I tempi cambiano e con essi anche le fasi politiche. L’era dell’antiberlusconismo elevato a ideologia (sostitutiva dell’antifascismo) ha esaurito la sua funzione storica. E’ stata utile ma ora non lo è più (vi risparmio il mio solito pistolotto sulla “falsa coscienza necessaria”…).
Ora al comando, o meglio al servizio dei veri padroni del vapore (cioè il grande capitale finanziario europeo) c’ è un nuovo gruppo di amministratori, cioè l’attuale gruppo dirigente del PD guidato da Renzi, il cui codazzo di “nani e ballerine”, a differenza di quello berlusconiano, non è costituito da “olgettine” e puttanelle a stipendio fisso e/o variabile, ma da giovani rampanti della “buona borghesia” “progressista e di sinistra”, ex “consulenti ai tramonti” in questa o in quella amministrazione di centrosinistra, e ora nominate ministre.
Altre differenze sostanziali fra Berlusconi e Renzi non ne vedo, se non il fatto che il secondo, che nonostante le apparenze è molto più spregiudicato del primo, marcia senz’altro più speditamente nella realizzazione di quelle “riforme strutturali” (cioè la precarizzazione assoluta del lavoro e la neutralizzazione di ogni forma di potere contrattuale dei lavoratori), chieste a gran voce dall’Europa” e dai “mercati”.
Del resto è proprio per questa ragione che il “caimano” (anche perché un po’ più riottoso caratterialmente a mettersi sugli attenti e pure un po’ troppo amico di Putin…) è stato messo da parte.
L’assoluzione del “Berluska” è tutta interna a questa vicenda politica.
La musica è cambiata. La magistratura ne prende atto e si adegua al nuovo corso.
Altro non c’è.