La legislatura targata Meloni si inaugura con un bell’inciucio (o “inciucione”) degno dei migliori fasti del “palazzo” della politica, con la p rigorosamente minuscola, quella con la maiuscola non esiste più da tempo e in ogni caso non ha dimora nell’attuale “palazzo”.
L’ex missino e post fascista La Russa viene scaricato da Forza Italia per beghe interne, cioè dissidi sulle poltrone da distribuire a questo e a quello/a, ma arriva in suo soccorso un gruppo di non precisati senatori renziani e pidini che consente la sua elezione a Presidente del Senato. Con tanto di ringraziamento pubblico da parte del “nostro”.
Insomma, gli stessi che fino al giorno prima delle elezioni starnazzavano al pericolo fascista, ora hanno votato sottobanco l’elezione di questo vecchio e arrugginito (e pure un po’ grottesco) arnese dell’officina missina. Ridicoli. In cambio di cosa non è dato ancora saperlo ma il messaggio è evidente.
Altro che fascismo alle porte. Siamo all’Italietta di sempre, con i suoi inciucetti e le sue manovrine di corridoio.
Del resto dobbiamo anche essere comprensivi. I pupari – che stanno dietro le quinte – dovranno pur lasciar giocare le loro marionette. Il ceto politico, ridotto ad ancella del grande potere economico e finanziario e delle sue strutture politiche e militari (NATO e UE) ha diritto a baloccarsi, anche in epoca di guerra come quella attuale.
Gli uomini e le donne che formeranno il governo nei prossimi pochi giorni sono in attesa di ordini da chi di dovere, che eseguiranno fedelmente. E allora, nell’attesa, lasciamoli giocare un po’.
Un’ultima cosa. I veri e autentici cialtroni hanno paradossalmente una loro dignità. Questi non meritano neanche di essere definiti tali.
Fonte foto: Formiche.net (da Google)