Circa Sahra Wagenknecht


Pubblichiamo questa puntuale e condivisibile analisi del nostro illustre redattore Alessandro Visalli sul “caso” Sahra Wagenknecht in Germania. Un progetto politico da seguire con molta attenzione e che potrebbe essere praticato anche in Italia, naturalmente con le dovute differenze e peculiarità del nostro paese rispetto alla Germania. Preannuncio che sabato 16 novembre dalle ore 9,30 alle 14 presso il “Roma Scout Center” sito in Largo dello Scautismo 1 (Piazzale delle Province) a Roma, presenteremo il libro di Sahra Wagenknecht “Contro la sinistra neoliberale”. I relatori saranno Vladimiro Giacchè, che ha curato la prefazione dell’edizione italiana del libro, lo stesso Alessandro Visalli, Pier Luigi Fagan e Stefano Fassina. E’ prevista la partecipazione di Fabio De Masi, già parlamentare al Bundestag e al Parlamento europeo, dirigente del partito fondato da Sahra Wagenknecht. L’evento sarà coordinato e moderato dal sottoscritto ed è promosso da L’Interferenza. (Fabrizio Marchi)

Nel mio libro del 2023, “Classe e Partito”, sulla base dell’analisi materialista degli stessi Inglehart e Beck, proponevo di collegare la revoca delle basi materiali di esistenza, e quindi dell’essere sociale, del compromesso keynesiano, nelle quali siamo immersi, alla dissoluzione delle forme di coscienza dello stesso. Ovvero, se pure con gli slittamenti e sfalsamenti necessari, che la tendenza all’individualizzazione di cui parlava Inglehart, la dissoluzione della classe per sé di cui parlava Beck, la dissoluzione della società di cui parlava Laclau, le politiche dell’esistenza di Giddens, l’ambiente post-metafisico di Habermas, stanno terminando insieme alla revoca delle loro condizioni materiali di esistenza ed emergenza.

La coscienza si riallinea all’essere sociale, dato che il neoliberismo ha scavato sotto i suoi piedi. Secondo i termini che proponevo di considerare, la maturazione della ‘revoca della revoca’ fa anche venire meno la fase ‘populista’ iniziale nella quale movimenti egemonizzati dai lavoratori della conoscenza, che si sentono sovraistruiti e sottoutilizzati, esprimono, nel vuoto dei quadri di senso novecenteschi, la particolare e familiare miscela di individualismo edonista frustrato, rancore cieco, e spinta alla socializzazione destrutturata. Il ritorno alla durezza materiale porterà alla ripresa delle personalità ‘materialiste’ e con esse della lotta di classe, propriamente intesa.

Bene, nelle particolari condizioni sociali e politiche della Germania orientale, in cui la distruzione della forma del compromesso fordista in salsa socialista, è stata particolarmente brutale e prolungata nel tempo, il successo della formazione della Wagenknecht mostra questa tendenza. Nell’intervista il politico tedesco illustra perfettamente un’agenda politica post-populista e direttamente imperniata su temi materiali che prendono atto dell’esaurimento delle “politiche dell’identità”. Si tratta di una proposta anche post-ideologica nel senso che non guarda alle famiglie politiche della sinistra o destra, ed alle loro marcature simboliche, ma ostinatamente alla base di interessi materiali. Ne consegue che non ha alcuna remora a sostenere le imprese del Mittelstand, da una parte, e contrastare gli effetti sociali sui ceti bassi delle politiche ambientali, dall’altra. O di opporsi senza alcuna remora la guerra alla Russia e al contrasto alla Cina sulla base di argomenti pragmatici, ignorando l’agenda identitaria occidentale fondata su una pelosa retorica democratica. Di costruire una posizione sull’immigrazione pragmatica, di basilare buon senso, e ben equilibrata (che guarda alle condizioni dei ceti popolari e non al bisogno di badanti delle classi medie superiori, senza negare che una certa immigrazione è necessaria e tutti devono essere aiutati).

