Il grande Sergio Leone, negli anni ’60, fece un bel film western intitolato “Per qualche dollaro in più”. Per qualche dollaro in più venivano compiute nefandezze di ogni tipo, da parte dei pistoleri interpretati dai vari Clint Eastwood, Gian Maria Volonté e Lee Van Cleef.
Oggi, per qualche euro in più, il cantante Vinicio Capossela scrive il remake depatriarcalizzato di “Bella ciao” intitolandolo “La cattiva educazione”. Da buon artista di corte, fedele alla linea, egli si inserisce nel main stream massmediatico, seguendo pedissequamente i rigidi dettami del sistema economico politico dominante.
Ma riassumiamo brevemente qual è la parola d’ordine del potere così come oggi si configura.
- Sviare l’attenzione da qualsivoglia conflitto di classe. I poveri non hanno più alcun diritto di opporsi ai ricchi. Tra i poveri come tra i ricchi, si lascia intendere, ci sono i maschi carnefici che vanno rieducati. “Bella ciao”, già dal titolo considerato sessista, non deve più richiamare una memoria di resistenza, ma solo indicare un presente di rieducazione, da gulag.
- Spingere sull’acceleratore dei consumi. In tal senso, è opportuno dare tutto il potere a coloro che consumano di più: le donne (con annesso il codazzo lgbtqxy). Dato incontrovertibile, sotto gli occhi di tutti (sulle ragioni di ciò bisognerebbe aprire una lunga riflessione), che una donna (a parità di livello economico) consuma almeno il doppio di un uomo, soprattutto ora che è libera di lavorare come una forsennata e di seguire rigorosamente i “consigli per gli acquisti”.
Per realizzare tale parola d’ordine, il potere si avvale di influencer, che sono: presentatori tv, giornalisti, vip dello showbiz, artisti, intellettuali, il papa con annessa buona parte della chiesa cattolica, ecc. ecc.