Cinque tesi sull’immigrazione di massa
La crisi derivante dalle cosiddette nuove migrazioni ed il tema dell’immigrazione di massa ha diviso, con tanto di scomuniche cripto-islamiste, la sinistra di classe dando spazio – da ambo le parti – ad interpretazioni contaminate da ideologie avversarie del movimento comunista e socialista: liberalismo e nazionalismo acritico. Il tema è complesso, va ben oltre la dottrina suicida dei senza frontiera e l’ipocrisia della destra razzista. Il razzismo esiste, ma non è un fenomeno di massa come vorrebbero farci credere gli ‘’intellettuali’’ invertebrati (definizione dello storico marxista Perry Anderson) della sinistra zombie. Detto questo, il fenomeno va analizzato nelle sue linee essenziali.
1.
L’immigrazione di massa è un prodotto del capitalismo e dell’imperialismo. La distruzione pianificata degli Stati indipendenti, resi tali dal supporto sino-sovietico quindi realmente sovrani soltanto fino al 1991, ed il declino dei movimenti di liberazione nazionale ha spianato la strada all’offensiva imperialistica statunitense. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: intere nazioni sono state polverizzate, lasciando senza una patria milioni di persone. Dice bene Manlio Dinucci, ‘’si nasconde la causa di fondo ‘’ delle nuove migrazioni ovvero: ‘’il sistema economico che nel mondo permette a una ristretta minoranza di accumulare ricchezza a spese della crescente maggioranza, impoverendola e provocando così l’emigrazione forzata’’ 1. Un discorso analogo – segnala il nostro esperto di politica internazionale – possiamo farlo volgendo lo sguardo all’immigrazione dall’Africa: ‘’Riguardo ai flussi migratori verso l’Europa, è emblematico il caso dell’Africa. Essa è ricchissima di materie prime: oro, platino, diamanti, uranio, coltan, rame, petrolio, gas naturale, legname pregiato, cacao, caffè e molte altre. Queste risorse, sfruttate dal vecchio colonialismo europeo con metodi di tipo schiavistico, vengono oggi sfruttate dal neocolonialismo europeo facendo leva su élite africane al potere, manodopera locale a basso costo e controllo dei mercati interni e internazionali. Oltre cento compagnie quotate alla Borsa di Londra, britanniche e altre, sfruttano in 37 paesi dell’Africa subsahariana risorse minerarie del valore di oltre 1000 miliardi di dollari’’. Il progetto nord-americano di globalizzazione della Dottrina Monroe, consequenziale alla distruzione dell’Unione Sovietica, ha reso possibile una simile catastrofe. Caduto l’avamposto strategico dell’anti-colonialismo, la sinistra europea ha tradito i movimenti di liberazione e di indipendenza africani, che si ispiravano al pensiero di leadere come Nasser, Sankara e Gheddafi, rinunciando alla denuncia delle trame imperialistiche. La catastrofe attuale ha un responsabile, (a) l’imperialismo americano-sionista insieme alla destra neoconservatrice, ed un complice, (b) la socialdemocrazia europea da tempo degenerata e totalmente subalterna al sistema capitalista e neoliberista. Cercare altrove le spiegazioni – come fanno i nazionalisti di destra che blaterano di una mondializzazione astratta – significa lavorare – indirettamente (ma alcuni anche direttamente) – per Washington. La chiarezza è necessaria.
2.
La socialdemocrazia europea è ormai una sorta di “sinistra zombie”, non tanto e non solo per aver sostituito i diritti civili a quelli sociali, quanto per aver fatto propria la strategia imperialista statunitense. I diritti civili, nella concezione neoliberista, sono diventati diritti biologici; si è fatta largo una nuova eugenetica fondata sulla manipolazione dei corpi e delle coscienze. La critica alla geopolitica imperialista e al processo di “americanizzazione” del tessuto sociale, rimane la chiave per comprendere il presente. Tutto è strategia; il conflitto fra le classi così come quello fra le grandi nazioni ed i piccoli paesi dipendenti.
