Mi sbaglierò ma credo che la candidatura di Berlusconi al Quirinale sia soltanto un depistaggio, una candidatura nata per essere ritirata per lasciare spazio al vero candidato (già) designato, cioè Mario Draghi. E di questo ne è perfettamente cosciente lo stesso Berlusconi.
Del resto, la stessa Forza Italia è da tempo una forza politica collocata formalmente nel centrodestra ma sostanzialmente vicina se non organica allo schieramento liberale e neoliberale europeo ed europeista. Di conseguenza non ha nessuna intenzione di mettere i bastoni fra le ruote all’uomo forte dell’UE. Al contrario, proprio la candidatura del suo (ormai) ex leader serve a rafforzare l’ipotesi Draghi. Tutti sanno perfettamente che quella di Berlusconi non è una candidatura spendibile appunto perché divisiva e non in grado di raccogliere quel numero di consensi necessari a formare una maggioranza ampia necessaria per eleggere un Presidente della Repubblica.
Berlusconi è formalmente il candidato bandiera della destra ma ancora per poco, perché prima o poi si sfilerà. Un po’ perché sa che è comunque impossibile e un po’ perché in questo modo acquisterebbe un peso specifico non indifferente nella elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Berlusconi non è uno sprovveduto nè megalomane al punto tale da non capire di aver fatto il suo tempo. Al contempo è consapevole di essere stato un vincente. Hanno cercato di farlo fuori in tutti i modi possibili (politici e giudiziari) e non ci sono riusciti. E’ stato dipinto con i colori più cupi, come un personaggio impresentabile e indegno, soprattutto sul piano personale, eppure ancora è lì, intatto, diciamo così, per nulla scalfito da quegli attacchi e ancora in grado di avere un ruolo politico, addirittura di essere proposto come Presidente della Repubblica o comunque di avere un ruolo importante per l’elezione del prossimo. Non c’è dubbio che abbia stravinto nel tempo la sua battaglia contro tutti i suoi avversari che appaiono come dei nani al suo confronto.
Sia chiaro che il mio non è affatto un panegirico di Berlusconi. Al contrario, l’ho sempre considerato e tuttora lo considero, ovviamente, un avversario, ma non più di altri. E’ stato ipocritamente dipinto come il “male assoluto” per almeno una ventina d’anni, prima del suo (de facto) sdoganamento postumo, quando il “male assoluto” non era più lui ma Salvini e la destra (peraltro) falsamente populista (oggi la Lega è organica a Draghi, anche se Salvini fa i salti mortali, un po’ penosamente, per mostrare di smarcarsi). Allora si sono scordati, come d’incanto, di quando era bollato come un puttaniere, uno spregevole maschilista, un individuo abietto. Ma soprattutto si sono scordati delle cose serie, cioè del conflitto di interessi, della corruzione di cui ha fatto ampio uso, delle frodi fiscali, del falso in bilancio, dell’appropriazione indebita, di aver contribuito ad impoverire le menti degli italiani con la sua tv spazzatura e, soprattutto, della sospetta collusione con la mafia, accusa per la quale alcuni suoi sodali sono stati riconosciuti colpevoli e condannati (e di certo, anche in questo frangente, non è stato il primo nè probabilmente sarà l’ultimo).
Berlusconi è stato in realtà utilissimo alla “sinistra” neoliberale perché le ha consentito di costruire un nuovo “mostro” contro cui fare quadrato e aggregare i consensi del suo popolo che tuttora preferisce un figuro di gran lunga più losco (e soprattutto espressione politica del vero potere del capitalismo trans e multinazionale) come Draghi a lui. Ma è stato un vicendevole e consapevole gioco delle parti perché dalla parte opposta anche il Cavaliere per molto tempo ha potuto aggregare consensi sulla sua persona sbandierando il suo anticomunismo e imprecando contro i “comunisti”. Roba da “oggi le comiche”…
Diciamo che “berlusconismo” e “antiberlusconismo” si sono vicendevolmente alimentati nel vuoto assoluto della politica politicata degli ultimi trent’anni. Uno scontro di potere ridicolo e di bassissimo livello è stato colorato ideologicamente per gettare un po’ di nero seppia in faccia ai tanti gonzi dell’uno e dell’altro schieramento.
Oggi, ancora una volta, per l’ennesima volta, e alla sua veneranda età, Berlusconi torna ad essere utile e soprattutto protagonista anche se, per la verità, se siamo onesti, non ha mai smesso di esserlo. La sua miseria politica è la miseria politica di tutta la classe dirigente politica italiana degli ultimi trent’anni.
Fonte foto: Huffington Post (da Google)