A leggere Kalergi, nello specifico il saggio “L’ idealismo pratico”, nella speranza che la traduzione renda fedelmente il suo pensiero, ho la conferma di quanto talune teorie siano fondate sul nulla, soprattutto quando la lettura di un saggio sostanzialmente mediocre come quello appunto di Kalergi viene preso a riferimento per sostenere complotti da affezionati seguaci del Furher e del Duce. Il saggio di Kalergi sul piano della elaborazione teorica, come dicevo, è piuttosto mediocre, è da ascrivere alla vasta letteratura che in diversi contesti ha provato a delineare le tendenze future circa gli sviluppi dell’Umanità. Per Kalergi << La campagna e la città sono i due poli dell’esistenza umana. (…) L’uomo rustico e l’uomo urbano costituiscono antipodi psicologici (…)>>. Le due categorie di Uomo sono rintracciabili in qualsiasi contesto storico: dall’antichità fino all’età moderna. <<L’apogeo dell’uomo rustico è il nobile proprietario terriero, lo Junker, l’apogeo dell’uomo urbano è l’intellettuale, il Letterato>>. L’umanità rustica rappresenta la conservazione, la consanguineità, quindi la tradizione; l’umanità urbana è il prodotto di incroci e mescolamento tra appartenenti a gruppi sociali ed etnie diverse. Per Kalergi, << Nelle grandi città s’incontrano i popoli, le razze, le posizioni sociali. Come regola generale l’uomo urbano costituisce il tipico esempio di un meticciato degli elementi sociali e nazionali tra i più diversi. In lui si avvicendano senza elidersi le singolarità, i giudizi, le inibizioni, le tendenze di volontà e le visioni del mondo contraddittorie dei suoi genitori e dei suoi nonni, o almeno si indeboliscono tra loro (…) L’uomo del lontano futuro sarà un meticcio. Le razze e le caste di oggi saranno vittime del più grande superamento dello spazio, del tempo e dei pregiudizi. La razza del futuro, negroide ed eurasiatica, simile nell’aspetto a quella dell’Antico Egitto, è destinata a sostituire la molteplicità dei popoli con una molteplicità di personalità peculiari (…)>>. Che la Storia dell’Umanità si sia sviluppata per mescolamento/meticciamento non è una grande scoperta, pensare che dietro un tale processo si nasconda un complotto mi sembra una costruzione alquanto fantasiosa. Le ricerche più avanzate sull’origine della specie umana hanno dimostrato che la colonizzazione della Terra è iniziata a partire da quello che oggi è il Sudafrica per poi espandersi nei vari continenti per cui nomadismo e meticciamento sono elementi costituitivi dell’Umanità. Il continente Americano, l’Australia ecc sono stati colonizzati da europei i quali, come provano le società latino – americane, sono il prodotto del meticcia mento degli europei con i popoli autoctoni. Per non parlare del meticciamento tra Oriente ed Occidente avvenuto lungo le coste del Mediterraneo Orientale. Uno dei tanti esempi di meticciamento è la lingua che nel XVII secolo si parlava lungo le sponde del Mediterraneo. Lingua comprensibile a tutti coloro che toccavano quelle coste. Kalergi scriveva il suo saggio negli anni 20 all’indomani della fine della Grande Guerra e di quello che era stato forse, dopo la Russia Zarista, lo Stato multietnico per eccellenza e cioè la duplice monarchia Austro – Ungarica del quale lui era stato suddito appartenente alla nobiltà boema. Kalergi stesso era un meticcio in quanto figlio dell’ambasciatore Austro – Ungarico in Giappone e di una nobildonna di quel Paese, era un euro – asiatico. Davanti a se aveva le rivendicazioni delle singole nazionalità che avevano portato all’implosione dell’Austria – Ungheria per cui ipotizzare che il mondo, in modo particolare l’Occidente inteso come Europa, si sarebbe etnicamente mescolato al punto tale da diventare simile all’Antico Egitto, negli anni 20, poteva apparire una idea estrema. Eppure così non era. Da più parti, nonostante fossero ancora in vita gli Imperi coloniali edificati nel corso dei secoli dalle potenze europee, il dibattito sulla crisi dell’Occidente e sui possibili rimedi teneva banco. Nel 1918 il filosofo della Storia Osvald Spengler pubblicava“Il tramonto dell’Occidente”, le macerie lasciate dalla Grande Guerra e la conseguente crisi economica, sociale e culturale facevano si che personaggi culturalmente sensibili provassero a dare spiegazioni interpretando il contesto e le possibili tendenze. Per cui contro