L’incontro fra il rabbino sefardita Shlomo Amar ed il presidente venezuelano, Maduro, ha suscitato l’ira di alcuni ambienti sciiti soprattutto perché i due avrebbero discusso la possibilità di ripristinare le relazioni diplomatiche fra il Venezuela bolivariano e lo Stato sionista. Che cosa sta succedendo? Difficile parlare di tradimento da parte del leader socialista; Il PSUV non ha abdicato nel sostegno alla Rivoluzione anticolonialista palestinese quindi, con tutta probabilità, la Russia – argine geopolitico verso l’unilateralismo USA – sta cercando di guadagnarsi l’astensione israeliana in alcuni scenari della geopolitica mondiale. Israele è uno Stato aggressivo ed arrogante, bisogna mettergli dei lacci, non soltanto militari ma anche diplomatici. Il gioco è diplomatico e mette a fuoco il nemico principale del fronte antimperialista: Washington, ma non Tel Aviv. Gli USA, in effetti, rimangono una potenza super-imperialista come ha spiegato il marxista Michele Basso (sottolineatura mia): ‘’ Israele non è il cuore del sistema capitalistico, è un laboratorio dove si sperimentano soluzioni politiche e militari estreme, e dove si compie quel lavoro sporco che gli Stati Uniti e le altre potenze d’occidente preferiscono delegare. Ha pure il compito di sperimentare nuove armi sulla pelle di palestinesi e libanesi, senza che il discredito e l’indignazione ricada direttamente su chi queste armi produce, soprattutto gli Stati Uniti, ma anche Francia, Inghilterra e Italia’’ 1. L’articolo del nostro prezioso collaboratore merita un’ attenzione particolare:
“L’avversario numero uno del movimento operaio resta l’imperialismo statunitense, perché da decenni, e non si sa per quanto tempo ancora, è in grado di intervenire militarmente nei confronti di qualunque rivoluzione. Tale funzione controrivoluzionaria per eccellenza, al tempo di Marx l’aveva la Russia zarista, al tempo di Lenin l’Inghilterra, negli ultimi settant’anni l’hanno gli Stati Uniti. Contro questo mostro imperialistico bisogna dirigere gli sforzi, che si riveleranno inutili se non si riuscirà a coinvolgere l’unica forza che ha la possibilità di vincerlo, il proletariato americano’’
Gli iraniani, al contrario, considerano Tel Aviv l’ostacolo principale alle loro politiche egemoniche ed alla esportazione della Rivoluzione degli oppressi teorizzata dall’Imam Khomeini. Si tratta di un errore non privo di conseguenze: la collaborazione fra la Repubblica Islamica dell’Iran e l’imperialismo occidentale a guida USA contro la Serbia, indipendente ed antimperialista, rappresentò un tradimento delle istanze rivoluzionarie del 1979. Un catastrofe politica (come Iran Contra, del 1986) anche se riscattata negli anni successivi. L’Iran, bastione dell’antisionismo e dell’antiwahabismo, si è guadagnata il rispetto di tutte le forze contrarie alla globalizzazione neoliberista istituendo una sorta di modello di giustizia islamico parallelo o contiguo, in qualche modo, al socialismo. Le divergenze sciite con Russia e Venezuela sullo Stato israeliano sono, per dirla con le parole di Mao Tse Tung, contraddizioni in seno al popolo.
Sconfiggere il sionismo ed abbandonare l’imperialismo
Lo Stato iraniano considera Israele una entità illegittima che opprime gli storici abitanti della Palestina. Per questa ragione è giusto combattere l’imperialismo israeliano, disconoscendone le istituzioni politiche; la fine del dominio sionista potrebbe portare alla nascita di una nazione e di uno stato palestinesi alleati di Teheran contro gli stati arabi filo-USA. Un rinato asse antisionista prima ancora che antimperialista. Le posizioni degli sciiti, nel campo marxista, vengono in parte condivise da Cuba, con l’eccezione di alcune forzature teologiche e religiose, alcune delle quali rispettabili altre da rigettare in quanto retaggio di concezioni retrograde e ultraconservatrici.