Ancora, nel quadro concreto di una competizione elettorale nella quale la BsW si oppone, periferia per periferia, all’ascesa della AfD, ricorda che “la migrazione avverrà sempre in un mondo aperto” e che “spesso può essere un arricchimento per entrambe le parti”, ma, anche, che “è essenziale che la sua portata non sfugga di mano” e che “le ondate migratorie improvvise siano tenute sotto controllo”. L’ascesa imperiosa del razzismo, e della xenofobia, e quindi della AdD è figlia della Merkel.

Infine, non ha paura di dire che la BsW è a favore della transizione energetica e delle politiche ambientali, necessarie, ma non della impostazione dei Verdi tedeschi (espressione politica delle classi più alte ed incluse della società) che le fa pagare ai cittadini sulla base di una impostazione arrogante ed autocompiaciuta. Quella per la quale sembrano dire: “Siamo i più virtuosi, perché possiamo permetterci di comprare cibo biologico. Possiamo permetterci una cargo bike. Possiamo permetterci di installare una pompa di calore. Possiamo permetterci tutto”. Incarnano, ovvero, “un senso di autocompiacimento, anche se fanno aumentare il costo della vita per le persone che faticano a tirare avanti”. Bisogna impostare politiche ambientali che “la grande maggioranza delle persone può accettare, sia dal punto di vista economico che sociale”, con “ampia copertura pubblica”. —

Con questa agenda, spiegabile secondo il metodo della deduzione sociale delle categorie, è perfettamente logico che si trovi nel suo discorso un’apprezzamento per la CDU pre svolta neoliberale, ed un “capitalismo addomesticato, con una forte componente sociale”, e, al contempo, la critica della svolta verso le ‘politiche dell’identità’ (tardiva e difensiva) della Die Linke che ha lasciato. L’attacco ai “discorsi privilegiati”, sulla “diversità”, che sono alienanti per elettori che in sostanza vogliono “pensioni dignitose, salari dignitosi, e pari diritti”. Tutto ciò, di nuovo, precisando che “siamo favorevoli a che tutti possano vivere e amare come desiderano. Ma c’è un tipo esagerato di politica identitaria in cui devi scusarti se parli di un argomento se non hai un background migratorio, o devi scusarti perché sei etero”.

In attesa di parole migliori Sahra chiama questo “sinistra conservatrice”, ma è “un po’ di più di un revival di sinistra”, incorporando altre tradizioni. Si tratta di un nuovo essere sociale che inizia a tradursi in forma politica.- buon senso economico,- giustizia sociale,- pace, – libertà di espressione (che supera il politicamente corretto).Tutto semplice, in fondo.

Fonte foto: da Google

7 commenti per “Circa Sahra Wagenknecht

  1. Giulio Bonali
    16 Settembre 2024 at 9:04

    Ho letto questa intervista della Wagenchnekt:

    https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/28398-sahra-wagenknecht-le-condizioni-della-germania.html?utm_source=newsletter_2168&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter-sinistrainrete

    E rilevo che:

    Si dichiara genericamente contro la guerra alla Russia (ma mi é sfuggita -potrei sbagliarmi e non ho molto tempo per rileggerla- un’ eventuale chiara e inequivoca pretesa che non si dia più un centesimo, men che meno in armi, al governo nazista di Kiev, mai qualificato come tale, e che si sospenda immediatamente qualsiasi autolesionistica sanzione antirussa) e contro il genocidio sionista dei palestinesi; però si guarda bene dal pretendere l’ uscita dalla NATO e dall’ UE e la creazione di uno (unico) stato laico, democratico, non razzista in (tutta la) Palestina.

