Surreale vicenda giudiziaria: i comportamenti persecutori di una guardia del Mudec nei confronti di due colleghe tra frasi oscene, ammiccamenti e… peti
MILANO
Martedì, 10 aprile 2018 – 08:52:00
Una vicenda surreale ma sulla quale la Procura di Milano sta lavorando con serietà, essendo giunta ad un rinvio a giudizio. Destinatario del provvedimento una guardia museale del Mudec, il Museo delle culture, accusato da due sue colleghe di molestie “condite” da “rumori tratti dal proprio corpo”. Peti, nella fattispecie. Le due vittime, come racconta il quotidiano Il Giorno, hanno tra i 50 ed i 60 anni e denunciano uno stalking fatto di ammiccamenti, volgarità, frasi oscene. Con un elemento in più: lo stress emotivo causato dai “rumori corporali” che l’uomo utilizzerebbe come ulteriore elemento di disturbo in modo da cagionare nelle due donne “un perdurante e grave stato d’ansia e di paura”, condizione psicologica necessaria perché possa essere contestata la condotta dello stalking. L’accusa di “atti persecutori” potrebbe costare all’uomo pene da sei mesi a quattro anni
http://www.affaritaliani.it/milano/stalking-al-mudec-custode-accusato-anche-di-rumori-corporali-534133.html
vabbé, abbiamo perso la ragione.
Un cafone resta un cafone e basta, un povero scemo che si diverte a mettere in imbarazzo la gente con frasi volgari, doppi sensi ed oscenità gratuite.
Quante volte noi tutti – uomini e donne, adulti e pure minori – abbiamo dovuto alzare gli occhi al cielo di fronte allo zozzone di turno che raccontava barzellette sporche, o sparlava di froci e negri, o insultava zingari e napoletani.
Uno sguardo di commiserazione per il cerebroleso, e morta li.
Lasciato il poveraccio a rimestare nel suo trogolo.
Salvini ha cantato cori razzisti, in Parlamento l’insulto è diventato una costante e si sono tirati pure la mortadella, l’intellettuale Sgarbi ha fatto del turpiloquio un marchio di fabbrica, Grillo ha trasformato il vaffanculo in critica politica, parolacce e doppi sensi sdoganati in tv perfino in prima serata … eppure nessuno ha mai gridato allo stalking.
Uno stalker è altra roba, ma il tizio in questione ha un’aggravante mica da ridere: scorreggia pure.
Ah, allora ….
Lo scorreggione è un flagello per la collettività, lui si che può causare perduranti e gravi stati di ansia e paura nel prossimo, lui si che può costringere la gente a cambiare le proprie abitudini di vita, lui si che mette in pericolo l’incolumità delle vittime.
In galera, e buttate la chiave.
Caspita, allora ho incontrato centinaia di stalker in aereo e in metropolitana , al bar e al ristorante, in treno e in ascensore (quelli sono terribili).
Alle elementari ero in classe con uno stalker seriale e non lo sapevo.
Flatulenza, diceva la maestra, ma quella che ne sapeva delle sottigliezze giuridiche?
Allora semplifichiamo la norma: stalking è tutto ciò che non piace ad una donna, punto.
p.s.
Gomorra ci racconta che a Scampia i ragazzini di 13 anni spacciano e quelli di 16 sparano, ma è sempre meglio che diventare stalker facendo le gare di rutti.