Arrivati a questo punto, chiediamo aiuto ad un gigante (nel bene e nel male) assoluto del secolo scorso:
‘’La socialdemocrazia è incaricata di preparare questa nuova situazione, cioè di aiutare politicamente il capitale americano a mettere a razione l’Europa. Che fanno in questo momento le socialdemocrazie tedesca e francese, che fanno i socialisti di tutta Europa? Si educano e si sforzano di educare le masse operaie nella religione dell’americanismo; in altre parole, fanno dell’americanismo, del ruolo del capitale americano in Europa, una nuova religione politica. Si sforzano di persuadere le masse lavoratrici che, senza il capitale americano, essenzialmente pacificatore, senza i prestiti dell’America, l’Europa non potrà resistere. Fanno opposizione alla loro borghesia, come i socialpatrioti tedeschi, non dal punto di vista della rivoluzione proletaria, e neanche per ottenere delle riforme, ma per dimostrare che questa borghesia è intollerabile, egoista, sciovinista e incapace di andare d’accordo con il capitale americano pacifista, umanitario, democratico. È il problema fondamentale della vita politica dell’Europa e, in particolare, della Germania. In altri termini, la socialdemocrazia europea diventa oggi l’agenzia politica del capitale americano. È un fatto inaspettato? No, poiché la socialdemocrazia, che era l’agenzia della borghesia, nella sua degenerazione politica, doveva fatalmente diventare l’agenzia della borghesia più forte, della più potente, della borghesia di tutte le borghesie, cioè della borghesia americana. Poiché il capitale americano assume il compito di unificare, di pacificare l’Europa, di insegnarle a risolvere i problemi dei risarcimenti e altri ancora, e poiché tiene i cordoni della borsa, la dipendenza della socialdemocrazia nei confronti della borghesia tedesca in Germania, della borghesia francese in Francia, diventa sempre di più una dipendenza nei confronti del padrone di queste borghesie. Il capitale americano è attualmente il padrone dell’Europa. Ed è naturale che la socialdemocrazia cada politicamente sotto la dipendenza del padrone dei suoi padroni. Questo è il fatto essenziale per comprendere la situazione attuale e la politica della Seconda Internazionale. Non rendersene conto, significa non poter comprendere gli avvenimenti di oggi e di domani, significa vedere soltanto la superficie delle cose e soddisfarsi di frasi generiche’’ (Leon Trotsky, Le prospettive di una nuova evoluzione mondiale, 1924)
Il trotskismo di terza generazione, gettando alle ortiche il lascito teorico del leader bolscevico e fondatore dell’Armata Rossa, si è di fatto trasformato in un alleato della globalizzazione capitalista (a trazione americana-sionista).
3.
L’immigrazione è il risultato delle guerre imperialiste comprese le aggressioni immotivate dell’imperialismo italiano. Detto questo dobbiamo chiarire come diverse forze vogliano connotare questo fenomeno, non del tutto ingestibile, politicamente: (1) l’imperialismo liberale; (2) le Organizzazioni Non Governative; (3) le mafie, ovvero il piede di porco del neo-liberismo economico. La teoria del complotto è una paranoia della destra, ma è anche vero che l’imperialismo pianifica e che storicamente la borghesia non ha mai improvvisato le sue strategie. Che cosa vuole l’imperialismo USA dall’Europa? Semplicemente, indebolire la fradicia borghesia nazionale del ‘’vecchio continente’’ legandola alla struttura socio-economica del gendarme yankee. Domanda: chi promuove questo progetto? L’imperialismo liberale della Fondazione Clinton la quale dichiaratamente vorrebbe, col sostegno della sinistra zombie (ex e post socialdemocratica), fomentare la guerra fra poveri in Europa. Le Organizzazioni Non Governative, tanto care alla “sinistra” politicametne corretta e anche ad una parte di quella “antagonista”, sono una emanazione del capitalismo occidentale; ben poco governative, impresari della povertà.
