Foto: Cisl Brescia (da Google)
Giorgio Cremaschi annuncia 1) la nascita di un nuovo sindacato unitario facendo innanzitutto riferimento alla messa in mora dell’articolo 36 della Costituzione che recita: “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Dell’esistenza libera e dignitosa cardine primario della nostra Costituzione se ne fa beffe oggi il neoliberismo degli attuali governi autoritari, ma anche in più riprese la Corte Costituzionale e ultimamente la Corte dei Conti sul contratto dei dipendenti pubblici.
Grazie al lavoro congiunto dei confederali e della Confindustria si è arrivati ad una regolamentazione dei contratti nazionali ed aziendali che non poteva essere maggiormente gradita all’Unione Europea e alla sua feroce distruttrice politica di austerity.
“L’accordo confederale programma la riduzione dei salari reali nei contratti nazionali e lega rigidamente quelli aziendali ai massimi profitti dell’impresa” 2). Si dovranno calcolare il costo della vita e sottrarre i costi relativi all’energia e all’importazione dei beni. Marchingegno ben impostato che ingabbierà il salario facilitandone la discesa del suo valore reale. Nei contratti aziendali, come si è già anticipato, il salario dipenderà dai profitti come saranno arbitrariamente interpretati dall’impresa.
La mercificazione del lavoratore viene così spinta al massimo livello. Da protagonista della ricchezza nazionale ad oggetto manipolabile a piacere e scartabile all’occorrenza.
La globalizzazione 3) e la successiva demolizione della sovranità politica ed economica degli stati a tutto servizio dell’aristocrazia finanziaria e non come si è ipocritamente gridato al servizio del benessere delle popolazioni che sono invece precipitate verso la decrescita e verso la povertà, aveva bisogno per la sua credibilità, di essere difesa ed esaltata innanzitutto da coloro che si erano eretti a paladini del popolo, a difensori delle sue esigenze concrete e dei suoi bisogni di liberta e di giustizia, preferiti ovviamente ad una destra ignorante e screditata.
I partiti di sinistra e i sindacati confederali hanno saputo rispondere pienamente e con puntualità ai desiderata dei padroni del mondo, trascinando in questa enorme menzogna, tanti militanti che hanno abbracciato il neo liberismo senza averne consapevolezza; proprio come aveva asserito Antonio Gramsci, a suo tempo, cioè che gli Italiani erano diventati crociani, senza aver letto Croce.
Le nozze tra Confederali e Confindustria sono state formalizzate nel 2014, non a caso, per fronteggiare la politica di austerity e di rigore delle Ue che avrebbe potuto innescare una forte resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori. In seguito, nuovi accordi tra le parti e strumenti legislativi di impoverimento e di precarizzazione che determinano la felicità dei contraenti e che costringeranno Giorgio Cremaschi ad esprimersi in modo esplicito: nuovo sindacato unitario.
Vediamo per brevi accenni i punti salienti dell’accordo 2014 CGIL CISL UIL sulla rappresentatività sindacale ossia come ti faccio fuori democrazia e Costituzione.
Noi CGIL-CISL-UIL-CONFINDUSTRIA riteniamo che nel mondo del lavoro si renda necessaria la monarchia sindacale per mettere fine ad un’inutile conflittualità che ci fa perdere il treno dell’Europa e ridurre in modi intollerabili produttività e competitività .
Quindi decretiamo :
1)” Ai fini della misurazione del voto espresso da lavoratrici e lavoratori nella elezione della Rappresentanza Sindacale Unitaria varranno esclusivamente i voti assoluti espressi per ogni Organizzazione Sindacale aderente alle Confederazioni firmatarie della presente intesa” – la loro intesa s’intende , come a dire io la faccio e poi me la canto –
2)” Sono ammesse alla contrattazione collettiva nazionale le Federazioni delle Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente accordo che abbiano, nell’ambito di applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, una rappresentatività non inferiore al 5%”- un’idea questa che potrebbe essere ben accolta per una efficiente legge elettorale: far partecipare alle elezioni politiche i partiti che sono d’accordo con il governo-
3)”i contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti…dalle Organizzazioni Sindacali che rappresentino…il 50%+1 della rappresentanza…previa consultazione certificata delle lavoratrici e dei lavoratori…saranno efficaci ed esigibili” – si intende la maggioranza delle organizzazioni sindacali e non dei lavoratori iscritti in esse in modo da validare comunque la contrattazione. Il voto dei lavoratori potrebbe andare in direzione contraria ma nel clima di ricatto e di autoritarismo vigente oggi in ogni luogo di lavoro, difficilmente lo sarà
4)”…le parti firmatarie e le rispettive Federazioni si impegnano a dare piena applicazione e a non promuovere iniziative di contrasto agli accordi così definiti…”-per dirla cioè con Squinzi allora ,presidente di Confindustria , ovviamente soddisfatto di questo accordo che promette pace sociale e raffreddamento dei conflitti, emarginazione delle voci di dissenso “Dopo 60 anni definiamo le regole per la rappresentanza che ci permette di avere contratti nazionali pienamente esigibili ” che contrasteranno il diritto di sciopero e favoriranno “sanzioni per mancato rispetto e le conseguenti violazioni”
Un sistema di relazioni sindacali realmente democratiche passa, perciò, attraverso la rottura di quelle attuali, con la crescita di sindacati di base già esistenti e che hanno nel conflitto di classe il loro asse strategico. Ovviamente l’operazione è molto difficile, dato che molti compagni iscritti nei sindacati confederali, che magari nei loro luoghi di lavoro sanno fare ancora buon sindacato, non riescono a riconoscere nei loro vertici nazionali i tratti neoliberisti da loro accettati pigramente o consapevolmente, tratti che stanno devastando la classe lavoratrice e con essa il Paese.
NOTE
1) Giorgio Cremaschi ” E’ nato il nuovo sindacato unitario:Cgil/Cisl/Uil/Confindustria” in Ancora fischia il vento 24/04/18
2) Giogio Cremaschi, op. cit.
3) La globalizzazione può avere esiti positivi quando è governata da stati indipendenti e democratici che sappiano gestire gli scambi commerciali al servizio delle popolazioni. Attualmente i benefici sono tutti a favore dell’aristocrazia finanziaria apolide e dei potentati locali