Dalla sinistra imperiale al ‘’giornalismo di regime’’. Tutti gli amici – ben stipendiati – dal complesso militar-industriale ‘’yankee’’
Il giornalista Julian Assange, un autentico patriota antimperialista, è stato illegalmente arrestato dalla polizia britannica e Londra, da vero scendiletto di Washington, potrebbe consegnarlo allo Stato Profondo USA. Chi sono gli architetti di questo ennesimo crimine? Certamente il governo britannico, la CIA, Trump ed i Clinton, ma anche Lenin Moreno che si è tirato dietro tutta la sinistra imperiale e gran parte della sinistra post-marxista: Pedro Sanchez, il PSE, diversi micro-gruppi trotskisti prontissimi nel mobilitarsi in difesa dei Dissidenti Artificiali schierati contro Russia e Cina, ma spocchiosi di fronte alle reali violazioni dei diritti umani. Questa categoria di attivisti politici – dalla “sinistra politicamente corretta” agli anarchici, ai “marxisti post-modernisti” – rientra in ciò che Primo Levi definì i grigi ovvero le piccolissime burocrazie esperte nel vivacchiare scegliendosi istanze di comodo; visibilità, relativo successo ed istinto di sopravvivenza. Su queste basi è stata fondata la ‘’sinistra capitalista’’.
L’ex presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha prontamente dichiarato: ‘’Lenin Moreno è un corrotto’’.
Il signor Moreno è il simbolo della sinistra imperiale, organico all’oligarchia finanziaria anglosassone: ‘’Lo scorso 25 marzo sono stati pubblicati gli Ina Papers: dalla documentazione emergerebbe che il Presidente Lenin Moreno abbia riciclato denaro sporco in diversi conti offshore e in una società a Panama, inclusa la Ina Investment Corp, di cui il fratello di Moreno è proprietario’’ 1. A testa bassa il governo ha puntato il dito contro Wikileaks accusando Assange di aver violato le condizioni del suo asilo. La CIA gli avrà fatto, come minimo, un applauso.
Israel Shamir, giornalista che aveva collaborato con Assange, ha commentato il banditesco arresto:
“Il Regno Unito ha deciso di chiudere la questione, ma gli Stati Uniti sono dietro a tutto questo.
Tutto ciò ancora una volta ricorda a tutto il mondo che l’asilo politico si può solo ottenere a Mosca”. 2
Israel Shamir ha ragione: soltanto Mosca e Pechino, allo stato delle cose, basandosi sulla dura legge dei rapporti di forza, possono garantire protezione ad un dissidente politico come hanno fatto con Edward Snowden. Chissà cosa pensano di tutto questo i trotskisti di terza generazione (compagni di merenda delle Pussy Riot) sempre pronti ad urlare al conflitto inter-imperialista equiparando Mosca e Pechino a Washington. Nel mentre, la sinistra movimentista preferisce tacere.
L’opinione del reporter Fulvio Grimaldi è ugualmente importante:
‘’Ho incontrato Rafael Correa prima a Quito, alla vigilia della sua vittoria per la presidenza sull’onda della “revolucion ciudadana” che liberò il paese dai manutengoli degli Usa e la fece entrare nel consesso antimperialista dell’A.L.B.A. e, poi, a Roma, dove fece tappa per un tour di denuncia del cambio di rotta operato da Lenin Moreno e dei rischi ora corsi da Assange. Mi disse che Washington, i servizi americani, non avrebbero mollato l’osso e che occorreva con la massima urgenza una mobilitazione del giornalismo onesto e libero e dei cittadini che lo consideravano essenziale alla democrazia per salvare uno dei più validi assertori del diritto alla conoscenza di ciò che fanno i governanti. Scrissi qualcosa, mi guardai in giro, non si sentiva volare una mosca. Né, tanto meno, una parola in difesa di Assange. La FNSI sparava ipocrito sdegno contro chi, nel mondo politico, osava criticare l’irreprensibile professione. Amnesty, HRW e gli altri umanitari non assumono “prigionieri di coscienza” catturati dagli amici’’ 3
Esiste (ancora) un giornalismo onesto in Italia? L’Ordine dei giornalisti (Odg), con i suoi corsi di formazione, mette sugli altari la libertà d’espressione, pilastro ideologico dell’occidente liberista, quindi, in perfetta malafede, si allinea alla versione della CIA diventando il megafono dei neoconservatori statunitensi. Giornalisti piagnoni, ma senza scrupoli (come Gianni Riotta), si lamentano del ruolo della rete la quale ha (giustamente) indebolito la carta stampata. Le ragioni sono semplicissime: il ‘’giornalismo di regime’’, da oltre vent’anni, ha difeso senza porsi troppe domande tutte le guerre imperialiste trasformandosi nella Quinta Colonna del Pentagono. Un declino meritato.
Il grande analista Alexander Cockburn, proveniente dalla sinistra di classe statunitense, comprese come il profondo distacco del giornalismo dalle istanze popolari avrebbe rafforzato la morsa padronale, l’offensiva dell’establishment parassitaria e senza patria, contro il mondo del lavoro: “Tutto considerato, col passare delle decadi” – dice Alexander Cockburn, cofondatore del sito web di informazione alternativa counterpunch.com – “i quotidiani principali hanno ostacolato e sabotato – spesso con accanimento – gli sforzi fatti per migliorare le nostre condizioni sociali e politiche”. Il popolo odia le elite ed ha ragione, mentre avrebbe bisogno di nuovi intellettuali organici, uomini come Antonio Gramsci, Alexander Cockburn e Julian Assange.
Il ‘’giornalismo di regime’’, ma piagnone, ha i giorni contati; le congiunture storiche sono destinate a cambiare. Anche in Europa (pensiamo alla rivolta popolare dei Gilet Gialli) la conflittualità sociale diventerà insostenibile per le elite, imponendo dal basso un cambiamento delle relazioni internazionali.
http://www.occhidellaguerra.it/assange-facebook-rimuove-la-pagina-dellex-presidente-correa/
https://it.sputniknews.com/mondo/201904117508606-usa-dietro-larresto-di-assange—ex-collaboratore-di-wikileaks/
http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/04/era-la-stampa-bellezza-si-e-uccisa-dal.html
Fonte foto: La Stampa (da Google)