Diversi miei amici e compagni stanno reagendo con stupore e indignazione al fatto che le cosiddette “sardine” stanno allontanando dalle loro manifestazioni quelli che si presentano con le bandiere rosse e la falce e il martello.
In realtà questa scelta è assolutamente coerente da parte loro, non c’è nulla di cui stupirsi.
Le “sardine” sono un movimento liberaldemocratico, che deve apparire come nato spontaneamente in seno alla società civile. Che poi alle spalle ci sia la regia più o meno occulta del PD oppure si tratti di un movimento realmente spontaneo, è in fondo irrilevante ai fini dell’analisi e della comprensione del “fenomeno”.
Le persone in piazza con le “sardine” infatti, appartengono nella loro grande maggioranza ad una media borghesia “progressista” e garantita (quella rappresentata dal PD) in tutto e per tutto allineata all’attuale sistema neoliberale e neoliberista, che non ha ovviamente nessuna seria intenzione di mettere in discussione (per loro stessa pubblica ammissione…).
Si tratta di liberali (magari “di sinistra”…) che, coerentemente, aderiscono in tutto e per tutto al liberalismo e che oggi si sentono minacciati da questa destra radicale, aggressiva, sciovinista e populista nei confronti della quale avvertono una profonda e istintiva repulsione.
Il punto, a mio parere, è che è difficile stabilire quanto questo “sentimento” di indignazione che li anima sia dato dalla natura indubbiamente indigeribile della destra (la stessa per la quale la ritiene indigeribile, ovviamente, anche il sottoscritto…) oppure per una sorta di disprezzo malcelato, anche se non dichiarato, per quel “popolo rozzo, abbrutito e ignorante” che sceglie di seguire la destra anziché la “loro” “sinistra”. Ora, che quel popolo sbagli (e di grosso) a seguire la destra non c’è alcun dubbio, ma è altrettanto fuori di dubbio che ha tutte le ragioni per non reggere il moccolo, come si suol dire, all’attuale “sinistra”.
A conferma di quanto sto scrivendo, è’ bene ricordare che quella media borghesia “progressista e di sinistra” di cui sopra nutriva più o meno lo stesso sentimento di disprezzo nei confronti del “popolo grillino” (che in parte è lo stesso che oggi si rivolge alla Lega, in seguito alla giravolta del M5S) colpevole di aver abbandonato la “sinistra” per seguire le sirene “populiste e qualunquiste in odore di fascismo” di Grillo e del M5S (col quale oggi governano…). Insomma, si indignavano (così come si indignano ora) perché il “popolaccio, brutto, sporco e cattivo (e pure ignorante e rozzo)” non vuole starsene al suo posto ad intonare cori salmodianti dedicati alle sorti magnifiche e progressive del “liberal-europeismo”.
Le “sardine” si indignano per il razzismo della Lega (ed io con loro) ma non si indignano e non scendono in piazza contro le guerre imperialiste in Libia, in Siria e nello Yemen o contro l’occupazione della Palestina. Non si indignano e non scendono in piazza per difendere i governi socialisti dell’America latina dagli attacchi delle borghesie reazionarie, liberiste, fasciste e golpiste sostenute dagli USA (e, per la proprietà transitiva, dall’UE). Fingono di non sapere che il PD, insieme alla Lega, ha sostenuto il fantoccio della CIA Guaidò contro il legittimo governo di Maduro in Venezuela così come il golpe nazista antirusso e filo UE in Ucraina. Non si indignano e non scendono in piazza per combattere le politiche di austerity e neoliberiste dell’UE di cui l’attuale “sinistra”, PD in testa, è garante.
Nulla di tutto ciò, ovviamente. La media borghesia “di sinistra e progressista” italiana che oggi dà vita al movimento delle “sardine” scende in piazza per difendere lo status quo. Quello status quo che la vede garantita.
C’è solo questo in quel movimento? No, ovviamente, ci sono anche persone in buona fede che non sopportano (e ne hanno ben donde) Salvini & soci, ma queste, mi dispiace per loro, vanno bene solo per riempire le piazze…
Fonte foto: Il Fatto Quotidiano (da Google)