Assange: un regalo imprevisto

La vicenda Assange-Wikileaks è intrigante nella sua assoluta novità. La grande rete è davvero un pianeta dove accadono cose mai viste. Non saranno decisive per i destini dell’umanità, ma certo sono significative, illuminanti, istruttive.

Benché sin qui la sua organizzazione non abbia pubblicato che lo 0,50% di ciò che possiede, di uova nel paniere ne ha già rotte parecchie. Lo si vede dagli effetti. E’ già in gattabuia e il suo futuro è segnato, considerato quanto sia potente la Superpotenza che ha ferito e che perciò ha decretato certa e tremenda vendetta. Ma di cosa imputarlo?

Non potendo accusarlo di aver usato la libertà di stampa, si è dovuto cercare altrove.
Si doveva scovare un capo di imputazione capace di sterilizzare ogni obiezione, di castrare ogni difesa. Ci voleva un’accusa infamante. Non importa se totalmente avulsa, eterogenea rispetto alle sue azioni e depistante riguardo all’obiettivo della repressione. Doveva essere moralmente degradato, esposto al ludibrio universale tanto da poter serenamente scavalcare i più giurati princìpi e le più inviolabili leggi: renderlo indifendibile.

E quale miglior stigma in quella stagione storica, quale più grave scomunica in questo contesto che l’etichetta di stupratore? Bella pensata!

Ma è stato un boomerang, perché la strumentalità dell’accusa è così evidente, così smaccatamente innegabile, così ingenuamente spudorata che l’imputazione, anziché infangare il colpito, ha smascherato se stessa insieme ai suoi mandanti.

Così (giacché il diavolo non fa coperchi) si è inaspettatamente appalesata la natura occulta di quello che è il più vergognoso dei delitti, quando lo è. E che invece è uno strumento della repressione antimaschile quando non lo è, come in questo formidabile caso. L’arma antimaschile par excellence: stupratore!

In tal modo milioni di uomini, per la prima volta, vengono a sapere che lo stupro, nel XXI secolo, non è quel che credevano, non è più solo violazione della contrarietà femminile (espressa) ma si estende senza limiti fin là dove né essi né alcun apocalittico dei tempi andati avrebbero osato spingersi.

Scoprono che stupro è anche sesso senza condom, sesso continuato nell’interruzione tacita del consenso, sesso senza corteggiamento, sesso con due diverse in due diverse notti, “stronzaggine narcisistica” post coitum, “…avere un’opinione distorta delle donne…” .

Scoprono il sex by surprise, il condom-split, l’STD (sexually trasmitted desease) control refusing: stupri. Stupro senza confini, senza forma e definizione e ascoltano basiti il consiglio – esperto – degli svedesi “…esigere il consenso scritto…”.

Scoprono quelle verità che noi da mille anni cerchiamo di annunciare, con fraterna sollecitudine, ad amici e nemici, prossimi o lontanissimi. Stanno scoprendo lo stupro “svedese”, per il quale né il tuo comportamento né le tue intenzioni hanno importanza. Dove conta solo il vissuto di Lei ricostruito a posteriori, volontà a te ignota prima e durante. E temono che la Svezia sia vicina. Confinante?

E un brividino corre lungo la schiena: chi non lo ha fatto senza guanto? Chi non ha gradito (almeno in sogno) una sveltina? Chi non le ha chiesto: “Ti puoi girare così?”

Il condom-split apre un crepa, un pertugio su quella verità negata. L’incrinatura è sottile ma la minaccia è pesante. Se ne sono accorte le acute femministe, Naomi Wolf in testa, che, trafelate, corrono ai ripari annebbiando e infangando, minacciando e seducendo. Confondendo e depistando.

La falla sarà anche turabile, ma non è più occultabile. Effetto sognato e perseguito da noi con fatiche decennali. Bravo Julian: quanti piccioni con un solo legume! Quante cose occulte si svelano, quanti misteri, falsi e veri, si denudano. E questo è nuovo, imprevisto, dirompente.

Per te è stata chiesta la pena di morte: lo ha fatto anche un’infreddolita paladina della Libertà Redditizia e quella fa sul serio. Chiedilo ai karibù, hanno la nostra e tua stessa passione: l’altra libertà, quella d’esser qui a modo nostro.

Stiamo in campana amici, che Santa Klaus non resti senza renne, il web senza verità, Julian senza vita e i sessi senza sesso. Facciamo voti.

Diversamente, buone manette a tutti…

Fonte: http://www.uominibeta.org/editoriali/assange-un-regalo-imprevisto/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.