Foto: La Scimmia pensa (da Google)
Dopo un anno e mezzo,ieri sera sono tornato al cinema per vedere l’ultimo film di Sorrentino sul “mondo intorno a Berlusconi ” . In tutta onestà avevo apprezzato alcuni film primordiali del regista, come “L’uomo in più”,” le conseguenze dell’amore” e “L’amico di famiglia” . Ritengo che oramai questo regista, da “La grande bellezza” in poi, abbia perso completamente grinta ed impronta originale, “tarantineggi” con citazioni cinematografiche di capolavori del passato e si sia sistemato come un “tartufo di Moliere” nel palazzo della corte o del Signore, in questo caso composto dall’establishment capitalista atlantica, a dominio USA e politically correct, con i suoi addentellati nostrali.
Il film non dice nulla di nulla : un vuoto cosmico assoluto,incapace di uscire fuori dalle architetture scenografiche e dozzinali. non si scorge, aldilà della ben venduta presunzione dell’autore, la potenza narrativa e descrittiva etica-storica di un salotto dei Verdurin trasportato su cinema e in costa Smeralda colonizzata.
Un manifesto dell’ignoranza e della mancanza di idee e tensioni etiche degli autori, pochi, che lavorano oggi in un cinema sempre più in crisi.
Sempre gli stessi insopportabili attori con insopportabili connotati caricaturali .
Ho intravisto anche una non tanto sottile componente razzista nei confronti di alcuni aspetti nazional-popolari e della napoletanità.
Una sceneggiatura che sembra onestamente compilata dopo la lettura di qualche articolo de La Repubblica o del Il Fatto Q., senza approfondimento di aspetti umani probabilmente più complessi.
Siamo sicuri che tale rappresentazione, quasi da nobile Teatro dei Pupi sia veramente descrittiva del male oscuro odierno e della relativa decadenza del nostro amato Paese?
Si poteva fare di molto meglio… Uscendo dalla sala ho rafforzato la convinzione, chiamatela nostalgica, di continuare a vedere i films di evasione, anche di Steno o quelli geniali ed intelligenti di Monicelli, quando non i grandi eterni maestri come Fellini o Visconti.
Voglio ricordare la differenza abissale tra “Gruppo di famiglia in un interno”, opera minore di Luchino Visconti, che accosterei per un senso lato, con lo scatologico ed ossessivo, tremendamente vuoto film di Sorrentino.
Per rispetto al grande cinema artistico italiano ho allegato la locandina di un bellissimo film dei fratelli Taviani, nel ricordo eterno del loro talento.
Non escludiamo il ritorno del grande cinema artistico.