    Circa le sue proposte di politica economica afferma testualmente: “Proprio come in politica estera, crediamo di avere il diritto di considerarci i legittimi eredi sia del “capitalismo addomesticato” del conservatorismo del dopoguerra sia del progressismo socialdemocratico, interno ed estero, dell’epoca di Brandt, Kreisky e Palme, applicato alle mutate circostanze politiche del nostro tempo.
    Per niente affatto dei Comunisti. Buono a sapersi…

    Circa i problemi ambientali chiacchiera vacuamente circa la (velleitaria, a mio parere) necessità di affrontarli senza colpire (come pure é necessario sebbene assolutamente non solo, limitatamente e non affatto preponderantemente, secondo me) i consumi dei ceti popolari e nulla dice circa la necessità, inderogabile per evitare di fare del mero, mistificatorio lavaggio verde (per gli anglomani “green washing) di colpire decisamente, limitare, appena possibile abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione (per lo meno dei più grandi e potenti) e di programmare con prudenza le produzioni e i consumi.

    Dunque agita lo specchietto delle allodole di un capitalistico riformistico oggettivamente impossibile da trent’ anni in assenza della minaccia comunista al potere del capitale monopolistico e in condizioni di forzato ripiegamento dell’ imperialismo occidentale di fronte ai BRICS+ (e comunque in assoluto non perseguibile in assenza di rapina e supersfruttamento imperialistico della maggioranza del proletariato e dei popoli del mondo).

    Inoltre é’ disposta a prendere in considerazione “qualsiasi proposta per alleanze di governo da parte degli altri partiti” (cioè dai nemici del popolo di SPD, Verdi, democristiani, ecc.: quelli che foraggiano e combattono i nazisti ucraini, sostengono i genocidi israeliani, pretendono impossibile uscire dalla UE dei vampiri usurai che succhiano il sangue dei popoli).

    Con queste premesse, secondo me, inevitabile sarà la ripetizione da parte sua della penosa, farsesca ed anzi tragicomica calata di braghe di Tsipras-Varufakis e di Podemos qualora i nodi dovessero venire al pettine e si dovesse passare dalle chiacchiere da campagna elettorale ai fatti (accesso ad un governo).

    Errare (nel cercare impossibili scorciatoie “facili” anziché preparare un lungo, durissimo, dolorosissimo cammino di realistica ripresa della civiltà, della giustizia sociale, del progresso umano; che oggettivamente non può prescindere da profonde trasformazioni in senso socialista) humanum est, perseverare diabolicum !

    Non sarebbe possibile svolgere l’ incontro di Roma in streaming (o come cavolo si dice), onde consentire una maggiore partecipazione popolare?

    • Fabrizio Marchi
      16 Settembre 2024 at 15:51

      Caro Giulio, Wagenknecht non è una marxista rivoluzionaria ma “soltanto” una onesta (solo il tempo ce lo potrà dire ma non si possono bocciare le persone a priori) socialdemocratica che propone un programma, appunto, autenticamente socialdemocratico, anche con qualche elemento non indifferente di radicalità. Di questi tempi non è poco. Ad esempio nel suo libro propone l’abolizione del diritto di ereditarietà per lo meno per per un certo ammontare di capitale. La qual cosa non è affatto poco perchè si tratta – e lei lo evidenzia nel suo libro – di una contraddizione in termini enorme perchè da una parte questa società esalta il concetto di merito (che lei stessa valorizza apertamente) e nello stesso tempo si fonda sull’ereditarietà del capitale che col merito, ovviamente, non ha nulla a che vedere. Ciò detto, anche le posizioni contro la guerra in Ucraina e in palestina e anche rispetto alla NATO e all’UE mi sembrano meno tiepide di come le vedi tu, ma ripeto, non è una che scalda il cuore, dati però i tempi, è già molto.
      Altra questione fondamentale ed è ciò che ci ha spinto a presentare il suo libro è che lei dice apertamente che per prosciugare il brodo di coltura della destra bisogna rompere sia politicamente che ideologicamente con l’attuale “sinistra” neoliberale e politicamente corretta (e di fatto anche con quella radicale che è una protesi della prima..). Non mi pare poco neanche questo ed è la prima volta che accade un fatto simile, è cioè la prima volta che nasce un partito di sinistra o socildemocratico con posizioni apertamente e radicalmente critiche nei confronti del politicamente corretto. La prima parte del suo libro (almeno un terzo) è tutta dedicata a questa critica feroce al politicamnte corretto, individuato come ciò che determina lo spostamento a destra dei ceti popolari. Non è poco.
      Dopo di che si vedrà, i rischi che tu poni ci sono, nessuno lo nega, del resto la nostra presentazione non sarà un’apologia ma un momento di discussione e di confronto dove non manchereanno gli elementi di criticità (anche perchè io stesso li solleverò). Nondimeno la politica si fa facendo i conti con la realtà. E oggi la realtà ci dice che questo partito potrebbe rappresentare comunque un equilibrio più avanzato, pur con le sue contraddizioni. Spetta proprio a quelli come noi, marxisti o neo marxisti, cercare di far emergere le contraddizioni, e soprattutto di lavorare per costruire equilibri più avanzati, e spingere in tal senso. Bocciare a priori un simile neonato partito sulla base della coerenza di questo con le nostre categorie ideologiche sarebbe a mio parere un errore.
      P.S. registreremo senz’altro l’evento e lo pubblicheremo sul mio (nostro) canale youtube.

