Negli ospedali di Mantova, Pavia e Trento si cura con successo il Covid-19 con il plasma dei pazienti guariti, ricco di anticorpi. La percentuale di guarigione è del 100%. E in tempi brevissimi.
In altre parole, potremmo aver svoltato. Se così fosse – e pare proprio che così è (c’è stato anche un servizio proprio ieri sera delle Iene con tanto di interviste ai medici e ai primari degli ospedali succitati) – abbiamo svoltato.
Il che significa che non c’è necessità di aspettare chissà quale costosissimo vaccino (che speriamo arrivi, sia chiaro, ma non al prezzo di speculazioni), di chissà quali app, di ulteriore tracciabilità (tanto già lo siamo tutti da quel dì), di ulteriori e pervasive strategie di controllo sulla popolazione e di ingrassare le (già grasse e potenti) multinazionali farmaceutiche. La ricerca del vaccino potrebbe nel frattempo essere affidata a ricercatori, scienziati e istituti di ricerca dei rispettivi stati.
Insomma, tutto potrebbe sgonfiarsi in poco tempo e così tutti potremo tornare alla vita normale che facevamo fino ad un mese e mezzo fa. Cioè otto ore in un ufficio o in una fabbrica a fare un lavoro alienante di cui non ce ne frega niente, più un paio d’ore in mezzo al traffico in macchina o sui mezzi pubblici per andare e tornare dal luogo di lavoro. Il sabato sera a sballarsi e/o sbronzarsi da qualche parte, tentare di rimorchiare qualcuna, la domenica la partita o a pranzo dai suoceri e il lunedì si ricomincia.
Però, almeno senza il Covid, o meglio, senza le conseguenze (non solo sanitarie…) del Covid.
Chissà che una volta fuori da questo incubo non ricominciamo – dopo aver interrotto di farlo da tanto, troppo tempo – a pensare come trasformare questa vita di merda che facciamo, che ci fanno fare (per lo meno una gran parte di noi) e che facevamo già prima del coronavirus. E’ una speranza.
O stiamo bene così perché abbiamo ripreso a fare jogging all’aria aperta?
Fonte foto: TPI (da Google)