Il dibattito politico oggi, a sinistra:
- Se parli con quelli/e della sinistra liberale e “radicale” e provi a ragionare di uscita dall’UE, vieni immediatamente bollato come “rossobruno, populista di destra e reazionario filo Orban in odore di fascismo”. Se poi provi a criticare il femminismo sei immediatamente cacciato come “maschilista, negazionista, misogino, negazionista e naturalmente reazionario e fascista”.
- La “sinistra antagonista” si divide invece in due parti. Con alcuni puoi ragionare di uscita dall’UE, mentre con altri (esattamente come avviene per la sinistra liberale) se solo ci provi sei bollato e cacciato come “rossobruno, populista di destra e reazionario filo Orban in odore di fascismo”. Naturalmente se osi avanzare una critica al femminismo sei cacciato da entrambe come “maschilista, negazionista, misogino, negazionista e naturalmente reazionario e fascista.
- Con alcuni di quelli della cosiddetta neonata “sinistra sovranista” puoi criticare il femminismo, entro una certa misura, ma se provi a criticare il “sovranismo” e in particolare la loro posizione sull’immigrazione, sei immediatamente bollato come “sinistrato” che fa il gioco delle elite liberali, liberiste e mondialiste. Con altri, invece, non puoi neanche criticare il femminismo altrimenti vieni cacciato e bollato, naturalmente altrimenti vieni cacciato e bollato, naturalmente come “maschilista, negazionista, misogino e, naturalmente, reazionario e fascista” (tranne rarissime eccezioni, ovviamente, che confermano la regola…).
La dialettica? E che è? Roba che se magna? La complessità? Seee, va bè…
Da sempre a sinistra ci si è scannati fino alle estreme conseguenze, basti pensare (è solo un esempio) all’eterna diatriba fra trotzchisti e stalinisti, finita in un bagno di sangue (soprattutto per i primi…). Oggi invece ci si limita a tirarsi gli stracci a vicenda.
Come diceva qualcuno, la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.
E andiamo avanti così. Facciamoci del male…
