Il conflitto tra le forze conservatrici neoliberiste e guerrafondaie impersonate da Mattarella e le forze neoliberiste e giustizialiste impersonate da Salvini e da Di Maio si conclude per ora con una apparente vittoria del Reich teutonico e del Presidente italico suo garante. Ma è una vittoria di Pirro che ha dimostrato per l’ennesima volta come l’Unione europea sia una gabbia di ferro dove nulla può essere deciso senza l’autorizzazione dell’ex caporale Angela Merkel e della sua banca, la Deutsche Bank, specializzata in titoli tossici e in frodi speculative.
Una vittoria di Pirro. In realtà una sconfitta pesante che ha evidenziato come i nostri attuali leader siano donne/uomini di paglia, completamente insensibili al contesto sociale, culturale, economico, politico del Paese che dovrebbero governare, pedine di cartone che non sono capaci neanche lontanamente di rispettare la volontà popolare come si è espressa con il voto elettorale e che ha legittimato il diritto della Lega e dei 5Stelle al governo del Paese.
Le pregiudiziali presentate dal Presidente Mattarella sulle procedure non certo ineccepibili del duo Salvini/Di Maio possono essere accolte in punta di diritto, ma non certo sul piano morale e politico. Mattarella ha voluto interpretare come un diktat la scelta di Paolo Savona e ha voluto così mascherare la sua scelta politica che poi è apparsa chiara quando si è espresso contro l’ economista antieuro che, tra l’altro, non è antieuro come non è antieuro il duo.
Savona è responsabile di aver detto qualcosa di sensato sull’euro e sulla Ue, esprimendo qualche rilievo critico e suggerendo qualche miglioria. Ma la dittatura Merkel/UE è così forte che anche un lieve sospiro è degno della gogna.
Mi sia permessa una parentesi. Mi domando come in tempi in cui si parla di democrazia partecipata, di solidarietà tra le etnie, di femminismo, di mutualismo, di volontariato per assistere i bisognosi, di pacifismo, si accetti di buon grado la dittatura feroce dell’Unione Europea che si è espressa ripetutamente contro la volontà dei popoli che possono avere dei benefici ( non dei diritti ) solo se teleguidati da una struttura esterna di super burocrati “illuminati” che risponde solo alla grande finanza e alla Nato.
E’ probabile che i nostri “europeisti”, se vengono lasciati liberi di coltivare i loro orticelli, con modalità naturalmente politicamente corrette, possano di buon grado accettare Maastricht, il Fiscal Compact, il pareggio in Bilancio…
E’ iniziato il contrattacco del Presidente con l’incarico a Cottarelli (a suo tempo commissario straordinario per la spesa pubblica) che ha voluto subito aprire lo scontro elettorale denunciando il carattere velleitario del “contratto”. Dinanzi a spese miliardarie niente coperture.
Difficile ora prevedere un governo balneare con elezioni a settembre oppure un governo che riesca a far votare la legge di bilancio con elezioni nel 2019.
Una cosa è certa. Il Reich e Mattarella, con la loro protervia, con la loro arroganza, hanno consegnato il Paese alle forze politiche che si voleva umiliare e che invece si è riusciti ad esaltare come agenti capaci di aprire il Palazzo alle istanze popolari.
Salvini ha saputo giocare le sue carte con abilità, ponendosi più in evidenza, sul piano mediatico, di Di Maio, evitando, per esempio, di proporre una stupidata come l’impeachment del Presidente, richiesta inopportuna di Di Battista; richiesta, per chi è dotato di sapienza politica, da inoltrare quando si dispone di una larghissima maggioranza.
Il Grillo deve aver intuito che c’era il rischio di perdere la leadership di un movimento che presumibilmente raggiungerà il 70% dei voti alle prossime elezioni. Deve aver pensato che se Di Maio era il personaggio ideale nella fase di costruzione della campagna elettorale, al fine di esibire una figura mite, posata, educata, per poter contrastare Salvini e la sua irruenza é meglio ora contrapporgli un giovane affabulatore come Di Battista, un Masaniello che le spari grosse e che abbia capacità carismatiche tra i giovani e nelle piazze. Di Battista, dunque, nuovo leader “democraticamente” nominato dal padre/padrone.
Attenzione . La nomina di Carlo Cottarelli ripropone di fatto Silvio Berlusconi come attore politico di rilievo. Qualora l’ex Cavaliere difendesse la causa “europeista”, se non altro per contrapporsi a Salvini e soprattutto a Di Maio, potrebbe rinnovare la sponda con il malandato gruppo renziano e disturbare seriamente nella campagna elettorale prossima il duo Salvini/Di Battista, nel tentativo di impedirgli di raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi.
Concludiamo e facciamo chiarezza. Ho parlato di forze conservatrici che saranno comunque a favore della UE e della Nato, del neoliberismo e dell’austerity ( il “contratto” nel prossimo scritto ). Nel quadro dell’ordine costituito ci saranno tra le forze politiche egemoni dei contrasti e delle differenze che i potenziali raggruppamenti di reale opposizione dovrebbero puntualmente cogliere ed analizzare per sfruttarle politicamente, se ne saranno capaci…
Il Castello europeo presenta crepe di difficile risoluzione che i media mainstream fanno finta di non vedere. Non credo che abbia un futuro. Potrebbe essere la dominatrice Germania a disfarne il progetto. Dopo aver prosciugato l’economia mediterranea subordinata alla sua economia mercantilistica, le sue banche potrebbero ritrovarsi con una infinità di crediti non recuperabili…e allora?
Foto: La Repubblica (da Google)