Quando osservo la comunicazione della sinistra neo liberale e radical progressista non mi riesce quasi mai di ignorare il profondo classismo che ne caratterizza, subdolamente, sia la narrazione che il significato latente delle terminologie utilizzate.
Uno degli esempi più lampanti è l’utilizzo strumentale che viene fatto dell’antifascismo: spesso semplice pretesto di una denigrazione delle periferie e dei suoi abitanti, utilizzata finemente per mascherare i fallimenti e le mancanze politiche, ossia l’aver lasciato all’estrema destra le battaglie sociali e la mediazione con la classe popolare.
In questa sciagurata tendenza potrebbe rientrare anche l’infuocata denuncia femminista contro il famoso cat calling: ossia quella forma di molestia che consiste nel fare commenti, complimenti o richiami inopportuni alle sconosciute per strada. Ci sarebbe da dire che, come è solito in queste battaglie rosa, il significato della parola cat calling (e del suo aspetto molesto) sfuma nelle varie accezioni e definizioni che si possono sentire e leggere: quindi la suscettibilità della “vittima” ha un grande peso nell’individuare, caso per caso, se un comportamento sia definibile come cat calling.
Nonostante ciò credo che un aspetto sia doveroso da ricordare, ossia che gli atteggiamenti plateali e invadenti non sono certo prerogativa delle classi benestanti, istruite ed educate, ma tendono invece a essere una prerogativa comportamentale tipica dei ceti bassi e degli ambienti che potremmo definire (senza voler offendere nessuno) più rozzi. Sotto questa prospettiva la battaglia al cat calling assume tutta un’altra forma, rivelando così un’ostilità nei confronti di comportamenti che sono solo un sintomo dell’esistenza di classi subordinate e quindi meno istruite: questo perché è ovvio che certe forme di corteggiamento molto teatrali e poco educate sono meggiormente diffuse nei contesti popolari.
Che i comportamenti plateali degli ambienti più “rozzi” possano essere molesti non vi è dubbio, come non vi è dubbio che chi nasce in realtà difficili e senza un sostegno alle spalle debba imparare a cavarsela attraverso quegli schemi e quei metodi: ma costruire forme di accusa (e di reato/molestia) su certi comportamenti piuttosto che analizzarne e comprenderne la natura sociale, significa poi voler intervenire punendo gli individui piuttosto che risolvendo la contraddizione di partenza.
La battaglia contro il cat calling nasconde, in questo senso, il carattere fortemente classista che si palesa nelle lotte simbolo di questa “sinistra” oramai alla deriva.