Il Giappone ha un debito pubblico che si aggira attorno al 250% del PIL, più o meno il doppio di quello italiano. Non mi risulta che i cittadini siano, per tale motivo, preoccupati per i loro risparmi né che le loro aziende abbiano timori per carenza di domanda…né tanto meno che orde di speculatori siano come avvoltoi pronti a scagliarsi contro lo stato nipponico per i giudizi delle agenzie di rating che (come sanno le persone che non hanno perso del tutto le celluline grigie) sono un’arma spregiudicata al servizio dei predoni del finanzcapitalismo e dei loro maggiordomi.
Si dirà…Ma l’economia del Sol Levante marcia discretamente….E’ vero… ma anche l’Italia, nonostante lo stato di servitù in cui versa grazie alla Triplice (UE, BCE, Nato), non va mica tanto male (certo sarebbe ben altra cosa se potesse manovrare con deficit al 6/7% che le permetterebbe di attuare una crescita che la condurrebbe fuori dalle spire della semi-colonizzazione della UE e della BCE) 1)…Ricordo che l’apparato industriale italico, nonostante le svendite favorite dal duo Centro-sinistra/Centrodestra, è ancora il terzo del Continente…Ricordo che per avanzi primari non ha avversari in Europa…Ricordo che la bilancia commerciale è ampiamente positiva (nonostante i danni ricevuti per le sanzioni suicide, accettate dai nostri inetti politici – è vero che sono corrotti ma è anche vero che sono dei molluschi -)…Ricordo che i risparmi degli italiani nelle banche si contano sul numero di svariati miliardi…Ricordo infine che, rispetto per esempio alla Spagna, il debito è ancora in gran parte in mano agli italiani e che le banche, in particolare le banchette si aprono ancora, sia pur timidamente, data la scure del governo filo-teutonico sui consumi dei disoccupati, degli inoccupati, dei pensionati, dei poveri, più al credito che all’investimento in titoli tossici (diversamente dalle banche tedesche che preferiscono investire in massima parte in titoli finanziari, in gran parte tossici, che hanno contribuito illo tempore alla crisi finanziaria americana riversatasi poi sul Continente europeo )
In questi giorni abbiamo assistito nei talk-show e sulla carta stampata agli attacchi furiosi “contro il governo più di destra nella storia della Repubblica” (belli quelli precedenti!), da parte di orrendi gnomi in completa sintonia con le ingiurie del corrotto Junker e di Moscovici e con l’indecente visita di Draghi al Quirinale per dare ordini perentori al proconsole germanico Mattarella che – molti non lo sanno, neanche Travaglio – aveva perso la spina dorsale all’atto della sua nascita.
Si dirà che questo governo giallo-verde è ben poca cosa, oltre che essere di destra (ma lasciatelo dire questo a chi si è opposto e si oppone alle pratiche neoliberiste incubatrici del rinascere in tutta Europa del nazismo e non a sedicenti antifascisti per convenienza perbenista).
E’ vero! Razzismo intollerabile non del solo Salvini, deliri di Toninelli (un ponte che permetta alla gente di incontrarsi) le boutade di Di Maio sulla fine della povertà…E altro ancora.
E’ vero, ma rimaniamo sulla proposta iniziale della manovra gialloverde per un triennio (2,4%, 2,4%, “,2,4% molto coraggiosa di questi tempi) ridotta poi per le pressioni del circo mediatico della grande finanza ad un più modesto 2,4 %, 2,1, 1,8% comunque sempre rilevante, almeno come controtendenza, capace di risollevare il PIL e un pochetto di occupazione e di debito…
E’ difficile che venga approvato dalla dittatura degli oligarchi di Bruxelles. ” Se accogliessimo la manovra l’Eurozona si rivolterebbe”. Così il capoclan Junker, maestro di corruzione e di mala gestione amministrativa.
Niente da ridire naturalmente sul 2,8% del compagno di merenda Macron che usufruisce di una situazione finanziaria che si regge solo sul super sfruttamento delle ex colonie africane.
Vediamo cosa accadrà, Se i nostri eroi resisteranno alle bordate che vengono persino da Berlusconi.
Intanto una cosa possiamo dirla. Il Giappone non ha problemi perché il suo debito è in moneta nazionale, dispone di una Banca centrale che può assicurare al suo governo tutta la liquidità necessaria, anche senza ricorrere ai mercati e non c’è nessun Grande fratello che gli ordina quanto debba essere il deficit di una manovra finanziaria. In poche parole, il Sol Levante, pur con una Costituzione scritta di sana pianta dagli USA, può vantare una semi-sovranità politica e una totale sovranità monetaria…
Non illudiamoci di poter cambiare l’Unione Europa. Nel parlamento europeo abbiamo sentito proposte intelligenti, interrogazioni severe ma è stato come parlare al vento. il vero potere è da altre parti ed è sordo a qualsiasi argomentazione ragionevole.
Per uscire dal disastro sociale non c’è che una via: andarsene via il più presto possibile dalla gabbia di ferro costruita da masnadieri della finanza e gestita da burattini in patria e all’estero.
Costruire dunque “UNA SOVRANITA DEMOCRATICA” che assicuri una gestione autonoma politica, economica e monetaria, il controllo della Banca centrale da parte del Tesoro, il recupero del patrimonio pubblico industriale, immobiliare, infrastrutturale… E soprattutto la partecipazione creativa alla gestione degli apparati statali da parte della popolazione…
Un’utopia solo per chi non conosce la storia e poco sa del capitalismo nella sua forma ultima e più degradata…
Un’utopia per chi ha dismesso di lavorare tra le masse, tra le botteghe, tra le industrie, nei campi, nei pubblici uffici, nelle periferie, tra gli immigrati, nella strada, tra i diseredati…
Foto: milanopost.info (da Google)
Vi è gente che opera in tal senso…Ma è bene ricordare che si va allo sbaraglio senza una teoria adeguata del capitalismo, senza una approfondita conoscenza dell’umanità dei nostri tempi, senza un’organizzazione disciplinata che eviti ammucchiate che non portano da nessuna parte, come si evince da esperienze passate, caratterizzate da europeisti amici dell’Europa della Finanza e nemici della costruzione di un’Europa democratica
Il presente è grigio ma non è detto che lo sarà per sempre…Ma bisogna combattere, sacrificarsi, studiare…
NOTE
1) Per Marco Della Luna o si finanzia a deficit sostenuto o è la fine. Dal Blog “Deficit di bilancio e deficit di efficienza” 30/9/18. Paolo Savona, pur dichiarandosi a favore della UE e dell’Euro, propone un new deal, con un deficit ben superore al 2,4% , ispirandosi alla politica economica di Roosevelt per uscire dalla Depressione, politica economica ovviamente dettate da Keynes.
Foto: TPI (da Google)