Un assassinio così eclatante alla luce del sole, organizzato in prima persona da Mike Pompeo e attribuito al diktat di Trump, ormai un pupo gestito dallo stato profondo, un assassinio così manifestatamente ostile contro il diritto internazionale, non può essere attribuile solo al desiderio di vendetta contro chi ha intralciato i piani degli imperi occidentali in Siria, in Iraq, in Yemen, ma ad un disegno ancora più vasto, di importanza vitale per il prosieguo del dominio planetario dell’ assetto politico-militare Israele/USA/UE.
Innanzitutto la continuazione del caos in medio Oriente cui perfino i Sauditi, massima espressione del terrore in tutta l’area, volevano porre un rimedio, un allentamento, confrontandosi con il loro nemico più irriducibile, il generale Solemaini, in un territorio richiesto dalla stessa diplomazia statunitense e propiziato dal primo ministro iracheno Mahdi.
Il caos, di cui sono responsabili i carnefici che parlano di diritti umani e di democrazia, deve continuare. Le disfatte, particolarmente in Siria, dei jihadisti, agenti prezzolati degli imperi occidentali, non devono impedire una ripresa dello stragismo, della violenza contro le città ed i villaggi.
Un accordo tra i Sauditi, allo stremo per la guerra non vittoriosa contro gli Houti e per il ritiro dalla stessa di alleati importanti, oltre che per i danni rilevanti ricevuti, e gli Iraniani sarebbe, soprattutto per Israele, un vulnus intollerabile. Un Medio Oriente che inizia un dialogo politico ed interreligioso è quanto di più distante si possa immaginare dalla politica del caos e dell’espropriazione che lo stato ebraico ha perseguito per tanti anni.
Curdi indipendentisti contro siriani, sunniti contro sciiti, sciiti gli uni contro gli altri per l’ingerenza degli iraniani negli affari interni, curdi contro cristiani… Contraddizioni fomentate (vedi Jugoslavia) a tutto vantaggio delle politiche coloniali particolarmente arroganti e opprimenti nei campi profughi.
Responsabilità massima dell’Europa come ci viene confermato da Assad nell’intervista rilasciata alla Maggioni, nota giornalista della Trilateral.
Un Medio Oriente pacificato: un incubo per l’Europa. Un Medio Oriente con stati sovrani: come depredare le risorse naturali che appartengono ai popoli che ci abitano?
In Bolivia ci siamo riusciti appunto scatenando i bianchi benestanti contro gli indios…Così in Congo, in Ruanda, nella repubblica centrafricana…
Per gli States il mantenimento del caos e l’indebolimento degli stati ha una valenza ancora più decisiva : la difesa del dollaro che, come si sa, si regge, più che sulla sua economia, sul controllo di organismi internazionali finanziari preposti agli scambi commerciali e sull’imposizione della valuta estera negli stessi. La preferenza dimostrata dall’Iraq per l’Impero Celeste nella costruzione di reti ferroviarie ed elettriche, cosi come gli accordi del Qatar, sullo sfruttamento del ricchissimo giacimento di gas off shore, con la Cina in collaborazione con Russia ed Iran, l’export petrolifero verso la Cina dell’Arabia saudita cui certo non può fare a meno dopo che gli States hanno raggiunto la quasi indipendenza energetica, con la fruttuosa ma devastante fratturazione idraulica, sono segnali, assieme ad altri che provengono sempre dal Medio Oriente, di una inversione di tendenza che può portare ad un gigantesco scambio di valute diverse dal dollaro che vedrebbe così compromesso il suo status di valuta di riserva che attualmente gli permette di disporre di un debito pubblico stratosferico necessario per le sue spese miliardarie nell’apparato industriale-militare
Gli Stati Uniti non hanno reagito all’attacco iraniano alle basi militari.
Certo, il bombardamento ha danneggiato solo delle piste e dei casamenti vuoti. Nessuna vittima. Ciò ha dato il destro a Trump per inviare un segnale di pace, riconoscendo di fatto che l’attacco costituiva una giustificata risposta all’aggressione yankee, risposta che, accanto alla dimostrazione di forza, si è accompagnata ad una proposta di allentamento delle tensioni tra i due Paesi, ciò che, del resto, era nei propositi dell’incontro diplomatico a Bagdad.
E’ un fatto di grande rilevanza. Solo qualche anno prima ciò non sarebbe potuto accadere. L’Occidente avrebbe potuto sentire la risposta iraniana come un atto di guerra e di conseguenza avrebbe potuto reagire con estrema violenza.
L’Iran non è la Libia disarmata di Gheddafi. Non è isolato, attorno a sè ha degli amici come la Siria, l’Iraq, il Libano e Paesi che resterebbero neutrali (il Pakistan, l’Afghanistan, il Qatar…). La Cina e la Russia inoltre non resterebbero con le mani in mano come è avvenuto durante l’arrembaggio della Libia.
I rapporti di forza sono mutati ad evidenziare il declino irreversibile degli States.
Che, naturalmente, continueranno con le loro provocazioni, con il riarmo dei jihadisti, facilitandone la penetrazione nel Caucaso, nello Xinjiang…stimolando, con l’aiuto di Ong e con media compiacenti, rivoluzioni colorate nell’area…Gli States sono ora come la tigre ferita di cui parlava Mao….molto pericolosa…non rinunceranno facilmente a perdere la supremazia planetaria di cui, per tanto tempo, hanno goduto…il terrore continuerà…