L’Union sacrée di Jared Kushner contro le Resistenze arabe e musulmane

Una notizia diffusa da pochissimi media, ma alquanto rilevante, è l’incontro segreto fra alcuni capi delle intelligence arabe ed il MOSSAD israeliano coordinato da Jared Kushner, stratega della ‘’pax’’ imperialista. Vediamo chi ha fornito qualche elemento in più di riflessione: ‘’Il quotidiano francese Intelligence online riferiva che i vertici dell’intelligence di Giordania, Egitto, Arabia Saudita e il capo del Mossad, Yossi Cohen, partecipavano alla conferenza clandestina avviata dal consigliere e genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner, e dall’inviato degli USA in Medio Oriente Jason Greenblatt, in tour nella regionale dall’inizio del mese. Il rapporto afferma che anche il capo dell’intelligence palestinese, Majad Faraj, partecipava alla riunione. Tuttavia, secondo l’agenzia stampa palestinese Maan, l’Autorità palestinese (AP) negava di aver inviato un suo rappresentante all’incontro. Intelligence online affermava che gli Stati Uniti considerano Faraj un’opzione in sostituzione del presidente dell’Autorità palestinese Mahmud Abas’’ 1. Di che cosa possono aver discusso? Intanto della nascita dello Stato ‘’vassallo’’ palestinese sotto protettorato della monarchia giordana, condizione necessaria per disarmare la resistenza palestinese alleata dell’Iran e degli Hezbollah. Quindi Kushner vuole chiudere i conti con le resistenze palestinese e libanese organizzando – seguendo le documentazioni raccolte – due ‘’primavere islamiche’’; una contro l’Iran e l’altra contro l’Algeria.

Le Organizzazioni Non Governative, emanazione del capitalismo transnazionale, hanno accusato il governo algerino – governo sunnita che sostiene la resistenza sciita libanese – di torturare migranti africani in modo analogo al nazionalista – eliminato dai sicari della NATO – pan-africanista Gheddafi. Le accuse, in entrambi i casi, meritano d’essere cestinate in quanto bufale ‘’non’’ governative. Il ministro degli esteri algerino ha replicato: “L’Algeria è e resterà fedele alle tradizioni di ospitalità e generosità care al popolo algerino che in prima persona ha conosciuto, nel periodo della colonizzazione, l’esilio ed è stata privata della propria cultura” 2. Il governo di Algeri è lontanissimo dall’antimperialismo del FLN però dubito che gli USA possano cementare un Islam politico frammentato contro l’ultimo paese ispirato – fra mille derive a destra – al socialismo pan-arabo. Nei confronti della Repubblica Islamica dell’Iran il copione si ripete. Leggiamo la Rete Voltaire:

 ‘’La crisi in Iran s’inasprisce: il rial continua a precipitare, in sei mesi si è svalutato del 55%, mentre la disoccupazione continua ad allargarsi e pare che ormai riguardi il 40% della popolazione, ma il dato non è verificabile.

A luglio dovrebbero scattare nuove sanzioni americane e il presidente Hassan Rohani ha denunciato un complotto USA per distruggere le speranze del popolo iraniano.

L’ayatollah Sadeq Amoli Larijani, al vertice del potere giudiziario e fratello del presidente del parlamento, ha accusato di “tradimento” gli speculatori del mercato dei cambi.

187 parlamentari su 290 hanno scritto alla guida della Rivoluzione, l’ayatollah Ali Khamenei, chiedendogli di sostituire l’intera équipe economica del governo ’’ 3