Quello che sta accadendo è imputabile all’imperialismo americano-sionista, alle lobby anglosassoni ed agli squali dell’alta finanza come, ad esempio, George Soros.
4.
I neonazisti sono l’estrema destra della CIA, ma la sinistra zombie – compresi alcuni gruppi anarchici (i senza frontiere) ed il trotskismo di terza generazione (anti-Trotsky) – rappresentano la “sinistra” dell’imperialismo statunitense. L’immigrazione di massa è funzionale ad indebolire il movimento antimperialista pan-africano, e infatti viene avversata dalle forze socialiste di quei paesi. Trascurare il parere dei marxisti africani in nome dell’ideologia “buonista” dell’accoglienza significa far proprio, almeno in parte, il paradigma teorico e ideologica capitalista. Leggiamo cosa scrive il giornalista Fulvio Grimaldi: ‘’Che questo processo (Grimaldi si riferisce alla distruzione della Stati nazionali) abbia potuto avanzare senza incontrare grandi ostacoli, almeno nello spazio occidentale, è dovuto anche al supporto, fino alla complicità esplicita, di soggetti, formazioni, giornali che si qualificano di sinistra. Un fiancheggiamento in parte pienamente consapevole, in parte inconsapevole, dovuto alla sclerotizzazione della propria visione dei rapporti di classe, alla mancata comprensione dei mutamenti radicali avvenuti, alla decerebrazione indotta dalla propaganda dei dominanti. Molto ci è rivelato da come le varie parti in commedia hanno affrontato il fenomeno delle migrazioni, senza mai indagarne l’origine e la strategia colonialista che le innesca e che punta a privare paesi dalle risorse predabili delle energie giovanili che ne garantissero il controllo e lo sviluppo e, al tempo stesso, con il dumping sociale nei paesi d’arrivo, abbassassero condizioni e pretese degli autoctoni, promuovendo ulteriori trasferimenti di ricchezza dal basso verso l’alto’’ 2. I migranti sono il più delle volte ottime persone quindi la loro criminalizzazione è parte integrante della nuova strategia della tensione. Chiarito questo, un certo razzismo anti-italiano della “sinistra zombie”, che sembra vedere in ogni migrante un potenziale rivoluzionario, è un atteggiamento ottuso quanto quello della destra razzista . Destra e sinistra, neofascisti e parte della cosiddetta “sinistra antagonista” (taluni centri sociali,in particolare quelli che fanno riferimento ai cosiddetti post-operaisti e a Toni Negri) aderiscono di fatto, direttamente o indirettamente, all’ideologia capitalista dominante e finiscono per fare il gioco della NATO e della Unione Imperialistica Europea.
I migranti presentano al loro interno orientamenti sociali e politici diversi; dire che ‘’sono tutti oggettivamente anticapitalisti’’ significa vivere nel mondo dei sogni e ricordo che per Lenin ‘’sognare è la sorte dei deboli’’. L’arroganza occidentale e la spocchia della borghesia liberale non debbono albergare nella sinistra di classe; è necessario lavorare per inquadrare queste comunità nei movimenti anti-neoliberisti mettendo all’ordine del giorno la decolonizzazione dei loro paesi d’origine. Popoli europei ed africani hanno un comune nemico: l’imperialismo americano-sionista. La lotta contro la xenofobia è necessaria per creare un grande fronte antimperialista, capace di individuare le comunità di migranti interessate a prendere parte a questa lotta.
5.
Il fascismo non è una opinione ma un crimine, quindi è necessaria una mobilitazione di massa e popolare contro le organizzazioni neofasciste, a partire dalla ben finanziata CasaPound, che debbono essere messe al bando. Detto questo, chi scrive ritiene le Organizzazioni Non Governative e le mafie (autoctone e non) degli eserciti privati al seervizio dell’imperialismo americano-sionista. E’ necessaria una legge anti-Soros; la sinistra di classe, da una prospettiva socialista, deve riconoscere anche nella mafia nigeriana, l’Ascia Nera, un prodotto (criminale) del capitalismo e deve ingaggiare contro di essa una lotta senza quartiere. La “sinistra zombie“, compresi diversi centri sociali, chiude ipocritamente gli occhi di fronte alle attività criminali degli spacciatori e dei mafiosi nigeriani diventando, aldilà della retorica anti-razzista, il peggior nemico dei lavoratori migranti.
