Mi è stato segnalato questo articolo di Concita De Gregorio, pubblicato su Repubblica Donne, di cui riporto questo stralcio:
”Durante un lungo viaggio in treno a un certo punto mi sono accorta che nello scompartimento eravamo soltanto donne. Tutte donne, da zero a trent’anni. Non capivo cosa si dicessero perché parlavano una lingua che mi è parsa ebraico. Solo madri, sorelle, future madri di altre possibili madri. Come in quel racconto da cui gli uomini sono scomparsi, anche qui: qualcuno le ha generate, quelle creature, ma non c’è. È scomparso, non serve alla comunità in questo momento, è servito prima – forse è servito solo allora. Ho fantasticato su un paese fatto così. Dove gli uomini servono a generare altre donne, arrivano e se ne vanno”.
Se rivoltassimo il discorso come un guanto, ecco cosa ne uscirebbe:” Solo padri, fratelli, futuri padri di altri futuri padri. Come in quel racconto in cui le donne sono scomparse, anche qui: qualcuna le ha generate, quelle creature (gli uomini), ma non c’è. E’ scomparsa, non serve alla comunità, è servita prima, forse è servita solo allora. Ho fantasticato su un paese fatto così. Dove le donne servono a generare altri uomini, arrivano e se ne vanno”.
Tralasciando il fatto che se un uomo scrivesse una simile idiozia sessista il giorno dopo sarebbe mediaticamente e umanamente (e giustamente) linciato, a differenza della De Gregorio che probabilmente avrà ricevuto anche degli encomi per aver scritto una simile sconcezza, da questo articolo traspare chiaramente il suo pensiero e il suo sentimento sul genere maschile nonchè la sua visione del mondo. Gli uomini sono inutili, di fatto un mero contenitore di sperma, necessari per dare la vita (ancora per poco, visto che l’utero artificiale è ormai alle porte), forse per sollazzarsi ogni tanto, e nulla più. Non servono alla comunità.
Naturalmente ora si potrebbe aprire una riflessione interminabile e soprattutto sciorinare un lunghissimo elenco di fatti che dimostrerebbe quanto gli uomini siano stati e continuino ad essere utili (e sacrificabili) per la comunità. Ma sarebbe troppo sciocco, direi demenziale farlo, non voglio neanche cadere in una simile trappola. Sono un nemico giurato di ogni forma di sessismo e non entro neanche in simile basse querelle.
Di certo c’è che il pensiero della De Gregorio affonda le radici in una ideologia che costituisce l’humus, il bordo di coltura di simili nefandezze.
Alcune settimane fa una donna ha ucciso il marito nel sonno a martellate e a coltellate. Ho letto con i miei occhi un post su facebook con circa quattrocentonovantotto (498) like che recita testualmente (non posso pubblicarlo perché c’è il nome di chi lo ha pubblicato, peraltro un uomo):”Va premiata immediatamente, nessun carcere, anche perchè se lo denunciava o metteva in atto una separazione la vittima oggi sarebbe lei”.
Colui che ha scritto questo post dà naturalmente per scontato – anche se al momento non c’è alcun riscontro oggettivo in tal senso da parte degli inquirenti – che l’uomo brutalmente ucciso sia un violento e che se la moglie non lo avesse ucciso la vittima sarebbe stata lei. Ora, anche ammettendo che così fosse (e non ve n’è alcuna prova) sarebbe comunque aberrante giustificare una simile reazione.
Come ripeto, sarebbe sbagliato pensare che simili dichiarazioni siano delle boutade extemporanee di alcuni soggetti.
Il paradosso – che qualcuno dovrebbe forse spiegare a Concita – è che questo paese di qui a poco sarà molto probabilmente governato da una donna, una ultra reazionaria post-fascista, naturalmente al servizio delle politiche neoliberiste, della NATO, degli USA e di Israele (del resto, quando si compra il pacchetto, lo si prende per intero…), giunta lì, va riconosciuto, non a colpi di quote rosa ma perché evidentemente più abile di altri nel districarsi nella cinica e cruenta agorà politica.
E la famosa “sorellanza”? E la famosa “specificità di genere? Che fine faranno se mai sono realmente esistite?
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