ogni previsione Kalergi non solo ipotizza un futuro meticciato ma addirittura ipotizza che la nobiltà del futuro sia giudaica. Scrive Kalergi << I principali emissari della nobiltà cerebrale del capitalismo, del giornalismo, della letteratura, corrotta o integra che sia, sono Ebrei. La superiorità del loro spirito li destina a divenire uno degli elementi più importanti della nobiltà del futuro>>. Anche questo è un dato di fatto ampiamente supportato dalla Storia . E’ abbastanza difficile negare che alla formazione dell’identità occidentale abbia contribuito la tradizione ebraica e che quella cristiana non sia altro che una eresia dell’ebraismo, per inciso l’ebraismo ha influenzato anche l’altra grande religione monoteista, l’Islam. Kalergi porta ad esempio Einstein, Bergson, Mahler e Trotzki come personaggi simbolo del giudaismo che ha influenzato l’Occidente. Il punto è che da Gesù fino a Marx, Freud, Popper, Husserl, Durkheim, ecc ecc. sono tante le singole personalità che hanno contribuito alla formazione dell’identità Occidentale. Mi sono limitato perché avrei bisogno di pagine e pagine per elencare i Giudei che hanno contribuito a definire l’identità europea. Scrive sempre Kalergi precisando il suo pensiero << Non che il giudaismo sia la nuova nobiltà, quanto piuttosto: il giudaismo è il terreno di coltura da cui è destinata ad uscire una nuova nobiltà di spirito europea, il nucleo, insomma, intorno a cui si raccoglie una nuova nobiltà di spirito (…) >> Le ragioni di questo ruolo del giudaismo sono da ricercare in una sorta di selezione “darwiniana” che nei secoli ha fatto si che, dalle persecuzioni, si salvassero i migliori, le intelligenze più brillanti capaci di adattarsi ai vari contesti. I critici di Kalergi vedono nel meticciamento e in una elite rinnovata del giudaesimo gli estremi del complotto che nell’attuale contesto spinge verso l’apertura delle frontiere dell’Europa e la subordinazione della cultura occidentale alle istanze che vengono da una società occidentale dove il numero di immigrati afro – asiatici è sempre più visibile. Faccio davvero fatica ad immaginare come possa esistere un’Europa senza la predicazione del giudeo Gesù di Nazareth o senza quella miriade di studiosi, molti dei quali giudei, che nel Basso Medio Evo hanno preservato il sapere dell’antica Grecia. Kalergi è considerato tra l’altro uno dei più eminenti sostenitori degli Stati Uniti d’Europa, tanto da essere insignito del Premio Carlo Magno, oltre ad essere il promotore del movimento Paneuropeo; il suo primo saggio ha un titolo significativo“Paneuropa” nel quale appunto auspicava la nascita degli Stati Uniti d’Europa. Ciò che intendo criticare non è il suo europeismo ma la visione elitaria, tecnocratica, liberista ed anti democratica che traspare in modo chiaro nel saggio oggetto di questo commento. Scrive Kalergi <<La forma costituzionale che ha sostituito feudalesimo e assolutismo è stata quella democratica; la sua forma di dominio è stata plutocratica. Oggi la democrazia è niente più che un modo di apparire assunto dalla plutocrazia. Dal momento che i popoli non potrebbero tollerare la plutocrazia nella sua cruda nudità, è loro lasciato il potere, ma solo sotto il profilo nominale, mentre quello effettivo ( nel senso di forza d’intervento davvero agente, Macht) sta nelle mani dei plutocrati. Nelle democrazie – quelle repubblicane come quelle monarchiche – gli uomini di Stato sono nulla più che marionette, mentre i capitalisti tirano i fili: sono loro a dettare le linee direttrici della politica, a dominare gli elettori sotto la pia frode dell’opinione pubblica, i ministri sotto la pia frode delle relazioni commerciali e societarie. (…) La plutocrazia di oggi è più potente dell’aristocrazia di ieri, infatti nulla le si pone al di sopra se non lo Stato, che peraltro è suo strumento e suo complice>> . Questo passaggio sullo Stato come strumento di dominio di classe richiama in qualche modo Marx, come l’attacco alla Democrazia come governo plutocratico ricorda molto qualche discorso mussoliniano contro le plutocrazie occidentali. Dalle sue pagine emerge una sorta di vera e propria idolotria per la tecnica e per i tecnici. Le argomentazioni sono abbastanza semplici. La tecnica è lo strumento che può liberare l’Uomo dallo stato di schiavitù legato in primo luogo al lavoro nel quale