E’ fondamentale chiarire un punto. Non è dalle attuali micro botteghe di una “sinistra” residuale, sia essa liberal/radical o “antagonista” (comunque entrambe imbevute di ideologia politicamente corretta, cioè l’ideologia di riferimento del capitalismo neoliberista e “neo cosmopolita) che potrà ricostruirsi una nuova e moderna forza di classe e socialista.
L‘attuale “sinistra”, infatti, in tutte le sue declinazioni (con rarissime eccezioni) è il problema, non la soluzione. Se i movimenti populisti e nazionalisti di destra sono cresciuti fino a diventare il punto di riferimento politico per la gran parte dei ceti popolari è proprio a causa dell’esistenza di quella “sinistra”.
Con questa “sinistra” è quindi necessario rompere una volta per tutte e senza indugi, poichè essa è solo un ostacolo sulla via della ricostruzione di una nuova e moderna forza di classe e socialista, capace di interpretare ed affrontare le contraddizioni vecchie e nuove dell’attuale società capitalista.
E’ evidente che una tale ipotetica e auspicabile forza politica, così come dovrà tracciare una linea di demarcazione netta con la suddetta “sinistra” (del tutto organica, ideologicamente e politicamente, al capitale), altrettanto dovrà fare con la destra (altrettanto organica al sistema capitalista anche se è stata abile a spacciarsi come “antisistema”), sia nella sua tradizionale variante liberale-liberista che con quella leghista e pentastellata (senza voler mettere nello stesso unico calderone le ultime due che esprimono interessi e bisogni in buona parte anche radicalmente diversi) e senza fare sconti in nessuna direzione, lavorando sulle contraddizioni che inevitabilmente si apriranno nella coalizione gialloverde e in quelle già presenti nel fronte liberale-liberista, sia esso di destra (Forza Italia) o di “sinistra” (PD più cespugli alla sua “sinistra”).
Un lavoro di lungo e lunghissimo periodo, di una difficoltà immane e che richiede tanta fatica e tanta, tanta pazienza.
Ma non c’è alternativa.
Foto: lavocedelle lotte.it (da Google)