      • Giulio Bonali
        17 Settembre 2024 at 10:28

        Io resto convinto che per sapere se la Wagenknecht sia o meno una “onesta socialdemocratica” (che non sia Comunista ci tiene a precisarlo lei stessa, e questo onestissimamente) secondo me bastano le considerazioni da me proposte, in particolare circa:

        la disponibilità verso una possibile collaborazione con i palesi nemici del popolo euroatlantici degli altri partiti tedeschi, salvo forse l’ estrema destra dell’ AfD (“Siamo sufficientemente distinti da tutti gli altri partiti per poter prendere in considerazione qualsiasi proposta essi vogliano fare sulle coalizioni, o su altre forme di partecipazione al governo come la tolleranza o le maggioranze flessibili”).

        La mancata uscita da NATO ed UE (chi tace acconsente!).

        La genericità dell’ opposizione alla guerra fra Nato e Russia e la posizione sostanzialmente “neutralista” fra aggressore (NATO, nazismo ucraino che conduce una pulizia etnica dei russofoni e russofili, oltre che dei comunisti e altri antifascisti ucraini) ed aggredito (Russia, popolazioni russofone e russofile e antifascisti ucraini).

        La blanda condanna di Israele (anzi, del solo governo israeliano) e non del sionismo e dello stato razzista e terrorista di Israele per il genocidio in corso dei Palestinesi (esattamente alla stessa, identica, ipocritissima maniera della restante “””sinistra””” politicamente corretta).
        Certamente in proposito gli altri partiti politicamente corretti si comportano anche peggio. Ma a me non scaldano il cuore le chiacchiere, tantomeno dopo che già si era cercato di farlo (con me non riuscendoci nemmeno allora: in Grecia avrei votato KKE …e non me ne sarei pentito) gli tripravarufachi e i podemi; per non parlare dei nostrani PRC e PCDI degli anni ’90.
        Le mere chiacchiere sulla questione ambientale (ovvio, dal momento che per affrontarla efficacemente non basta minimamente il riformismo socialdemocratico ma occorre scardinare il sistema sociale capitalistico).

        La genericità con cui parla della questione migratoria considerando solo le legittime esigenze del proletariato autoctono europeo e non quelle non meno legittime del proletariato dei paesi supersfruttati e rapinati dall’ imperialismo (ovvio anche questo: i socialdemocratici, contrariamente ai leninisti e “stalinisti” colpevolmente ignorano la realtà dell’ imperialismo).

