Accanto all’Olocausto degli ebrei andrebbero ricordati i tanti genocidi che hanno caratterizzato la marcia trionfale del capitalismo. La “giornata della memoria” risulterebbe comprensiva di tutti coloro che sono stati così colpiti dal Potere.
Come è possibile una tale commemorazione senza ripensare all’aggressione europea in Africa (il genocidio in Congo è il più spaventoso di tutti quanto a numeri, il doppio dell’olocausto ebraico), in Asia, in Oceania, nelle Americhe, dove è stato responsabile della morte di centinaia di milioni di indigeni. Ma per rimanere solo nel dopoguerra, in Etiopia, in Libia, in Indonesia, in Vietnam, in Cambogia, in Afghanistan, in Iraq, in Siria, nello Yemen…
Il più delle volte i genocidi non sono stati studiati adeguatamente, trascurati dai media o addirittura “capovolti”, riguardo ai veri responsabili, per strumentalizzazioni politiche. Per non parlare delle due guerre mondiali (conflitto tra Imperi) ugualmente travisate spesso nelle interpretazioni per ragioni di propaganda politica, di strategia del consenso.
Il parlamento europeo che ha dato, ultimamente, miserabile spettacolo di sè con il blocco all’apertura dei porti e all’aiuto in mare delle Ong (obbligo umanitario dovuto anche in presenza, in questi viaggi della speranza, di creature di Soros e dei suoi amici trafficanti) ha avuto il coraggio di equiparare nazismo e comunismo, di addebitare le ragioni della seconda guerra mondiale all’Unione Sovietica, oltre che al nazismo, quando una sia pur minima conoscenza storiografica illustra quanto sia stato decisivo il ruolo dell’armata rossa nella sconfitta del nazismo e come l’esercito russo avrebbe potuto, se avesse voluto, raggiungere Parigi, e come le sue vittorie abbiano reso molto più agevole lo sbarco in Normandia degli alleati anglosassoni…
Anche sull’Olocausto 1) noi assistiamo ad una narrazione falsata. Non un genocidio di ebrei ma un genocidio di ebrei poveri, di ebrei privi di potere economico e politico. Perché la grande finanza ebraica, i grandi industriali ebrei non solo erano esclusi dall’olocausto ma se ne avvantaggiavano, potendo sfruttare il lavoro schiavistico nei campi di concentramento. Così come erano esclusi dai pogrom, dalle aggressioni quotidiane. Tra di loro, non ci sarebbe mai potuta essere una Anna Frank. La persecuzione, dopo la presa del potere assoluto di Hitler, avvenne con la collaborazione degli ebrei potenti di cultura sionista che in base alla Dichiarazione Balfour, avevano già in programma la nascita di uno stato ebraico (“in una terra senza popolo”) e di un genocidio in terra di Palestina, questa volta, costruito in prima persona.
Quando nel 1938 venne definitivamente deliberata la legislazione sulla arianizzazione “i grandi della finanza e dell’economia” vennero invitati ad inventarsi un prestanome “ariano”, in modo da eludere le leggi e dirigere dietro le quinte.
Dopo la guerra, il possesso dei loro beni verrà ripristinato in santa pace. Il tribunale di Norimberga procurò loro qualche fastidio. Ma non più di tanto. E potranno continuare, con i loro politici, complici di questa “amnistia”, la costruzione della nuova Germania, della nuova Europa che sarà come in precedenza gestita dalla finanza tedesca ed internazionale che saprà subito imporre nella burocrazia, negli uffici, il vecchio personale che aveva governato durante la dittatura hitleriana.
NOTE
1) Raccomando il video di Piero Ratto, recuperabile su “YOU TUBE” “ LO zyklon B di Warburg e Rockefeller”, eccellente documentario sulla collusione tra i vertici del nazismo e della grande finanza