Dopo l’appoggio esplicito al neonazista liberista brasiliano filo USA, Bolsonaro, il sostegno, altrettanto esplicito (del resto, non è certo una novità…), di Salvini al governo di estrema destra israeliano e in particolare al suo leader Netanyahu: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2018/12/11/salvini-in-israele-hezbollah-terroristi.-la-difesa-dichiarazioni-preoccupanti_ac463f81-c762-4f38-89ee-1efab28545f0.html
Una dichiarazione gravissima la sua (ha definito Hezbollah come un “movimento terrorista che attacca il baluardo della democrazia in Medioriente”, cioè Israele) che ha messo in evidente difficoltà anche il ministro della difesa italiano, la “grillina” Elisabetta Trenta, che ha incassato la solidarietà dello stesso vicepremier Di Maio.
Un posizione che oltre a confermare la natura squisitamente reazionaria, filoatlantica e filosionista della Lega, dimostra altresì il preoccupante tasso di avventurismo e irresponsabilità politica del leader leghista, specie se consideriamo il ruolo positivo (riconosciuto sia dai palestinesi che dagli stessi Hezbollah) che le varie missioni italiane e anche l’attuale contingente militare presente all’interno dell’UNIFIL (ONU) hanno svolto in quell’area e in particolare al confine tra Libano e Israele.
Una posizione, dunque, smaccatamente aggressiva e guerrafondaia che rompe deliberatamente con la tradizionale politica di attenzione e di mediazione che ha contraddistinto la politica estera italiana nel bacino del Mediterraneo per molti decenni (nonostante l’Italia fosse membro della NATO). Altri e bei tempi (verrebbe da dire, incredibilmente anche con un pizzico di nostalgia) – ormai andati – quelli in cui un presidente del consiglio come Craxi (non certo un estremista di sinistra…) osò schierare i carabinieri contro i marines americani per proteggere la fuga del comandante di un commando palestinese che aveva organizzato il sequestro della nave Achille Lauro. Sto parlando, ovviamente, del famoso episodio di Sigonella, uno dei momenti più alti di autonomia e sovranità nazionale che il nostro paese abbia mai conosciuto nella sua storia. Un atto politico che gli USA ma soprattutto Israele si legheranno al dito…
Da allora, un progressivo scivolamento verso posizioni e scelte strategiche sempre più apertamente filo atlantiche (con qualche rara eccezione, penso alle posizioni di D’Alema proprio su Hezbollah, che però, ovviamente, non giustificano di certo la gravissima aggressione alla Serbia di cui il governo D’Alema è stato complice …), fino alla resa totale, alla vergognosa adesione a guerre imperialiste e neocolonialiste nei confronti di paesi, come la Libia, con i quali erano stati costruiti rapporti di cooperazione e fattiva collaborazione. Un sub-imperialismo straccione, quello italiano, costretto a “lavorare” addirittura contro i suoi stessi interessi…
Salvini è il naturale epilogo di questa deriva. Di fatto è il vero capo del governo, quello che detta l’agenda e svolge il ruolo di ministro degli esteri, della giustizia e della difesa oltre che degli interni.
Resto dell’idea che l’abbraccio con la Lega avrà conseguenza nefaste e forse fatali per il M5S. La Lega, che a livello internazionale è legata mani e piedi all’asse Trump-Bolsonaro-Netanyahu, lavora sottobanco e scientemente insieme al fronte liberale, liberista ed europeista, cioè PD e Forza Italia, per cuocere a fuoco lento (e neanche tanto…) il M5S. Un paradosso? Niente affatto. La politica è materia complessa e contraddittoria e la politica internazionale lo è ancora di più. Salvini si fa forte dell’appoggio delle destre nazionaliste (comunque imperialiste) americane ed israeliane, al momento in competizione con l’UE, o meglio con la Germania (e anche con la Francia, sia pure per ragioni solo in parte diverse) ma lavora alla costruzione di un blocco reazionario nazionale di destra egemonizzato dalla Lega che a quel punto può trattare con l’ “Europa” senza a quel punto particolari ragioni di conflitto. Del resto, non sono certo le politiche securitarie, repressive o anti migranti e men che meno i condoni fiscali o la flat tax che preoccupano Bruxelles e Berlino (sai quanto gliene frega…) ma chi, sia pure con timide richieste, prova ad alleggerire la morsa finanziaria in cui siamo stretti.
Con questa destra non è possibile nessuna alleanza, nessuna mediazione e nessun appoggio tattico. E’ un avversario (non certo l’unico…), senza se e senza ma.
Fonte foto: ANSA.it (da Google)