        “Riduzione dei diritti di ereditarietà” é un tipico concetto vaghissimo e fumosissimo atto a ingraziarsi gli anticapitalisti in buona fede: al massimo si potrebbe configurare come una tassazione delle successioni ereditarie, che peraltro in accordo con gli altri partiti politicamente corretti e restando nell’ UE non si può assolutamente realizzare (…a proposito di “onestà socialdemocratica”).

        Di fronte a questi fatti (nessun processo alle intenzioni da parte mia; casomai solo a quanto affermato dalla Wagenchnekt) dove starebbe mai la millantata rottura sia politica che ideologica con l’attuale “sinistra” neoliberale e politicamente corretta (e di fatto anche con quella radicale che è una protesi della prima..) onde per prosciugare il brodo di coltura della destra?
        Ripeto, a me questa non sembra proprio una socialdemocrazia “onesta” (che le riforme non dovrebbe limitarsi ad agitarle in campagna elettorale senza mettere in discussione ciò che impedisce di realizzarle ma dovrebbe per lo meno tentare di farle per davvero; mi sembra invece proprio l’ ennesima espressione della “””sinistra””” radicale politicamente corretta: altro che partito di sinistra o socialdemocratico con posizioni apertamente e radicalmente critiche -se non a chiacchiere- nei confronti del politicamente corretto!

        Fare per davvero i conto con la realtà per me vuol dire innanzitutto rendersi conto che al punto in cui siamo arrivati (tre decenni e mezzo dopo la sconfitta – e non affatto il “crollo” e men che meno il “fallimento”- del “socialismo reale”) non esistono scorciatoie indolori (peraltro di già ripetutamente tentate invano) per la ripresa del progresso umano, ed é sommamente dannoso coltivare oppiacee illusioni in proposito.
        Il tempo del riformismo é finito e per cercare (senza garanzia di riuscita) di cambiare l’ orrendo stato di cose presenti non bastano tisane, omeopatie, pannicelli caldi ma occorrono dolorosissime, mutilanti e parzialmente e almeno per un lungo periodo metaforicamente mutilanti operazioni chirurgiche e penosissime e spossanti chemioterapie.
        Quanto più tardiamo a rendercene conto, tanto peggiori saranno le chances di riuscire nell’ impresa.

        Lo so, sono una Cassandra (peraltro -sconfitta per sconfitta- allo stupido ottimismo degli altri Troiani preferisco la “disperata” ma combattiva lucidità di Cassandra: un modo di gran lunga preferibile, infinitamente più dignitoso di affrontare la sconfitta, se sarà inevitabile!).

        Sono pronto ad ascoltare altre critiche e ad imparare, ma non risponderò ad eventuali altre obiezioni che non fossero ulteriormente argomentate per non ripetere inutilmente quanto già detto, non perché in questo caso “chi tacesse acconsentirebbe”.

        Grazie per l’ attenzione e buon lavoro e buona lotta malgrado i profondissmi dissensi.

