Seconda parte: prima le periferie, poi Cina e Russia.
Per molti commentatori vi è il pericolo di una terza guerra mondiale. Per altri il pericolo non sussiste in quanto deflagrante per tutti i contendenti ( lo si diceva anche qualche settimana prima che scoppiasse la “grande guerra” ). Personalmente non ho dubbi. La terza guerra mondiale è iniziata a partire dalle periferie. USA e Israele con la UE come ruota di scorta intendono accerchiare la Russia e la Cina.
Le guerre a livello planetario hanno come obiettivo la desertificazione delle loro alleanze commerciali e militari.
L’accanimento in Jugoslavia, in Ucraina, in Siria, nello Yemen, in Venezuela, nel mar cinese orientale, in Nicaragua, in Honduras, in Mali, nella Repubblica centroafricana, in Macedonia…persegue lo scopo di indebolire la forte crescita d’influenza delle due potenze nemiche.
Allo stesso obiettivo obbedisce la diffusione a macchia d’olio del terrorismo “islamico” nelle Filippine e nel nord-est asiatico al fine di creare regimi autoritari alleati degli States.
La strategia d’accerchiamento parte da lontano e sembra, ai meno attenti, avere altre finalità immediate: abbattere il terrorismo e gli stati ostili alla supremazia dell’Occidente.
Tali finalità esistono (il nuovo Medio Oriente ad esempio) ma sono semplicemente intermedie rispetto alla volontà paranoica della conquista politica, economica, ideologica di tutto il pianeta da parte del civile e democratico mondo dell’Occidente a guida Stati Uniti/Israele.
Dobbiamo fare qualche passo indietro nel tempo. Perché se è vero che una tale cupidigia di egemonia costituisce un’aspirazione delirante in particolare del mondo anglosassone ( si pensi alla richiesta del macellaio d’Africa Winston Churcill agli States di scagliare su Mosca la Bomba quando l’URSS non ne era ancora dotata ) è anche vero però che, soltanto negli anni ’90, dopo la caduta del muro di Berlino e l’implosione dell’Urss, si costruisce un piano dettagliato su “Il nuovo ordine mondiale” che impone, allo scopo di abbattere la democrazia e le condizioni di vita delle masse e allo stesso tempo di giustificare un’aggressione feroce agli stati “canaglia”, un estremo sacrificio rituale alla popolazione americana: la distruzione di tre torri e la morte di quasi 3.000 persone.
L’abbattimento delle torri (tre, non due, come gran parte della stampa riporta allo scopo di occultare il mistero di una torre che si abbatte “da sola”) andava vendicato con una guerra immediata (Afghanistan, dove in qualche grotta si rifugiava Osama) e con una “guerra infinita” contro il terrorismo . E’ in gioco il prestigio e la sopravvivenza dell’occidente e degli Stati Uniti che si propongono come eroico baluardo della civiltà e della libertà.
Come se gli Usa avessero ricevuto una delega in bianco che gli consenta di porsi al di là delle leggi nazionali ed internazionali. Come ad Israele tutto gli dovrà essere permesso.
Il presidente potrà decidere assieme ai suoi più fedeli chi deve essere giustiziato, prelevato o torturato senza l’impiccio di prove o di giudici, disporre di prigioni in ogni dove del pianeta con la complicità (ma anche senza) dei governi nazionali, istituire tribunali speciali segreti che potranno giudicare senza prove, senza avvocato difensore, e condannare alla pena di morte, bombardare, non curandosi dei civili (effetti collaterali inevitabili e quindi giustificabili), favorire l’impunità degli eroici combattenti terroristi, infischiandosene del diritto internazionale.
Tutto programmato. Il generale Wesley Clark nel 2007 riferirà di essere venuto a conoscenza poco dopo l’11 settembre, tramite il vice-presidente Dick Cheney e il ministro della difesa Rumsfeld, dell’intenzione dell’amministrazione di scatenare delle guerre contro Siria, Libano, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Iran .
Destabilizzare insomma, inventandosi dei nemici, addestrando dei terroristi, favorendo tensioni tra le etnie, suscitando il panico tra i civili, creando disordini e caos.
“Guerre intermedie” come le aveva definite Giulietto Chiesa. Riarmo, petrolio, energia, basi militari. Prima di affrontare l’ostacolo che potrebbe impedire agli Usa di imporre il suo ordine globale e di realizzare compiutamente “il sogno americano”: la Cina .
Zbigniew Brzezinski , ben prima delle torri gemelle ” E’ imperativo che non emerga nessun sfidante euroasiatico in grado di dominare l’Eurasia e quindi anche di sfidare l’America , il primato globale dell’America” .
Obama “Gli Stati Uniti … come nazione del Pacifico … svolgeranno un ruolo più ampio e di lunga durata … noi preserveremo la nostra capacità unica di proiezione e di potenza e scoraggeremo le minacce alla pace …gli Stati Uniti sono una potenza del Pacifico…e noi siamo qui per rimanervi”
La strategia d’attacco del Pentagono era già pronta ed aveva un nome :”Air -Sea -Battle”.
Ma questa strategia rimase sulla carta. Non solo perché la crescita tecnologica della Cina risultò stupefacente nel settore dell’elettronica e degli armamenti ma anche perché nell’ultimo decennio all’Impero Celeste, grazie alla politica suicida di Washington, gli è caduto in grembo, come alleato tattico, se non strategico, la Russia che, da zimbello dell’Occidente con Eltsin, in pochi anni è diventata una potenza militare con una strumentazione nucleare non seconda neppure agli Stati Uniti, come recentemente hanno rilevato i vertici militari USA al Congresso, creando un comprensibile panico negli ambienti finanziari e militari statunitensi…
Terza puntata a breve
la prima in “una parola contro le guerre” e in l’Interferenza”