La morte di Bergoglio
ci pone ancora una volta dinanzi ad una realtà sociale e politica che non è mai
quella che appare. Siamo nella caverna dell’informazione prodotta a ritmo di
fabbrica e ideologicamente schierata con i padroni del mondo. Nel buio della
caverna tutto è eguale, tutto si ripete in modo “liberamente autoritario”. La
cultura marxiana ci insegna a cogliere le contraddizioni con cui valutare
obiettivamente ciò che è stato. Solo le contraddizioni restituiscono verità e
storicità ad un periodo storico o ad un
personaggio che lo rappresenta. La morte esige rispetto, e il rispetto è solo
nella verità. Senza avere la pretesa di dirla nella sua interalità, non si può
non verificare che Bergoglio è stato il papa delle contraddizioni. Non si può
non ricordare il termine “frociaggine” che conviveva con affermazioni di apertura
verso le persone omosessuali. Le
aperture non sono mai state sostenute da un cambiamento della dottrina
cattolica per la quale l’omosessualità è uno dei peccati capitali. Parlava,
dunque, a titolo personale. Il suo pontificato ha onorato gaia-la terra ed è
sembrato un pontificato, spesso, poco incline a indicare la via escatologica
della salvezza. Ogni istituzione ha un suo senso oggettivo, pertanto l’aver
sostituito il “peccato” con la parola “fragilità” lo ha reso, ipotizzo, molto
gradito al “mondo capitalistico e individualistico” del nostro tempo che non si
è sentito giudicato ma giustificato. Si è fragili, per cui non vi sono colpe…
Non dimentichiamo, che mentre si proclamava e si esaltava una chiesa vicina ai
poveri, i padroni del mondo erano accolti e ascoltati e da essi si ricevevano
laute donazioni. Durante il covid si schierò per il vaccino ritenuto un atto
d’amore e non ricordo, se erro chiedo scusa, una sola parola a sostegno di coloro
che non vollero vaccinarsi e che furono oggetto di pubblico disprezzo e sospesi
dal lavoro. Poveri e disprezzati, i non vaccinati, in quel momento rimasero
soli senza una parola di consolazione da parte del papa della mitezza. Le restrizioni sulla messa in latino sono
state anch’esse il segnale di una chiesa disancorata dalla tradizione e che si
era avviata ad essere parte del mondo. Un certo cedimento della chiesa alla
lingua del mondo, l’inglese, mi pare esserci stato. Le chiese non si sono riempite di fedeli,
malgrado i tentativi di inseguire il mondo (lo spirito dei tempi), forse la
motivazione è che se la chiesa non è fedele al suo mandato escatologico finisce
col non dare risposte forti sul senso della sua istituzione.
La morte improvvisa non giunge inaspettata, dopo la malattia, ed è meritevole di rispetto e di verità, pertanto al fine di capire il nostro tempo inquieto dobbiamo sottrarci all’oscurità delle facili adulazioni per ricostruire nella verità il suo pontificato. Per capire è necessario leggere i documenti e questo è lavoro da storici, in questo momento diffidiamo dei semplicismi e nel momento più importante della vita di ogni essere umano raccogliamoci nel pensiero per aprirci ad un futuro, si spera, con meno contraddizioni.
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