        • Fabrizio Marchi
          18 Settembre 2024 at 0:01

          Caro Giulio, io non ho mai detto di essere ottimista, mai…Anche per questo cerco di cogliere degli spiragli, mi pare che questo della Wagenknecht potrebbe essere uno di questi. Ciò detto la sconfitta c’è già stata ed è stata terribile e ancora siamo sotto le sue macerie dalle quali faticosamente stiamo cercando di riemergere. E 40 anni non sono nulla storicamente, nulla. Il fatto di aprire una porta a questo nascente partito non significa affatto “prendere un scorciatoia”, significa soltanto cercare di avere un approccio realistico con il contesto in cui ci troviamo. Ci sono forse le condizioni in questo contesto per un partito che proponga l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione da realizzarsi attraverso la dittatura del proletariato? Spero che mi passerai la battuta…perchè ovviamente non può che essere una battuta. Quelli come noi, ripeto ancora, devono cercare di lavorare per spingere sempre più in avanti l’asticella, a questo sono chiamati quelli come noi in questa fase storica. Rendiamoci conto che oggi la dialettica politica – basta osservare lo scontro negli USA – è tra le forze liberali (che ormai comprendono anche larga parte del partito repubblicano) e la neodestra radicale di Trump o simili. Questo è il quadro. In Europa è più o meno la stessa situazione. Il neonato partito della W. – che, ripeto, è un partito socialdemocratico, non un partito marxista, ammesso che ci siano oggi le condizioni per un partito marxista (che non sia un altro inutilissimo micropartitino identitario che va ad aggiungersi alla circa ventina di inutilissimi micropartitini sedicenti comunisti che ci sono già in Italia) – sembrerebbe andare nella direzione che noi auspichiamo da tempo, e cioè quella di rompere con l’attuale “sinistra” liberal e costruire un alternativa politica sia a quest’ultima che ovviamente alla destra. In Italia il primo M5S aveva avuto questa intuizione ma ovviamente i suoi inventori e dirigenti gli hanno dato un taglio qualunquistoide e “antipolitico”, e abbiamo visto la fine che ha fatto. Oggi il M5S attuale è soltanto un’altra stampella del centrosinistra e del PD. Ora la W. sta cercando di battere questa strada in modo però politico, con molte contraddizioni di cui sono e siamo perfettamente consapevoli. Che facciamo? Ci crogioliamo nella sconfitta epocale che abbiamo subìto per poter dire a noi stessi che siamo morti in piedi o che moriremo in piedi? Ci muoriamo lo stesso in piedi, non stiamo aderendo anima e corpo ad un partito, stiamo cercando, ripeto ancora, di entrare in un relazione dialettica con la realtà per cercare di spostare sempre più in avanti, nella direzione che noi auspichiamo, gli equilibri politici, senza naturalmente rinunciare alle nostre idee, anzi. Quindi non vedo dove sta il problema.

          • Giulio Bonali
            18 Settembre 2024 at 9:05

            Sono perfettamente d’ accordo -é palesissimo!- che oggi non ci sono le condizioni per costituire un partito che proponga l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione da realizzarsi attraverso la dittatura del proletariato.

            Dunque bisogna:

            1 lavorare per cercare di realizzare queste condizioni, innanzitutto contrastando sul piano ideale e culturale le mistificazioni ideologiche che pretenderebbero che “there is no alternative” sulla base delle falsità clamorose circa la storia del “SR” propalate “H24” all’ unanimità “a reti unificate” 365 giorni all’ anno (366 nei bisestili).
            (Mistificazioni sulle quali la Wagenknecht tace, e dunque evidentemente acconsente, rivendicando l’ eredità della socialdemocrazia di Brandt e di Palme e perfino della democrazia cristiana di Adenauer ma accuratamente evitando di ricordare il comunismo; cioè lavora per impedire questa lotta contro l’ ideologia dominante e paralizzante chiunque volesse preparare un’ autentica alternativa allo stato di cose presenti).

            2 Lottare contro tutti i partiti del pensiero unico politicamente corretto, “sinceramente” di destra e sedicenti “di sinistra”.
            Per esempio votando, ove fosse possibile, partititi che vi si oppongono non essendo disposti ad alcun compromesso con tali nemici del popolo; per esempio in Grecia il KKE.
            E ove non fosse possibile disertando le urne in modo da non irrobustire ma invece minare l’ autorevolezza di tali partiti politicamente corretti e contribuire alla loro sempre più convinta esecrazione da parte delle masse popolari.
            (Invece la Wagenknecht é’ disposta a prendere in considerazione “qualsiasi proposta per alleanze di governo da parte degli altri partiti”, cioè dai nemici del popolo di SPD, Verdi, democristiani, ecc.: quelli che foraggiano e combattono i nazisti ucraini, sostengono i genocidi israeliani, pretendono impossibile uscire dalla UE dei vampiri usurai che succhiano il sangue dei popoli).

