Israele, nel tentativo di spezzare l’asse siriano ed iraniano, ha nuovamente attaccato Damasco cercando di danneggiare diversi obiettivi militari e civili. Grazie alla tecnologia russa, l’aggressione sionista nel sud del paese è fallita. Comunica l’agenzia SANA (citando fonti militari): “La nostra difesa aerea ha risposto efficacemente a un attacco aereo israeliano mirato alla regione meridionale, impedendo che raggiungesse nessuno dei suoi obiettivi” 1. Quali conclusioni dobbiamo trarre da questa sconsiderata azione militare? Lo scontro fra potere politico e Stato profondo si riproduce anche all’interno dello Stato ‘’per soli ebrei’’ e, nelle prossime elezioni, Netanyahu verrà sfidato dal generale Gantz. Chi è costui? Il suo curriculum parla chiaro: ‘’Gantz stesso ha una posizione centrista. E’ stato capo delle Forze armate dal 2011 al 2015 e ha condotto la dura campagna a Gaza del 2014, operazione Protective Edge. Classe 1977, si è arruolato volontario nel corpo paracadutisti a 18 anni. Ha combattuto nelle campagne in Libano del 1978, poi del 1982, nelle operazioni sempre in Libano fra il 1985 e il 2000, fino a comandare la prestigiosa 35esima Brigata paracadutisti. Poi ha diretto il delicato Fronte settentrionale, ai confini con Libano e Siria, e ha guidato le operazioni contro-insurrezionali in Cisgiordania e Israele durante la Seconda Intifada (2000-2005)’’ 2. Si tratta di un uomo organico al complesso militar-industriale americano-sionista e che ‘’come molti militari è stato a lungo vicino alle posizioni del Labour, ed è stato un ministro della Difesa laburista, Ehud Barak, a indicarlo come capo delle Forze armate nel febbraio del 2011’’. Dobbiamo dedurre che l’ideologia dei neoconservatori, dal 2008 in poi, attecchisce con maggiore facilità nel fronte ‘’progressista’’ per varie ragioni di ordine culturale e politico. La ‘’sinistra’’ imperiale ha ridefinito la sua collocazione geopolitica offrendo un sostegno incondizionato allo Stato sionista, a sua volta braccio armato dell’imperialismo americano.
La destra statunitense, chiamata Alt Right, si identifica nell’ideologia evangelica ed anti-musulmana. John Bolton ha ritessuto le alleanze anti-sciite dell’ amministrazione democratica; la Confraternita dei Fratelli Musulmani e il MEK/MKO sono la punta di diamante di questa neo-strategia eversiva. La partita di Bannon e Bolton va ben oltre il ‘’realismo politico’’ di Netanyahu, il quale vorrebbe far confluire l’economia (e l’imperialismo) israeliana nei mercati asiatici senza rinunciare alla pulizia etnica della Palestina. Lo scontro fra pezzi di oligarchia ha una molteplicità di protagonisti: elite militari, agenzie di intelligence e apparati mediatici.
Il presidente israeliano si è reso responsabile di numerosi crimini e viene considerato (giustamente) da eminenti analisti come Noam Chomsky, James Petras e Thierry Meyssan, un criminale di guerra. Lo Stato sionista è diviso in comunità, fazioni etniche e religiose che rappresentano linee diverse:
‘’Come il suo vicino Libano, Israele è diviso in comunità diverse per origine ed atteggiamento verso la religione. Economicamente la più forte è la comunità Aschenazita, che però soffre della stessa malattia mentale di cui gli WASP americani sono eredi. Sono liberali ed incerti delle proprie capacità e del proprio diritto di governare. Hanno accettato l’agenda pro-minoranze come i liberali bianchi americani, sono a favore di LGBT e rifugiati neri africani, e vorrebbero che gli Ebrei Orientali governassero per loro.
Questi ultimi odiano gli Aschenaziti, ma odiano ancor di più gli arabi. L’avversione verso gli arabi è a fondamento dello Stato ebraico. Gli Orientali vorrebbero comandare, ma anche loro non sono sicuri delle proprie capacità, preferendo in realtà che siano gli Aschenaziti ad occuparsi degli affari di stato.
Anche le comunità religiose ebraiche condividono l’odio verso gli arabi, ma sono divise tra ultra-ortodossi e nazionalisti. Gli ultraortodossi badano maggiormente al proprio interesse personale, i nazionalisti sono millenaristi e chiliasti’’ 3.
I laburisti, dall’altra parte, rappresentano la fazione anglosassone dell’imperialismo israeliano che li porta ad avere un rapporto paritario con lo Stato profondo USA. Il colonialismo classico di Trump e l’imperialismo americano-sionista vengono superati da una concezione apocalittica del mondo unilaterale basata sul colonialismo termonucleare contro la Federazione russa. Le provocazioni militari, che non riguardano soltanto Damasco, rientrano in questa prospettiva. La destra dei coloni, basata sul fondamentalismo giudaico, si è saldata con la neo-sinistra laburista legata all’etica puritana, di cui il clan Clinton è promotore, isolando il centro. Trump e Netanyahu hanno goduto del sostegno dei think tank di Bannon per circa tre anni. Ora il grosso delle risorse verranno dirottate altrove: neofascisti, fondamentalisti evangelici, sionisti, ma anche una parte della neo-sinistra laburista ed anti-russa. Si tratta di una rete eversiva diversificata, difficile da decifrare.
Secondo Meyssan: ‘’Il regime di apartheid di Tel Aviv dovrebbe subire nei prossimi anni la stessa sorte di quello di Pretoria’’. La transizione (possibile ed auspicabile) sembra però essere molto più problematica e difficoltosa del previsto.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_difesa_aerea_siriana_respinge_attacco_israeliano_contro_laeroporto_di_damasco/82_26778/
https://www.lastampa.it/2019/01/17/esteri/gantz-un-generale-sfida-netanyahu-israele-prima-di-tutto-gm5GMu2azMz8OJ1buD5N9I/pagina.html
https://comedonchisciotte.org/netanyahu-sotto-assedio/
Fonte foto: Perlapace.it (da Google)