Questo articolo di Raul Mordenti https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/12983-raul-mordenti-recuperare-l-autonomia-culturale-e-politica-dei-comunisti.html parte bene ma finisce, a mio parere, malissimo.
Intanto una premessa. E’ vero quello che dice Mordenti sul fatto che una quarantina di anni fa in ogni dove c’era un/una comunista che “vigilava”, diciamo così, pronto ad intervenire, a dire la sua su ogni cosa e in ogni frangente. Vero anche che la coscienza di classe diffusa ostacolava e in molti casi impediva l’ostilità contro minoranze, immigrati e in generale la famosa guerra fra poveri. La guerra fra poveri – su questo non c’è dubbio – prolifera in assenza di coscienza di classe. Però non è affatto vero che quella stessa coscienza di classe arginasse e disinnescasse l’omofobia. Le tendenze omofobiche erano molto più presenti fino ad una quarantina di anni fa, soprattutto nei settori proletari e popolari, rispetto ad oggi. Sulla violenza che si consumava sistematicamente nelle borgate e nelle periferie delle metropoli lo stesso Pasolini aveva acceso i riflettori, proprio dopo il massacro del Circeo.
Non ho ben capito, inoltre, a cosa si riferisca e con chi ce l’abbia Mordenti quando sostiene che anche fra le fila stesse dei comunisti si nutrirebbe l’antisemitismo, l’omofobia e il disprezzo per le donne. Mi sembra, in tutta sincerità, il solito mantra che si deve recitare per default all’ideologia politicamente corretta e al femminismo, di cui Rifondazione è intrisa.
Stesso discorso per il presunto antisemitismo. Oggi chi osa criticare il femminismo – da tempo elevato a Verità Assoluta incriticabile e infallibile – viene immediatamente bollato come maschilista, reazionario e misogino. Stessa sorte per chi combatte il sionismo e le politiche imperialiste israeliane; in questo caso l’accusa è ovviamente di antisemitismo. Sono i due tabù intoccabili, femminismo e Israele. Scrissi un articolo, in tal senso, ormai diverso tempo fa, che mi permetto di segnalare: https://www.linterferenza.info/editoriali/chi-non-ci-e-permesso-criticare/
Dopo di che, partendo da una analisi anche condivisibile sulla necessità che i comunisti lavorino a ricostruire la loro autonomia culturale e politica, Mordenti conclude lanciando un appello per difendere il diritto dei parlamentari al vitalizio. Parlamentari che, poveretti, dopo due, tre o quattro legislature a 14.000 euro al mese e dopo decenni di bengodi a 3 o 4 o 5.000 euro al mese (senza lavorare) si ritrovano con un taglio del 50% dei loro vitalizi …
Non discuto sul fatto che queste siano misure demagogiche e di nessuna utilità concreta, e confermo che sono sostanzialmente un depistaggio ideologico e politico che ha l’obiettivo di confondere ancor più la testa della gente, impedendogli di riconoscere i veri padroni del vapore, cioè il capitale, le banche, l’imperialismo.
Però da questo a difendere gente che da decenni gode di privilegi insopportabili, come quello di campare di rendita percependo un vitalizio da vent’anni di 4 o 5.000 euro al mese, ce ne vuole. Conosco personalmente diversi deputati che all’età di 40 o 45 anni percepivano già vitalizi di oltre 4.000 euro al mese (oggi hanno 60 o 70 anni, e campano di rendita da allora…). Inoltre, non ci prendiamo in giro, la stragrande maggioranza di quei deputati e senatori erano già benestanti se non ultra benestanti. Quella del vitalizio che servirebbe per garantire anche ai poveri di entrare in parlamento e di fare politica è di fatto una favola. E in ogni caso, il principio è secondo me sbagliato. Hai fatto il deputato o il senatore per un tot tempo? Il tuo mandato è scaduto? Bene, torni a lavorare come tutti i comuni mortali. Non hai lavoro perché ti sei dedicato anima e corpo al popolo e a legiferare per il popolo? Benissimo, lo stato deve ricollocarti in qualche modo, cioè trovarti un lavoro, ma NON darti un vitalizio. Il vitalizio è un privilegio insopportabile e indifendibile. Che poi l’attuale governo lo utilizzi come un depistaggio è un altro discorso. Però che per riconquistare l’autonomia dei comunisti si debba partire dalla difesa dei vitalizi dei parlamentari è quanto meno stucchevole, per non dire osceno…
Foto: Il Fatto Quotidiano