Legittime manifestazioni anti-neoliberiste e contro la borgheisa “bazarista” sono state infiltrate, sotto direttiva di Kushner, dai filosionisti del MEK-MKO nel vano tentativo di provocare disordini tirando in ballo (ingiustamente) la Guida Suprema Khamenei. Certamente, il popolo iraniano sa come isolare gli ‘’ipocriti’’; leggiamo nella pagina Notizie dall’Iran Islamico e Rivoluzionario: ‘’Non è la prima volta che simili proteste, giuste e legittime, in Iran vengono indirizzate verso obiettivi diversi rispetto alle cause vere e reali del malessere economico, della corruzione, della svalutazione della moneta nazionale, dell’impressionante aumento dei prezzi, dello sperperamento dei soldi e della disoccupazione galoppante’’ 4. Un gruppo di provocatori – in verità pochi e ben identificati – ha totalmente ignorato le politiche liberiste di Rohani, puntando il dito contro  il Generale Soleimani e i Guardiani della Rivoluzione i quali – riprendo la fonte precedente –  ‘’con solo il 5% del budget a disposizione (fonte BBC Farsi: http://www.bbc.com/persian/iran-features-40916317) hanno garantito in tutti questi anni la sicurezza e stabilità della nazione nella regione più turbolenta del mondo, per poi sentirsi incolpati dei problemi della gente!’’. Concludo: l’Iran ha stabilizzato il Medio Oriente grazie allo sforzo della fazione antimperialista, assurdamente (cosa davvero inspiegabile) presa di mira da questi – sospetti – manifestanti. L’accordo guerrafondaio di Jared Kushner con l’estrema destra israeliana, Netanyahu ed il suo clan malavitoso, venne ratificato lo scorso anno dal falco neoconservatore John Bolton insieme al capo terrorista Maryam Rajavi. Si tratta d’una dichiarazione di guerra inequivocabile:

“Il risultato della revisione politica del presidente [Trump] dovrebbe essere quello di far sì che la Rivoluzione del 1979 dell’Ayatollah Khomeini non duri fino al suo 40esimo anniversario” (Il 40° anniversario della Rivoluzione Islamica iraniana sarà l’11 febbraio 2019).

“La politica esplicita degli Stati Uniti dovrebbe essere il rovesciamento del regime dei mullah a Teheran”, aggiunse Bolton, che poi proseguì: “Il comportamento e gli obiettivi del regime non cambieranno e quindi l’unica soluzione è cambiare il regime stesso.”

Lo Stato profondo americano ha eliminato politicamente gli isolazionisti, privi d’agganci nell’FBI e nella CIA, vicini all’amministrazione Trump, portando il potere della lobby israeliana ai massimi livelli. Dice bene James Petras: Donald Trump vuole superare le politiche di destra ‘’liberali’’; l’imperialismo ‘’democratico’’, finora gendarme mondiale quasi indiscusso, ha un concorrente alquanto ambizioso. Si tratta di un caso estremo di ultra-imperialismo, soltanto pochissimi fanatici della geopolitica potevano ipotizzare dei ‘’cessate il fuoco’’ momentanei. La guerra continua con altri mezzi. L’ultimo obiettivo di Kushner è l’Union sacrée fra Alt Right, estrema destra israeliana ed Arabia Saudita contro il popolo yemenita. Per Kushner, Casa Saud deve avere la sua ‘’Striscia di Gaza’’ da ridurre ad una pozzanghera di sangue, per questo la monarchia wahabita si è assicurata nuovi rifornimenti di armi. L’alta tecnologia contro le resistenze popolari ed anti-neocolonialiste; il progresso (citando Brecht) si è seduto dalla parte del torto.

Il mondo musulmano diserterà (la notizia è certa) il pellegrinaggio a La Mecca; gli imam tunisini, appellandosi al boicottaggio, hanno denunciato i 6,4 miliardi di euro (Fonte: http://www.partiantisioniste.com/articles/les-imams-tunisiens-appellent-au-boycott-du-pelerinage.html), una cifra abnorme, incassata dai sauditi, organizzatori – indegni – dell’hadjj. L’Islam sunnita rinnega con sdegno l’imperialismo sion-wahabita, un segnale da non sottovalutare seppure i mass media, in totale malafede, facciano orecchie da mercante. Jared Kushner, viziato genero del presidente nord-americano, fronteggerà – vedremo come – la rabbia del popolo musulmano mutilato dall’Union sacrée occidentale. L’imperialismo è, ancora oggi, una tigre di carta? Nessuno ne parla, ma Casa Saud perde militarmente terreno; la storia insegna come un esercito di mercenari non possa vincere chi, casa per casa, combatte per salvarsi dalla distruzione totale. Lo stratega della stabilizzazione ‘’ultra-imperialista’’ è destinato a conoscere – come i suoi predecessori – molte sconfitte.

 

http://aurorasito.altervista.org/?p=1233

https://www.agenzianova.com/a/5b0f8846aab4b1.78043872/1935644/2018-05-24/algeria-ministero-esteri-smentisce-accuse-ong-su-maltrattamenti-migranti

http://www.voltairenet.org/article201737.html

https://www.facebook.com/iranrivoluzionarioeislamico/posts/273623863204227

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Foto: Telegraph.co.uk (da Google)

 

 

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