Da laico (ma non laicista), socialista, (neo)marxista e forse “spinoziano” (anche se, contraddizione in termini, mi auguro l’esistenza di un Dio buono e trascendente che spedisca i malvagi all’inferno), agnostico tendente all’ateo (nel senso che per quanto mi sforzi non riesco ad andare oltre la speranza che non finisca tutto qui) e non appartenente a nessuna confessione religiosa, in poche parole da piccolo uomo che vive con una certa (notevole) dose di angoscia il suo passaggio su questo mondo, festeggio il Natale come momento di raccoglimento spirituale e comunitario, in controtendenza allo “spirito dei tempi”.
Il Natale viene infatti ipocritamente festeggiato da un contesto sociale e culturale dominato da una ideologia iper individualista, consumista e capitalista che lo ha sostanzialmente assassinato anche se, appunto, ipocritamente lo celebra. E allora, proprio per questo, per il suo spirito originario, per ciò che dovrebbe rappresentare indipendentemente dall’essere credenti o meno, io lo festeggio e invito a festeggiarlo.
Celebrare autenticamente il Natale è oggi un atto, se non rivoluzionario (le rivoluzioni sono un’altra cosa…), sicuramente in controtendenza rispetto all’attuale “spirito dei tempi” e all’ideologia dominante.
Per questo invito tutti a trascorrerlo con i propri cari, parenti, amici, familiari, in semplicità, autenticità e amore.
Buon Natale, dunque, ma non a tutti, solo a chi lo merita.