Alcune puntualizzazioni prima di concludere l’articolo:
(a) L’odierna immigrazione di massa non è assimilabile all’immigrazione operaia dell’inizio del secolo scorso, perché non ci troviamo davanti alla concentrazione di forza lavoro nei paesi a capitalismo maturo. Si tratta, al contrario, di un immenso sottoproletariato in movimento verso paesi che vivono una fase di decadenza complessiva tendenzialmente oscurantista – pensiamo alla ricomparsa di organizzazioni clericali e neofasciste, seppur di scarso peso politico – ed anti-proletaria. Il mito della globalizzazione è, anche per questi diseredati privi coscienza di classe, veleno della mente.
(b) La mafia nigeriana agisce sotto la protezione delle mafie locali e autoctone che, per decenni, sono state un esercito privato della CIA. Tutto con estrema coerenza viene riconnesso alle trame di Washington, responsabile della catastrofe. Chiunque voglia risolvere i problemi sociali del nostro tempo deve coniugare socialismo e antimperialismo politico e culturale. La sinistra invertebrata alleata delle ONG, tradisce gli stessi migranti avendo rimosso la centralità della questione di classe, dell’anticolonialismo e dell’antimperialismo.
(c) Lo Stato nazionale va connotato socialmente, ma non rimosso. Fuori dagli stati nazionali c’è oggi l’Impero, e l’imperialismo è oggi imperialismo statunitense. L’ideologia dei “senza frontiera”, dei “trotzschisti antiTrotzschj” e di alcuni gruppi anarchici e antagonisti finisce per aderire e fungere da sostegno ideologico al processo di globalizzazione capitalista e ai piani eversivi del neocolonialismo USA.
(d) L’immigrazione va regolamentata tenendo presente che una gestione democratica del fenomeno è possibile soltanto in presenza di un governo popolare, democratico in grado di smarcarsi dalle politiche e dalle alleanze imperialiste e neocolonialiste (leggi NATO e UE). Un governo (ovviamente non popolare, democratico e socialista) che pensasse di regolamentare l’immigrazione senza modificare quei rapporti politici, sarebbe destinato a macchiarsi di altri crimini. Il modello rimane quello cubano che nei confronti dell’immigrazione ritenuta clandestina ha leggi tanto democratiche – quindi rispettose dei diritti umani – quanto severe.
(e) Gli immigrati hanno il compito e il dovere di unirsi in un auspicabile fronte democratico ed antimperialista, vero antidoto contro la xenofobia delle destre. Coloro che invece decidessero di seguire le sirene neo-liberiste, oppure di unirsi alle reti criminali (come, appunto, l’Ascia Nera), rientrano in quella “immigrazione reazionaria” che qualsiasi marxista ha l’obbligo di combattere in quanto alleata dei gruppi di affaristi criminali (nazionali e internazionali).
L’ideologia “neo cosmopolita”, alla pari dello xeno-fascismo fomentato dai neoconservatori, gioca questa partita: accelerare la trama eversiva dell’imperialismo (USA, GB e Israele) che vorrebbe sbudellare l’Europa trasformandola in una appendice neocoloniale “yankee’’. Dobbiamo lavorare affinchè la gran parte dei migranti riscopra l’eredità del socialismo pan-africano e combatta contro questi golpisti a stelle e strisce.
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/12692-manlio-dinucci-neocolonialismo-e-crisi-dei-migranti.html
https://www.linterferenza.info/contributi/sessantotto-lungo-vita-fulvio-grimaldi/
Foto: La Città Futura (da Google)