Il socialdemocratico Bernie Sanders è un riformista moderato e non disorganico all’imperialismo USA, ciononostante la lobby sionista e lo stato profondo lo stanno avversando con una campagna di fango mediatico molto simile a quella che, nel dicembre scorso, decretò l’immeritata sconfitta di Corbyn in Inghilterra. Sanders ha un programma non neoliberista di redistribuzione sociale, non mette in discussione il capitalismo oligarchico USA, ciononostante si è impegnato ad eliminare l’inaccettabile: masse di schiavi (non) salariati, l’allarmante fenomeno dei senza tetto in crescita costante ed una sanità in mano alle oligarchie private. L’industria delle armi spadroneggia, in una nazione che, da sempre, non conosce giustizia sociale. Il capitalismo statunitense viene definito da alcuni storici un Impero non democratico, e il tentativo di porre un freno allo strapotere della finanza speculativa passa per ‘’socialismo’’.
Sanders fa benissimo ad attaccare Wall Street e le politiche guerrafondaie dell’ultradestra sionista. E’ l’anti-Netanyahu, e tutto ciò aiuterebbe il mondo arabo a rifiatare dopo i ricatti di Trump ed i bombardamenti di Bush ed Obama. Dall’altra parte il suo populismo riformista e pacifista, è molto distante dalle posizioni socialdemocratiche europee degli anni ’60 e ’70 soprattutto per ciò che riguaarda la politica internazionale. Con questi rapporti di forza, molto difficilmente metterà al bando gli interessi dell’establishment. Qual è la posta in gioco? Lo stato profondo teme che la ‘’sinistra democratica’’ promuova il dialogo fra gli stati, riequilibrando il conflitto geopolitico globale. Nulla di antagonista, ma la diplomazia – imperialismo intelligente – riacquisterebbe una via privilegiata rispetto ai ricatti delle lobby. La lobby israeliana, professionista nel ricatto, sta investendo negli avversari del vecchio riformatore.
In Nevada l’Alt Right non ha perso tempo; il moderato Sanders secondo i razzialisti sarebbe un ‘’comunista’’. La propaganda fascista della destra alternativa ha trovato una sponda importante nella lobby sionista, ricchissima e meglio fornita. Diamo una lettura alle cifre spese dalla Democratic Majority for Israel (DMFI) del sondaggista democratico Mark Mellman: ‘’Per l’organizzazione di Mellman, la strategia non è nuova. DMFI ha speso $ 800.000 in annunci anti-Sanders nello Iowa, spingendo Sanders stesso a presentare gli “interessi di denaro” per aver tentato di far deragliare la sua campagna con “annunci negativi”’’ 1. Il Partito democratico organico al neoconservatorismo, ha puntato sul ‘’miliardario egomane’’ 2 Mike Bloomberg.
Il circuito reazionario è sotto gli occhi di The Intercept il quale ‘’ha riferito che l’AIPAC sta permettendo alle donazioni a DMFI di essere conteggiate come donazioni all’AIPAC, con grandi contributi in denaro che acquistano ai donatori l’accesso all’elenco AIPAC di membri congressuali amichevoli, il tutto senza implicare l’AIPAC nella campagna diffamatoria di Sanders’’. I neoconservatori dell’AIPAC appoggiarono Bush, McCain, Clinton ed ora promuovono Bloomberg contro la socialdemocrazia, sia pure all’acqua di rosa. Il sionismo non ha (più) colore politico e negli USA l’establishment si divide senza offrire alternative: il partito dei reazionari contrapposto al partito dei fascisti. I guerrafondai dello stato profondo non ammettono un ‘’colonialismo controllato’’, come i Padroni delle multinazionali disprezzano il keynesismo. Sanders non è mai stato comunista e non c’entra nulla col socialismo terzomondista (sarebbe stato interessante), ma la breitbarizzazione dell’informazione sta degenerando nel doppio fascismo americano-sionista. Infangare un ebreo illuminato appellandolo come ‘’antisemita’’ diventa emblematico; la propaganda yankee (giornalisti venduti più apparati accademici) è un prolungamento del capitalismo.
Il giornalista Umberto de Giovannangeli, con un eccellente articolo, ha decifrato la penetrazione del sionismo guerrafondaio all’interno del Partito democratico contrapponendo la cattiva politica dei lobbisti alla coerenza di Sanders. Chi sono i lobbisti di ‘’sinistra’’:
‘’E’ accaduto anche a Rashida Tlaib, parlamentare democratica del Michigan, che per aver affermato la potenza economica esercitata dalla lobby americana pro Israele, è stata accusata, non solo dall’AIPAC e da Trump ma anche dai capigruppo democratici alla Camera dei Rappresentanti e al Congresso, di aver utilizzato argomentazioni proprie dell’antisemitismo. Tlaib, però, pur correggendo alcune delle argomentazioni che aveva portato alla sua tesi, non si è arresa, anzi ha rilanciato, dicendosi pronta ad organizzare un tour per i suoi colleghi congressisti nella West Bank per vedere con i loro occhi gli effetti dell’occupazione israeliana. La combattiva deputata deve fare i conti con un establishment democratico che ha fatto del filo-israelismo un credo politico inattaccabile. Come rimarcato da Peter Beinart in un articolo del 5 dicembre scorso, l’Israeli-American Council annovera tra le sue fila, personalità di primo piano quali l’House Speaker (Democratica) Nancy Pelosi, il leader della minoranza al Senato Chuck Scumer, e Haim Saban. Saban è il maggior finanziatore del Partito Democratico ( oltre che il patron del Washington foreign policy think tanks) , tra i più accaniti sostenitori della necessità, poi realizzata da Trump, di chiamarsi fuori dall’accordo del 2015 sul nucleare con l’Iran, accordo che pure era stato fortemente voluto dall’allora presidente (Democratico) Barack Obama. Il muro pro-Israele ha già subito alcune incrinature, che ora però possono trasformarsi in falle con la decisione di Sanders di correre per la Casa Bianca nelle elezioni del 2020’’ 3
Obama, nei confronti di questi personaggi, ha mantenuto un comportamento omertoso. Altro che Nobel per la Pace, la finanza speculativa l’ha trasformato in un cinico esecutore a partire dalle deportazioni razziste nei confronti dei migranti centro-americani ed africani. L’ingiustizia neoliberista con Trump, diventa fascismo cristiano-evangelico. Sanders è quanto meno coerente, interpreta il senso comune dei lavoratori schiacciati dai boiari del libero mercato ed opta per un capitalismo meno predatorio. La lobby sionista, se non verrà fermata da una reazione popolare, vuole impedirgli di promuovere una politica riformatrice e meno guerrafondaia rispetto agli standard nord-americani. Difficilmente basterà a trasformare un Impero in una Repubblica.
https://parstoday.com/it/news/world-i208943-lobby_sionista_investe_contro_corsa_di_sanders_in_nevada
http://pergiustizia.com/mike-bloomberg-un-miliardario-egomane/
https://comedonchisciotte.org/lincubo-per-israele-e-un-presidente-ebreo-alla-casa-bianca/