L’antimperialismo al tempo del Covid-19
La pandemia Coronavirus, malattia di cui sappiamo ancora molto poco, sta mettendo a dura prova i prigionieri politici nelle carceri imperialiste. I Resistenti palestinesi temono per la loro vita; il Coronavirus ha raggiunto da poco le prigioni israeliane che, per quanto riguarda le norme igieniche basilari, non garantiscono nessuna prevenzione. Sovraffollamento delle carceri, cibo scadente e tortura legalizzata creano le condizioni per una rapida diffusione dell’epidemia.
Sono migliaia i detenuti che, debilitati dalle condizioni carcerarie, rischiano la loro vita. Il giornalista Akram Al-Waara ha fatto il punto della situazione su un argomento taciuto, non soltanto dall’opinione pubblica, ma dalla stessa sinistra ‘’alternativa’’. Al-Waara ha basato il suo articolo sulla credibile testimonianza di Abed Rabo, 48 anni, ex prigioniero e attivista palestinese.
“Le prigioni sono già terribilmente inadeguate nel fornire ai detenuti prodotti per igiene di base”, ha detto Abed Rabo, aggiungendo di aver saputo attraverso gli avvocati dei prigionieri contagiati che l’IPS non ha apportato modifiche evidenti all’interno delle carceri per affrontare il problema.
“Dovrebbero dare ai detenuti maschere, guanti, disinfettante per le mani, sapone extra, la possibilità di lavare i loro vestiti e le lenzuola più spesso”, ha detto. “Ma tutto ciò che stanno facendo è solo metterli in quarantena.”
Abed Rabo ha anche affermato che i prigionieri messi in quarantena vengono semplicemente gettati nelle celle di isolamento delle carceri.
“Come possono ottenere le cure adeguate di cui hanno bisogno, quando vengono gettati in queste disgustose celle di isolamento?” chiede. “È così che tratti degli esseri umani malati?” 1
La negligenza delle istituzioni, colpevole ed arbitraria, serve a creare una situazione sociale esplosiva minando la tenuta psicofisica dei prigionieri politici palestinesi. Purtroppo, gran parte della ‘’sinistra’’ occidentale è insensibile alla questione carceraria; la sinistra bianca (come la chiamano i cinesi) omette di dire che gran parte della strutture detentive, oltre al sottoproletariato (frettolosamente criminalizzato), privano delle libertà dissidenti politici di diverso orientamento. La negligenza istituzionale – mancanza d’igiene, cibo scadente, tortura – creano le condizioni per la diffusione di patologie virali, diventando di fatto un’arma politica.
Nei confronti della società civile, Netanyahu è scatenato.
‘’Martedì mattina il governo israeliano ha votato all’unanimità per approvare norme che consentano all’agenzia di intelligence del paese di utilizzare i dati sulla posizione del cellulare per tracciare i movimenti delle persone che risultano positivi al coronavirus e identificare gli altri con cui sono entrati in contatto.
La misura senza precedenti – che consente all’agenzia di sicurezza interna israeliana nota come Shin Bet di utilizzare la tecnologia antiterrorismo sul grande pubblico – è stata adottata con un voto del gabinetto con poteri di emergenza, evitando così una revisione da parte del parlamento israeliano, la Knesset’’ 2
Il parlamento non è stato interpellato, configurando una centralizzazione dei poteri nelle mani dell’esecutivo. La norma lascia perplessi i giuristi democratici e la stampa di sinistra: si tratta d’una pesante violazione della libertà personale:
- Perché utilizzare le agenzie d’intelligence per semplici operazioni d’ordine pubblico, le quali – in uno stato ‘’normale’’ – spetterebbero alle forze dell’ordine? Questo ‘’modello’’ repressivo suscita un certo fascino nei governanti europei, di destra, centro e perfino ‘’sinistra’’, pensiamo alla Francia dove Macron governa seguendo la linea di Jean-Marie Le Pen.
- Nel prossimo futuro lo stato d’eccezione di Netanyahu – sto parlando esclusivamente del ‘’modello’’ israeliano basato sullo strapotere dell’intelligence – potrebbe servire a monitorare gli spostamenti degli attivisti antimperialisti o, quanto meno, contrari all’occupazione. Nello stato sionista, il capitalismo è già capitalismo di sorveglianza.
Per quanto riguarda l’occidente, gli analisti antimperialisti (es. Michel Chossudovsky) tracciano scenari poco rassicuranti: le fasce deboli della popolazione – lavoratori, disoccupati, migranti e prigionieri politici – terminata la quarantena rischiano di sperimentare sulla propria pelle la transizione dal capitalismo di sorveglianza al totalitarismo cibernetico-orwelliano, regime autocratico specializzato nella repressione della nuova povertà. L’establishment ha più volte lanciato accuse senza senso nei confronti delle Costituzioni Antifasciste, in quanto limite all’applicazione del neoliberismo, la shock economy (crescita dell’esercito industriale di riserva) dell’annichilimento classista. Mentre Cuba, Cina e Venezuela sono in grado di affrontare il futuro, il mondo globalizzato dopo la pandemia potrebbe conoscere forme atipiche di marginalizzazione legalizzandone la repressione sistematica.
Julian Assange rischia di contrarre il Coronavirus
La madre di Julian Assange teme (giustamente) per la vita del figlio:
Nei commenti al WSWS di ieri, la dott.ssa Stephen Frost, specialista in radiologia diagnostica e membro di spicco di Doctors4Assange, ha dichiarato: “Dato ciò che sappiamo di questo caso, la signora Assange ha ragione di essere preoccupata. Julian Assange, poiché è immuno-compromesso, dopo anni di detenzione arbitraria prima nell’ambasciata ecuadoriana e poi nella prigione di Belmarsh, è necessariamente a maggior rischio di contrarre qualsiasi infezione virale o batterica, inclusa l’infezione da coronavirus.
“Dovrebbe essere rilasciato immediatamente su cauzione, in modo da poter accedere alle cure sanitarie di cui ha urgentemente bisogno. Il governo del Regno Unito sta effettivamente giocando alla roulette russa con la vita di Julian Assange ” 3
Soltanto il Word Socialist Web Site ha analizzato i nuovi risvolti del caso Assange. Il fondatore di Wikileaks è un soggetto a rischio, fra l’altro la somiglianza delle carceri inglesi a quelle israeliane pone seri problemi di violazione, da parte di agenzie private, dei diritti fondamentali della persona. Cediamo la parola ai medici:
‘’Il dott. Bill Hogan, che lavora nella medicina interna negli Stati Uniti, è d’accordo, affermando: “È anche vero che le persone sotto stress estremo sono più suscettibili all’acquisizione di infezioni. Date le prove della tortura di Julian, la mancanza di sollievo dalle circostanze alle quali è stata attribuita la sua tortura e i numerosi resoconti dei testimoni oculari che documentano il drammatico deterioramento fisico di Julian, posso affermare con grande fiducia che Julian è davvero più suscettibile alle infezioni in generale— e coronavirus in particolare, rispetto alla popolazione generale. ” (Ibidem)
Tutto questo, in Europa, rende necessario un giornalismo decisamente più tenace. La difesa di Julian Assange e dei prigionieri politici palestinesi sono imprescindibili: l’antimperialismo al tempo del Covid-19. La sinistra di classe non può tirarsi indietro.
https://www.invictapalestina.org/archives/38066
https://www.wsws.org/en/articles/2020/03/18/isra-m18.html
https://www.wsws.org/en/articles/2020/03/11/asvi-m11.html
Fonte foto: Corriere del Ticino (da Google)