Nel frattempo continua il silenzio delle istituzioni e dei media sui sette detenuti morti nel carcere di Modena e i quattro nel carcere di Rieti.
Nello stesso giorno, nello stesso momento e nello stesso luogo sei detenuti a Modena e tre a Rieti (più altri due morti sucessivamente), muoiono in circostanze ancora non chiarite. Si parla di overdose di metadone e sostanze varie. Suicidio collettivo, mancanza di assistenza, omicidi camuffati da overdose? Qualora fossero queste le ragioni. Oppure nulla di tutto ciò?
Tutte illazioni e tutte ipotesi, naturalmente, non disponendo di nessun elemento certo. Temo, purtroppo, che non ne avremo neanche in futuro e la vicenda si chiuderà da sola senza che nessuno ci farà caso.
Degli episodi a dir poco inquietanti che ci fanno pensare ai sistemi penitenziari sudamericani (e non solo…) dove succede di tutto e di più: rivolte sedate con ferocia dalla polizia e dall’esercito, organizzazioni criminali che dettano legge all’interno delle carceri, violenza sistematica perpetrata all’interno degli istituti di pena, veri e propri inferni sulla terra, dove i più elementari diritti umani vengono calpestati ogni giorno, sia dalle organizzazioni criminali che dalle istituzioni che dovrebbero, in teoria, essere preposte a difenderli. Del resto, in paesi dove il narcotraffico è al governo non c’è molto di più e di diverso da aspettarsi.
Per ora nessuna notizia certa. I media relegano il tutto con poche righe in trafiletti cui quasi nessuno presta attenzione.
Trovo che quanto accaduto sia di una gravità inaudita e temo, purtroppo, che resterà sepolto. Che i dannati della terra si fottano (tanto a crepare sono i tossici e i microdelinquenti, non i capimafia…), specie quando c’è altro a cui pensare.
Fonte foto: Cronaca social (da Google)