Ciò che è normale

Tempesta polemica su Macron. In questa foto è ritratto con un giovane nella sua recente visita a Saint Martin.

Di base, c’è chi ritiene anormale che un Presidente si faccia fotografare con un tizio con il dito medio alzato, per giunta a torso nudo, degrado dell’immagine presidenziale si dice.

Forse non detto magari urta questo senso di fratellanza tra un bianco e due colorati che invece, assieme al senso di vicinanza tra Presidente e popolo, erano forse i due intenti che i consulenti d’immagine dell’Eliseo volevano perseguire per rattoppare l’immagine del ritenuto “servo delle banche” in calo nei sondaggi d’opinione.

Tra il detto ed il non detto, c’è sempre l’ipotizzata omosessualità del giovane transalpino, una immagine molto “interracial” per chi ha quel modulo interpretativo in testa. La cosa sarebbe di per sé grave in assoluto per chi ho problemi con gli omosessuali o grave relativa al fatto che Macron è un Presidente di Repubblica e se la sua vita sessuale privata non dovrebbe interessare, quella pubblica ha rilievo eccome (vedi problemi simili di interpretazione per l’affaire Benalla costretto a dichiarare più volte “Macron non è il mio amante”).

Bene, ognuno quindi ha il suo senso di “normalità”. Fine del post.

P.S. Per dire di quanto sia variabile il senso di normalità, la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver visto la foto e letto la notizia è lo sconcerto per il fatto che nel 2017 tutti pensino normale che la Francia, tra Dipartimenti d’oltremare e Collettività d’oltremare, abbia ben undici domini (Saint Martin è nelle Antille, prendere una cartina geografica e guardare dove si trovano le Antille e la Francia) per poco meno di tre milioni di colonizzati. A ciò si potrebbe aggiungere il controllo indiretto dei più di sedici Paesi africani della cosiddetta Françafrique. Ma, come detto, il concetto di “normale” è relativo all’immagine di mondo ed alle sue gerarchie di giudizio. Indignatevi per l’aplomb presidenziale, la multiculturalità o la purezza della razza, la sessualità normale o “deviata”. Poi un giorno, il mondo che trattiamo ancora come nostro giardino delle servitù, verrà a presentarci il conto del loro diverso giudizio su cose è normale e cosa no.

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