versa. Kalergi in sostanza sostiene che la tecnica libererà l’Uomo dal peso del lavoro rendendogli quell’otium che caratterizzava le società aristocratiche dell’antichità greco – romana dove, però, il lavoro veniva fatto da una umanità schiavizzata. La tecnica come strumento per aumentare la produzione di ricchezza e come strumento per ridurre il lavoro, la conseguenza logica di questa affermazione è la concezione dello stato che da essere lo Stato dei produttori diventa lo Stato dei consumatori. Saranno i consumatori a determinare cosa produrre << La futura missione del Parlamento è l’assunzione della rappresentanza e della difesa dei concordanti interessi di tutti i consumatori a fronte degli interessi dei gruppi di produttori, i cui portavoce sono oggi ancora oggi deputati e di partiti>>. Questo è un passaggio sicuramente molto attuale ed anche un passaggio che ascrive Kalergi al pensiero che chiamiamo neoliberale che trae origine dalla Scuola Economica di Vienna e dalla teoria marginalista. Altro dato sul quale riflettere è: perché l’ idea di una unione europea ha tratto tanta linfa vitale proprio dal mondo mitteleuropeo rappresentato dalla Vienna asburgica? L’idea del meticcia mento poteva essere la risposta alle spinte nazionaliste che portarono al crollo dello Stato Asburgico e invece non riuscì ad essere nulla del genere. L’idea dello Stato dei consumatori ha come logica conseguenza l’abbattimento dello Stato stesso o meglio dei confini degli Stati nazionali a favore dei << concordanti interessi>> che solo nel luogo dello scambio deputato, ossia il mercato, possono trovare modo di realizzarsi. Tanto Kalergi quando von Hayek godevano del sostegno della Fondazione Rockefeller. Fondazione che a partire dalla fine della Grande Guerra e dal crollo della duplice monarchia ha finanziato le ricerche di quella che è stata la Scuola economica di Vienna, scuola di pensiero che a partire dagli anni 30, a seguito dell’ascesa di regimi autoritari in Austria e Germania, emigrò armi e bagagli verso gli Stati Uniti per ritornare in auge tra la fine degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso grazie al sostegno del mondo economico e finanziario di quel Paese. Scuola di pensiero oggi egemone, vera ispiratrice dell’Unione Europea. Quando nasce la CECA, primo embrione di quella che oggi è l’ UE, a spingere in tal senso furono gli USA e lo stesso UK. L’ idea era l’ unità degli Stati dell’Europa Occidentale da contrapporre all’ Urss e agli Stati del blocco sovietico. Il confronto tra federalisti e funzionalisti nella costruzione dell’ unione europea ha visto vincenti i secondi non certamente i primi ai quali appartenevano tanto Kalergi quanto Spinelli. Ancora oggi, più che il federalismo prevale una impostazione funzionalista nella costruzione dell’UE. Le istituzioni UE sono state costruite via, via in funzione del contesto economico internazionale per cui si è passati da una costruzione dell’UE attraverso il rafforzamento degli Stati nazionali e quindi politiche economiche, a seconda del contesto, keynesiane o ordoliberali, ad un contesto che vede lo smantellando degli stati nazionali attraverso la crescita del ruolo delle regioni e nel contempo politiche economiche neoliberali. Schematicamente potremmo dire che la costruzione dell’unità europea è passata da Keynes, dalla Scuola di Friburgo e dagli anni ‘90 in poi dalla Scuola di Vienna e quindi dal marginalismo. L’ unità europea che si costruisce dalla fine degli anni ‘90 in poi è fondamentalmente neoliberale, questo è il dato su quale riflettere per comprenderne la genesi al di là delle partigianeria. Per cui criticare Kalergi da destra accusandolo di essere il teorico di un complotto che vuole l’Europa meticciata e governata dal giudaismo è davvero fuori luogo, sono le solite argomentazioni di una destra nazi – fascista che inneggia non si sa bene alla purezza di quale razza e a quale originaria identità europea. Kalergi, ispiratore di questa U.E., è l’antesignano della elite antidemocratica, neoliberale, globalista e tecnocratica che oggi egemonizza il Mondo. Una elite solo apparentemente priva di identità, dotata invece di un forte senso di appartenenza, la classe dei ricchi che da anni conduce la sua lotta di classe contro i poveri, per dirla con Buffet.
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