            3 Lottare, in alleanza con chiunque sia disposto a farlo, quale che sia il suo passato, senza paura dei cacciatori di “streghe rossobrune” al servizio del pensiero unico politicamente corretto (ma solo con un’ attenta ma sobria vigilanza antifascista e una ovvia ragionevole prudenza), per ogni possibile limitazione realisticamente perseguibile dello strapotere dei nemici del popolo: contro l’ armamento e il foraggiamento dei nazisti ucraini e dei sion(az)isti genocidi israeliani, contro la UE e la NATO, per salvare il salvabile dello stato sociale e delle libertà democratiche anche solo formali.
            (Su questi problemi mi sembra che la Wagenchnekt non faccia che generiche chiacchiere; le domanderei: é per l’ uscita immediata “senza se e senza ma” da EU e NATO oppure no? Pregasi di evitare giri di parole e fuffa retorica ma di rispondere soltanto “sì. Punto e basta” oppure “no. Punto e basta”).

            Se (come la Wagenchenekt) non si fa questo minimo sindacale, allora secondo me si lavora contro la preparazione di un partito all’ altezza della situazione, per la perpetuazione dell’ attuale stato di cose presenti. Che, per essere realisti, richiede certamente tempi lunghissimi (stavo solo un po’ esageratamente per scrivere “biblici”) se si lavora alacremente a tal fine; tempi che però diventano eterni se non ci si libera dalle mistificazioni ideologiche politicamente corrette, sperando in impossibili scorciatoie (fra l’ altro già ripetutamente rivelatesi ben presto fallaci ogni volta che le si é tentate).

            Sono convinto che questo é per davvero realismo (durissimo, terribile ma indispensabile per lottare con un minimo di speranza FONDATA), quello della Wagenchnekt velleitarismo (oppiaceo e consolante ma) controproducente.

            L’ errore (inescusabile) fondamentale dei micropartitini identitari secondo me é che sono massimalisti: per loro non esistono tappe intermedie da percorrere con durissime lotte (per loro questo sarebbe riformismo) onde arrivare a poter realizzare le necessarie trasformazioni rivoluzionarie; loro aspettano che la rivoluzione cada dal cielo come la manna e si illudono che sia facilmente portabile alla vittoria se solo si conosce, distorto dogmaticamente, l’ ABC del marxismo.
            E’ un errore proprio anche del KKE, il quale però é tutt’ altro che un micropartitino identitario (anche se “debitamente” ignorato dal pensiero unico politicamente corretto tutto, Wagenchnekt compresa), e anche nel KKE e in chi altrove vi si ispira va combattuto; ma lo ritengo comunque un peccato veniale rispetto alla subalternità all’ ideologia dominante del pensiero unico politicamente corretto (i micripartitini identitari -a dispetto di quanto proclamano- non fanno nulla per superare lo stato di cose presenti, ma i partiti subalterni al pensiero unico politicamente corretto -a dispetto di quanto proclamano- lo rafforzano.

  2. Piero
    16 Settembre 2024 at 14:23

    Siamo sinceri…
    Tutte le lotte nei parlamenti borghesi, che sono il loro comitato di affari, avranno risultato negativo, in quanto troppo forti la’ dentro.

    Bisogna uscire da quella logica, tutto il resto sono vacui ragionamenti.

    Fate vobis…e favorite miki… a me va bene tutto, che mi adatto!

  3. Gian Marco Martignoni
    17 Settembre 2024 at 21:54

    Sono molto d’accordo con Fabrizio, poichè, per essere sintetico, ritengo suicida la posizione assunta dalla Germania contro la Russia, con gravissime responsabilità da parte della Spd e dei Verdi ( che sono letteralmente vergognosi ) e paranoica rispetto al sostegno ad Israele.La discesa in campo di Sara W., che ricordo è da sempre una valente studiosa, è importante per l’antitesi che esprime rispetto all’avanzata incontrastata della destra. Dal mio punto di vista il minimo sindacale e politico..

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