha nulla a che vedere con il sano e se volete goliardico (ma innocuo) tifo calcistico bensì si tratta gruppi dichiaratamente neo nazifascisti e razzisti collusi con la criminalità organizzata, il traffico di stupefacenti e altre attività illecite. E’ a questa gente che è stato concesso di incontrarsi al Circo Massimo, a Roma.
Per capire, facciamo un salto indietro, con la premessa che i fascisti sono sempre stati utilizzati come cani da guardia dalle borghesie e dalle classi dominanti. Negli anni ’70, i neofascisti furono utilizzati come manovalanza da settori dello stato, da cordate politico-affaristiche molto potenti e dagli ambienti NATO per destabilizzare il paese (il “fenomeno” prese il nome di “strategia della tensione”). Nello stesso tempo furono utilizzati per alimentare la cosiddetta teoria degli “opposti estremismi” funzionale all’allora “regime” democristiano che vedeva la Democrazia Cristiana collocata al centro fra la sinistra da una parte e la destra dall’altra. La strategia politica degli “opposti estremismi” si rivelò molto efficace, per la verità, e consentì al maggior partito di governo, la DC, di governare indisturbata per molto tempo.
Oggi la situazione è completamente mutata. La Sinistra, infatti, non esiste più. Al suo posto c’è uno schieramento neoliberale (decisamente il più favorito dalle elite finanziarie, politiche e tecnocratiche europee) il cui baricentro è costituito dal Partito Democratico (almeno per ora).
La destra invece esiste eccome (Lega e Fratelli d’Italia) e, nel teatrino della finta dialettica politica in cui ci troviamo, gioca il ruolo della forza “populista” “antisistema”. Balle, ovviamente, anche di proporzioni cubitali, ma tant’è.
Il micro universo della “fascisteria” attuale invece, in tutto ciò, gioca un ruolo assolutamente marginale. E tuttavia può sempre tornare utile all’occorrenza. In Ucraina, tanto per fare un esempio, la teppaglia nazista che fece da manovalanza al golpe antirusso era formata da ultrà della Dinamo Kiev e di altre squadre di calcio.
In questa fase, può sempre servire come specchietto per allodole. Giocano la parte dei “cattivi” (che poi lo siano per davvero è un altro discorso, sia chiaro, ma non certo più “cattivi” di chi tira le fila dall’alto e di chi, di fatto, li copre…) contro i quali bisogna fare muro, bisogna compattare l’”opinione pubblica”. L’esistenza dei “kattivi” serve a gettare nero seppia in faccia alla gente, a confondere le acque e la testa, a depistare. Se ci sono dei “kattivi”, ufficialmente riconosciuti, è ovvio che esistono anche dei “buoni”, o comunque dei meno “cattivi” che, obtorto collo, magari a naso turato, vanno sostenuti per evitare il peggio. Da un certo punto di vista, il paradigma è lo stesso di quello degli anni ’70. La sola differenza è che prima i “kattivi” erano da ambo i lati (estrema destra ed estrema sinistra, teoria degli opposti estremismi) con un partito al centro che ne traeva vantaggio, e ora sono solo da una sola parte (perché la sinistra non esiste più). A trarne vantaggio, in questo caso, è lo schieramento neoliberale che ha così buon gioco – anche grazie ai fascisti – per criminalizzare ideologicamente e politicamente ogni dissenso e critica nei confronti dell’attuale ordine sociale e politico. Chi, ad esempio – e ormai ce ne sono molti anche a sinistra – sostiene la necessità di fuoriuscire dai vincoli economici, finanziari e politici imposti dall’UE e recuperare una sovranità nazionale, popolare e costituzionale (cioè facente riferimento alla Costituzione italiana nata dalla lotta contro il nazifascismo) viene immediatamente tacciato di essere un reazionario e fascista. Qualsiasi critica all’Unione Europea e ai sui trattati e ogni richiamo al principio di sovranità vengono ormai derubricati come rigurgiti “populisti, reazionari e fascisti”.
Stessa sorte per chi osa criticare il Verbo politicamente corretto, neoliberale e femminista. In questo caso si viene immediatamente bollati come maschilisti, sessisti, negazionisti, oltre che reazionari e fascisti.
Sono queste, a mio parere, le ragioni per cui queste bande di ultrà, composte da fascisti e da elementi della criminalità organizzata (più gonzi al seguito…) vengono tollerate e anche, di fatto alimentate. Dentro e fuori gli stadi. Gli utili idioti non sono mai inutili…
Fonte foto: Contropiano (da Google)