Il Venezuela, così come altri stati sudamericani quali la Bolivia e il Nicaragua (ma lo stesso discorso vale per la Siria), considera Israele uno Stato nemico ma non una entità illegittima, e si è dichiarato disposto ad appoggiare la Rivoluzione palestinese a patto che venga guidata da forze anti-fondamentaliste. L’orizzonte comune del patriottismo anti-occidentale bolivariano e del nazionalismo sciita si è palesato durante le presidenze di Chavez e di Ahmadinejad, statisti capaci di mettere in discussione le fondamenta socioeconomiche delle rispettive nazioni. Israele, così com’è stata concepita, è di fatto un regime razzista, ma ciò non esclude – secondo i socialisti sudamericani ed arabi – una riforma radicale di desionizzazione. Le differenze fra socialisti e antimperialisti sciiti non devono essere sottovalutate.
La Russia riconosce allo Stato ebraico il diritto di difendersi, ne critica gli assetti istituzionali (anti-palestinesi), ma – giustamente – non disconosce il carattere criminale del sionismo. L’asse Mosca-Teheran è strategico, ma Putin non permetterà – a differenza di Khamenei o Raul Castro – una Rivoluzione anticolonialista palestinese. Le divergenze russo-venezuelane con gli sciiti rivoluzionari, potrebbero aprire un importante dibattito all’interno del campo antimperialista. L’analisi, giorno dopo giorno, dovrà prevalere sulla diversa propaganda politica delle parti.
Dividere gli ebrei laici dai sionisti
Il Presidente Chavez, consapevole della forza dell’imperialismo americano-sionista, stipulò una alleanza tattica con la borghesia ebraica anti-sionista. Il professor Attilio Folliero, intervistato dall’Interferenza, ha illustrato alcune tappe fondamentali della transizione venezuelana: ‘’Alla base di tutte queste politiche sociali ovviamente c’era la costruzione di migliaia di asili, scuole, università, più di un milione e settecentomila appartamenti popolari, ospedali e centri sanitari ovunque, ecc.. In definitiva grandi benefici per l’impresa della costruzione. Non solo le grandi multinazionali, ma anche le grandi imprese nazionali hanno ottenuto enormi profitti. Basta citare i Cohen, famiglia di costruttori di origine ebrea, da sempre a lato della “Rivoluzione bolivariana” che hanno ottenuto l’appalto per la costruzione di migliaia di “simoncito”, ossia gli asili, scuole, università, case popolari, ecc..’’ 2. Chi sono i Cohen?
“I Cohen sono conosciuti in America, per essere i costruttori dei grandi centri commerciali denominati “Sanbil”, presenti a Caracas, come a Miami, così come i complessi residenziali per la classe media, denominati “Doral”, presenti ovunque in Venezuela, ed all’estero anche in Florida. Questi costruttori hanno ottenuto enormi benefici economici proprio grazie alla “Rivoluzione boilivariana”. Ovviamente anche altre grandi imprese private del paese, di tutti i settori, hanno ottenuto grossi benefici. A partire dal 2003, in Venezuela ci sono stati 22 trimestri consecutivi di grande crescita economica. In questo periodo in cui la classe borghese faceva grossi guadagni, l’avversione a Chávez, pur esistendo, è rimasta confinata soprattutto a quei gruppi economici che prima si appropriavano delle ricchezze del paese legate all’energia ed al petrolio e che sono stati spiazzati, in un certo senso, dall’azione politica del Governo. Le altre imprese facendo “soldi a palate” – diciamo così – alla fine “tolleravano” la presenza di un governo progressista’’
Il Venezuela ha il sacrosanto diritto di dividere gli ebrei laici dai sionisti; negli stessi termini il tentativo di spezzare la lobby israeliana, staccando i sefarditi dai guerrafondai aschkenaziti, non è una idea disprezzabile. Il regime israeliano è, citando Khomeini, la bambola del colonialismo inglese (adesso, il braccio armato di Washington) quindi è del tutto fuori luogo e sbagliato separare la Rivolta anticolonialista palestinese dal movimento antimperialista internazionale. Dice bene Basso: ‘’Una delle conseguenze più gravi dello sviluppo del sionismo è di avere demolito le basi del diffuso internazionalismo ebraico e di avere aggiogato moltissimi ebrei alla politica reazionaria di uno stato sciovinista e guerrafondaio’’. Un processo rivoluzionario legato – che piaccia o meno – al riposizionamento geopolitico degli Stati contrari al neoliberismo; per questo Mosca, Teheran e Caracas non arriveranno alla rottura.
http://www.webalice.it/mario.gangarossa/sottolebandieredelmarxismo_identita/2012_12_michele-basso_imperialismo-e-sionismo.htm
https://umbvrei.blogspot.com/2017/08/dal-venezuela-intervista-al-professor.html
Fonte foto: Enlace Judio (da Google)